La Repubblica - Venerdì, 8 ottobre 1999 - pagina 37
BANCAROMA AUMENTA IL CAPITALE PER COMPRARE IL MEDIOCREDITO

IL RETROSCENA

ROMA - Cesare Geronzi fa sul serio. E' convinto che l' acquisizione del gruppo Mediocredito Centrale-Banco di Sicilia sia una buona occasione di business strategico per la Banca di Roma ed è pronto a puntare per l' acquisizione i circa 4 mila miliardi necessari. Naturalmente l' istituto capitolino non ha in cassa il "free capital" necessario all' acquisizione - l' offerta formale verrà deliberata oggi stesso da una riunione del comitato esecutivo, perchè è appunto oggi che scadono i termini fissati dal Tesoro - ma è pronto a dotarsene lanciando un aumento di capitale che è già "politicamente" concordato: una grande operazione attraverso la quale la Toro e la Abn Amro saliranno di quota, probabilmente entrambe fino al 15%, insieme alla libica Lafico che si fermerà un gradino più in basso, mentre l' Ente Cassa ridurrà la sua percentuale, com' è logico che accada trattandosi di una Fondazione. Ma la Banca di Roma dovrà vedersela con almeno due agguerriti concorrenti, Unicredito Italiano e la cordata delle banche popolari messa insieme dal presidente della Popolare Vicentina, Gianni Zonin, d' intesa con lo stesso presidente del Mediocredito, Gianfranco Imperatori, mentre il Monte dei Paschi di Siena, che ieri ha riunito il consiglio, ha abbandonato la corsa e ha annunciato di puntare alla Banca del Salento. Oggi, come sottolineato, scadono i termini per la presentazione delle offerte non vincolanti. Offerte che il comitato guidato dal direttore generale del Tesoro, Mario Draghi, esaminerà la prossima settimana. Prima della presentazione delle offerte vincolanti (che vanno consegnate entro il 20 ottobre), infatti, il Tesoro deve scegliere ancora la procedura di vendita. Le opzioni sono due: cessione in blocco del 100% del Mediocredito, oppure Opv e creazione di un nocciolo duro pari al 30-35% del capitale dell' istituto. Una scelta che sarà fatta sulla base delle offerte presentate e fondamentale per capire chi potrà aggiudicarsi il Mediocredito. Banca Roma e Unicredito sono infatti interessati al 100%, mentre la cordata delle banche popolari punta a formare il nocciolo duro del 30-35%, lasciando all' Opv la quota rimanente. L' offerta delle popolari è stata messa tecnicamente a punto ieri in un incontro a Mediobanca (advisor di Zonin). La cordata comprende la Popolare Vicentina, che rileverebbe il 15%, la Popolare di Bergamo (che ha sostituito all' ultimo Novara e punta al 5%), la Popolare dell' Emilia (5%), la Cardif di Paribas (5%) e una sotto-cordata formata da imprenditori siciliani, Finnat e Ittierre (5-10%). Questa sembra la soluzione più gradita a Imperatori, che avrebbe avuto la garanzia di restare al timone del gruppo (cosa più difficile in caso di vittoria di Unicredito o Banca Roma). La soluzione dell' Opv, però, è ben vista anche da 40 intellettuali siciliani, fra cui Andrea Camilleri, Giuseppe Tornatore, Vincenzo Consolo, Elvira Sellerio, Gioacchino Lanza Tomasi, che hanno firmato un manifesto contro la vendita in blocco del Mediocredito e quindi del Banco di Sicilia, sottolineando di voler diventare azionisti dell' istituto di credito palermitano. E anche i sindacati siciliani hanno dato mandato al cda del Fondo pensioni della Sicilcassa di comprare azioni in caso di Offerta pubblica.


La Repubblica - Venerdì, 8 ottobre 1999 - pagina 48
Le novità in classifica
CAMILLERI ANCORA CAMILLERI SEMPRE CAMILLERI

Nessuna grossa novità in classifica. Gli arancini di Montalbano, l' ultimo romanzo di Camilleri (che ha quasi il monopolio della sottoclassifica di narrativa italiana) si riconferma primo, Veronika decide di morire di Paulo Coelho rimane saldamente secondo, Thomas Harris con Hannibal, terzo e Nicholas Sparks, con I passi dell' amore, quarto. Sempre presenti anche tre "piccoli libri": in ascesa Il piccolo libro dell' amore (quinto) e Il piccolo libro dei piaceri di Paul Wilson (sesto), mentre Il piccolo libro della calma, di Paul Wilson, ormai in classifica da 28 settimane, scende all' ottavo posto. In discesa anche Via col vento in Vaticano (nono) e Doppio sogno di Schnitzler (decimo). Unico ingresso Asterix le storie più belle di Goscinny e Uderzo. Ovvero fumetti. La classifica è stata effettuata dall' Istituto Cirm esplorando 60 librerie a rotazione.

Il Messaggero 25.10.1999 


Su Raidue
Montalbano:  indagini, eros e pasta alle sarde

ROMA — Un paesino della Sicilia che non esiste sulla carta geografica, salsedine, pasta con le sarde e delitti. Luca Zingaretti è di nuovo il commissario Montalbano in La forma dell'acqua e Il cane di terracotta, due film tv nutriti ancora una volta dalla colta regia di Alberto Sironi, che sbarcheranno su Raidue in primavera e sono stati tratti dai primi gialli di Andrea Camilleri. Un ritorno alle origini per due storie di mafia, eros e thanatos. Complicate come un rompicapo, dure, aspre, sporche, passionali e sensuali. al fianco di Montalbano, come sempre, la sua fidanzata Livia, interpretata da Katharina Bohm.

 

la Repubblica - Domenica, 24 ottobre 1999 - pagina 1
di CARLO MARINCOVICH

PER 5 MILLIMETRI

LA FERRARI ha vinto un altro e avvincente gran premio, quello nel tribunale di Parigi. Tutti sul podio, da Montezemolo in giù, compresi gli avvocati che sono stati grandiosi al pari dei tecnici di Maranello. In soli tre giorni sono riusciti a fare un miracolo: da vinti a vincitori, condannati per dieci millimetri sono stati assolti per cinque millimetri. Irvine e la Ferrari restano in testa alle classifiche piloti e costruttori. E' stato bellissimo questo Gp di Parigi vinto dalla Ferrari. Ma, ma... c' è sempre un ma. In una corsa di fine campionato, quando tutto è delicato e complicato, come si fa, per esempio, a misurare "un' ombra" con strumenti inadeguati? COSA aveva usato l' illustre delegato tecnico (fa il paio col delegato di polizia dei libri di Camilleri) per una misurazione di questo calibro? La fettuccia che il sarto porta sulle spalle? Un segno sul bancone come quelli che ti vendono le stoffe? Mah! Questo non s' è capito. E l' ancor più illustre delegato tecnico della Ferrari, mister Brawn, cos' ha portato in aula di tanto convincente per giudici di mezza Europa? Un microscopio? Un raggio laser? Mah! Non s' è capito neppure questo. Ma tralasciamo il problema tecnico. Ce n' è anche uno giuridico che nasce da questi benedetti regolamenti tecnici e sportivi. In Malesia viene invocato un articolo, a Parigi ne spunta fuori un altro. Badate bene: se aprite queste voluminose "pandette" federali il secondo articolo è poche righe più in là del primo, mica in un altro libro dimenticato in cantina dalla nonna di Mosley. Ma nessuno l' aveva visto. Bravura degli avvocati, con occhi da falco. Prima sembravano intoccabili quei dieci millimetri poi si viene a sapere che c' era una tolleranza. Va benissimo, siamo in una società civile, la tolleranza ci vuole. Ma sarebbe meglio saperlo prima con chiarezza. Possibile che la tolleranza venga scoperta dopo tanti calcoli, progetti, verifiche al computer, gallerie del vento e tanti soldi spesi? E i commissari sportivi che avevano avallato tutto questo pasticcio di metri fantasma, di centimetri e millimetri impalpabili? Ah, questo s' è capito: le procedure, la fretta, e bla bla. Vogliamo parlare anche della stampa? S' è capito pure questo: asini tutti noi ad aver capito male quello che aveva detto Ecclestone ("E' uno scandalo" riferendosi alla squalifica della Ferrari), e quello che aveva detto Mosley ("Ah, le regole sono sacre"). Beh, ci siamo abituati: la colpa è sempre nostra. Per essere più chiari: non stiamo denigrando la Ferrari per come ha spezzato le reni a tutti. Laurea con 110, lode, abbraccio accademico e pubblicazione. Davvero, per tutto questo ed altro. Ma, ciò detto, come si fa a credere ai miliardi, alle tecnologie, alle regole sacre e ferree, a questo e a quello quando poi tutto rischia di crollare per un metro avariato, una squadra un po' storta, un occhio appannato, una mano tremula? Ma davvero la F,1 è anche questo?


 Specchio 23 ottobre 1999  

Ai capi piace giallo


Che libri tengono sul comodino i responsabili delle piu' importanti testate italiane? Un classico o un thriller? Un saggio o un romanzo? Un testo impegnato che serve per il lavoro o un racconto d'evasione? Un bestseller o una chicca da intenditore?

E' Andrea Camilleri il piu' letto dai direttori di giornali italiani. Viene cosi' confermato il suo momento magico: sei dei dieci romanzi italiani piu' venduti sono i suoi.

"E' la cosa che mi ha rilassato di piu' nell'ultimo anno" racconta Ennio Chiodi, direttore di T3 - credo ormai di avere letto l'opera completa". Appasionati del giallista siciliano anche Marcello Sorgi de La stampa (ha appena letto Il corso delle cose), Riccardo Berenghi del Manifesto (che lo alterna ad altre letture), Gaetano Rizzuto del Secolo XIX e Pierluigi Magnaschi dell'Ansa. Brevi e accattivanti, le indagini del commissario Montalbano sono ideali per i momenti di relax. Secondo il direttore dell'Ansa, pero', aiutano anche a mantenere un filo diretto con il lavoro: "Perche' la lettura serve per sorvegliare lo stile, e Camilleri, in questo senso, e' perfetto. Una specie di sentinella. L'eleganza dehli aggettivi, per esempio. Lo leggi e ti ricordi quanto sia importante"...

di Matteo Gamba e Simone Spina



Curiosita' ... 

Una curiosità autobiografica su Camilleri, non ha mai sostenuto l'esame di maturità perché a metà maggio del 1943 il preside del liceo classico di Agrigento, frequent ato da Camilleri, decise che sarebbe valso il solo scrutinio a causa dell'imminente sbarco in Sicilia delle forze alleate. A giugno infatti inizia come ricorda lo scrittore 'una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura.