da: LA VANGUARDIA – quotidiano catalano 2000.03.03
ANDREA CAMILLERI: "Fino ai dodici anni sono andato a dormire con una bambola".
IMA SANCHÍS
Compirò 75 anni a Settembre. Sono nato a Porto Empedocle (Sicilia). Sono sposato da oltre 45 anni con la stessa donna e ho tre figlie e quattro nipoti. Ho studiato Lettere e Arte Drammatica e ho fatto il regista per il teatro e la televisione. Sono di sinistra e agnostico. Ho pubblicato in Spagna "La voce del violino" per l'editrice Emecé.
- Un altro!
- Dall'età di 18 anni fumo tre pacchetti di sigarette al giorno, ma sono corretto con i non fumatori.
- Adotta la stessa disciplina anche nella vita?
- Sì, sono anche un grande consumatore di vita che però sa trattenersi, anche se con notevole sforzo.
- In che cosa ha dovuto trattenersi?
- Nel mio amore per le donne. Fortissimo! Ma quando uno si sposa fa un patto di lealtà. In Sicilia c'è un proverbio che dice: " Cosa rende l'uomo diverso da un maiale?"
- "L'uomo si riconosce dalla parola e il maiale dalla coda". E la parola è il compromesso, nel bene e nel male. Non c'è nulla di più forte al mondo dell'amicizia tra due siciliani, più forte dell'amore.
- E' un'arte insomma…
- Un'arte difficile: nessun siciliano deve chiedere qualcosa a un amico, ma deve intuire ciò di cui l'altro ha bisogno. E bisogna difendere l'amico anche se è in errore.
- E lei è d'accordo?
- Io ho scoperto che l'amicizia comincia difendendo la verità.
- La Sicilia è il mondo, come diceva Sciascia?
- Il mondo è passato dalla Sicilia che probabilmente è un buon osservatorio.
- E che cosa si osserva ?
- La complessità del lato oscuro dell'individuo. Dalla Sicilia è possibile scorgere la faccia occulta della luna.
- E lei, da quale posizione la osservava?
- Da quella di un re. Appartengo a una famiglia della piccola borghesia ed ero figlio unico. Si immagini quello che può significare ciò in una grande famiglia siciliana! siciliana!
- Me lo spieghi lei…
- Ho avuto un'infanzia meravigliosa, turbata solo dalla mia malinconia, che mi portava a nascondermi, a sparire per un giorno intero per piangere.
- Per quale motivo?
- Non ne ho idea, ma c'è una cosa che mi è mancata nell'infanzia: una sorella. Mi regalarono una bambola enorme con la quale ho dormito fino ai dodici anni.
- Bah!
- Sul serio! esiste ancora, è in Sicilia, tutta rotta, quasi irriconoscibile.
- Lei mi lascia di stucco…
- Non si preoccupi, sono molto fortunato: ho avuto una vita formidabile: ho raggiunto la stabilità economica e familiare facendo quello che mi piaceva. E questa è una delle fortune più grandi che ti possano capitare.
- Deve essere duro però per uno scrittore raggiungere il successo solo a 70 anni.
- Terribile. Il mio primo romanzo fu respinto per dieci anni da dieci editori. Ma non ne ho fatto un dramma, il mio lavoro quotidiano di regista mi ripagava.
- E cosa succede quando di colpo si vendono milioni di copie ?
- Comincia un assedio editoriale, obblighi ai quali non puoi sfuggire e incominci a smettere di scrivere. Ma a me è venuta incontro l'età: "Potrebbe fare un salto a Bogotà?" … "neanche uno da 20 centimetri, signore".
- Qualcosa di positivo?
- Prima di tutto, cosa di cui non parlano i miei colleghi, anche se non mi stimano come scrittore, è la sicurezza economica. Sa, io e mia moglie siamo due pensionati che hanno lavorato tutta la vita e ci stavamo preparando a una vita di restrizioni. E tuttavia…
- Qual è stata la sua grande decisione?
- Due: una, quella di venire a Roma quando avevo 28 anni. In Sicilia scrivevo già poesie e fu come prendere il mio lavoro e buttarlo a mare in una bottiglia.
- E l'altra?
- Sposarmi.
- Come mai?
- Ero convinto di essere un solitario. La notte precedente le nozze volevo scappare, ero schizofrenico, combattuto…
- E' stata una buona scelta?
- Intuivo che mia moglie sarebbe stata una buona compagna e lo è stata. Se oggi mi chiedessero "scegli una moglie" sceglierei la stessa.
- E ai siciliani piace che il suo commissario abbia una fidanzata genovese ?
- Pensi che in Sicilia mi vennero incontro tre giovani: " Guardi Camilleri: Montalbano non può sposarsi con quella genovese, ma insomma, in Sicilia non ci sono belle donne?" La cosa mi ha turbato parecchio. E' curioso…
- Cosa ?
- Il lettore vuole avere un contatto con l'autore, a volte ricevo delle lettere incredibili e molto belle. Ne ho ricevuta una di una ragazza, malata terminale di cancro, che mi diceva: " Le sono molto grata per avermi fatto sorridere con il suo libro nelle condizioni in cui mi trovo".
- Qualche delusione?
- Soprattutto la fine dell'ideologia in cui ho creduto. Sono stato un comunista convinto, ho avuto un passato che non rinnego assolutamente, e spero che possa rinascere da qualche parte, ma non attraverso forme dittatoriali.
- Questa delusione la condivide con molti…
- C'è un'eccessiva distanza tra la politica e i cittadini. Se io fossi un politico sarei terrorizzato dall'astensionismo.
- Quale epitaffio le piacerebbe avere?
- Mi piacerebbe rubarlo a Sciascia, il quale voleva che sulla sua tomba si scrivesse: "Contraddice e si contraddice". Ma alla fine fu scritto: "Mi ricorderò di questo pianeta".
- Qual è la sua più grande contraddizione?
- Me stesso.
- Non ha risolto alcun mistero?
- Non credo molto ai misteri, la maggior parte di essi ce li inventiamo.
- Cosa cerca nella scrittura?
- Raccontare una storia. Mi sento come un giullare che alla fine della storia gira con il cappello in mano per sapere se è piaciuta. Non mi considero un letterato e mi offendo se qualcuno mi chiama intellettuale.