Panorama 09.07.1998ALL'INDICE Caro Camilleri, stia attento al suo pubblico di Roberto Cotroneo
Il caso Camilleri fa abbastanza impressione, perché indica uno strano
modo di leggere degli italiani. Camilleri è scrittore di buon talento, che predilige l'aspetto artigianale,
minimo, quasi dimesso della letteratura. E lo predilige alla letteratura che vuole essere spettacolare,
epica, grandiosa, in una parola, "alta".
Inoltre Camilleri scrive gialli, mette in scena un commissario, Montalbano, tanto simile a mille altri commissari che ben conosciamo. E ambienta le sue storie in un
luogo immaginario della Sicilia. Storie che scrive usando il dialetto, ma che non è un linguaggio rivoluzionario,
reinventato, non è il lombardo di Gadda, non è neppure il siciliano denso e sofisticato di Vincenzo Consolo.
È una lingua che si fa leggere. Camilleri è bravo, e vende bene. I suoi libri figurano talvolta nei primi
tre posti tra i libri più venduti.
E questo non può che far piacere, anche perché Camilleri è
uno che parla il meno possibile, e preferisce scrivere. Ma il pubblico di Camilleri può essere molto
peggio del suo autore (a volte accade che il pubblico sia peggiore dell'autore che predilige): e questo
perché i motivi del successo di Camilleri non vanno ricercati nel suo valore letterario - spesso troppo
altalenante e troppo di genere per dare una valutazione - ma nel suo "non essere" letterato, nel suo
modo di rassicurare il pubblico: con libri brevi, che della letteratura prendono il meno possibile, e
della vita il più possibile.
Quei libri di Camilleri sembrano così poco intellettuali da diventare
libri per un pubblico che ormai detesta la letteratura come sfida, come piacere culturale, come gioco
borgesiano, come labirinto.
I lettori di Camilleri si possono liberare dai complessi di inferiorità
che gli può generare l'ultimo romanzo di Günter Grass o di Tim Parks. Sono liberi di adottare un autore
che gli permetta di disprezzare la letteratura. Sempre che Camilleri non faccia come il grande
Simenon.
I Maigret per il pubblico, i grandi romanzi per i letterati. Solo così Simenon è diventato un grandissimo
della letteratura del Novecento.