Mini recensione |
Un inchiesta del commissario Federico (Fefè) Sartori (e penso l'ultima ma non posso confermarlo al momento).
Deve andare a Milano a sostituire il collega Ruggeri, dovendo quest'ultimo subire un intervento chirurgico assai serio.
Si trova ad indagare su una serie di sequestri.
Bellissimo giallo, costruito a modo d'arte con agenti "umani" senza supereroi.
Enna ci tuffa nella vita di Sartori non senza qualche sorpresa.
Il finale è nientemeno che sorprendente.
Una scoperta, almeno per me, ma non per i specialisti.
Ecco cosa si dice di lui, tratto da IBS (che in realtà è una parte della seconda e terza di copertina):
"Franco Enna è lo scrittore che forse ha provincializzato il giallo italiano. Savinio e lo stesso Calvino avevano dato una sentenza definitiva: il paesaggio domestico non è adatto a fare da scenario a un poliziesco.
Cannarozzo, alias Enna, senza osare ancora presentarsi con un nome così poco in tono con le atmosfere del thriller, osava invece tra i primi, negli anniCinquanta, tuffare il delitto, il torbido e l'intrigo nelle nostre pigre e crepuscolari province, magari le più folcloristiche, come Marsala ePantelleria. E creava un genere che Alberto Tedeschi battezzò "giallo d'arte", intendendo con ciò quello che oggi chiameremmo giallo realistico." |