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Aperitivo con Andrea Camilleri

libreria Feltrinelli - Largo Argentina - Roma, 24 aprile 2004, ore 12.00



Stranamente arrivai in largo anticipo per l’aperitivo con il Sommo, ma, ahimè! Solo posti in piedi.

Il piccolo soppalco, adibito al ristoro all’interno della libreria, era già gremito. Che fare? Furbamente, con passo felpato ma deciso, mi andai a impossessare di una seggiola sottraendola da una saletta attigua, che posizionai in un angoletto, strategico, vicinissimo a dove, poi, avrebbe preso posto Camilleri. :-D

Ci dicono che Camilleri sta arrivando…… applausi……

L’omino della Feltrinelli (e qui non vorrei fare una figuraccia con il suddetto omino ascrivendolo a dipendente della Feltrinelli - senza nulla togliere ai dipendenti della medesima, anzi beati loro che lavorano in una libreria – quando, magari, è un famoso giornalista che io purtroppo non ho riconosciuto e a cui non ho chiesto il nome – per la verità non si è presentato…. insomma, non me ne voglia, ero talmente presa da altro…) ;-))

Dunque, dicevo, l’omino della Feltrinelli: “Ed ecco a voi l’idolo del rock!!!!!!!! (applausi)…… Io credo che scrivere un libro è una fatica enorme, quindi mi fa molto piacere vedere tutta questa gente che premia questa fatica e che naturalmente legge i libri di Camilleri….. Se c’è qualcuno che vuole rivolgere domande???….”

Camilleri: “…no…. perché io volevo fare una precisazione…. a me era stato detto: andiamo a bere una cosa. Quindi pensavo che qualcuno si avvicinava, toccava l’idolo del rock, poi se ne andava…. al massimo si faceva firmare un autografo sul braccio… no?!….. se si tratta di parlare la cosa cambia. Non che mi voglia tirare indietro…. ma….. almeno sapere le regole del gioco…”

Signora: “Non Le fa piacere? ci sono anche tanti giovanissimi…” (devo dire che l’età media dei partecipanti era abbastanza alta lì, nel soppalco….a parte me ;-) e qualche giovanissimo (issimo?) accalcato sulla scala alle spalle del Sommo).

Camilleri: “Sì, i giovanissimi fanno piacere…. lo dico a denti stretti (risate)….. perché comincio ad essere a una età avanzata nella quale mi cominciano a fare una certa invidia……… però questa è la natura delle cose….”

Om. Feltr.: “C’è qualcuno che vuol rivolgere una domanda in particolare su un libro…. su una situazione…. su un personaggio….."

Signora 2: “Io sono una appassionata dei suoi libri e ne ho letti tanti. Purtroppo mi trovo spesso in difficoltà perché di molte parole in siciliano, che sono anche bellissime (perché ogni dialetto è bello) non ne capisco il significato. Perché alla fine dei suoi libri non ci mette la spiegazione, un piccolo glossario?”

Camilleri: “Dunque, questa faccenda del glossario. Quando Garzanti pubblicò il mio libro che era ‘Un filo di fumo’, mi disse: Però bisogna che lei faccia un glossario. Vabbè facciamo sto glossario! Devo dire che lo scrivere il glossario mi divertì assai più che scrivere il romanzo. Far questo, però, mi costò l’amicizia di Stefano D’Arrigo...... grandissimo autore dell’Horcynus Orca, il quale si era rifiutato assolutamente di mettere il glossario alla fine delle centocinquanta pagine che Vittorini gli aveva pubblicato. ”Ma comu tu u glossario ci mittisti?” “Sì!”…. Si alzò e se ne andò e non mi rivolse la parola per almeno due o tre mesi. (questo nanetto, noi, lo conosciamo bene ;-)) Ora! Io so che c’è una difficoltà e anche grossa, per alcuni, però vi dico… spiego tanto nel contesto, che se, per amor del cielo, si perde una parola non è che poi sia un gran danno… l’essenziale è capirne il senso e il significato di quello che si dice….. non è che è pigrizia non fare il glossario. Il glossario c’è già, esiste. Non è che ogni volta, per ogni romanzo io mi inventi tante altre parole. Poi c’è, su Internet, questa manica di pazzi, che sono quelli che fanno il Fans Club di Camilleri…. (qui ho alzato un dito a dire che ne ero una rappresentante e, il Sommo, mi ha indicato al pubblico ridendo) che sono in grado…. che hanno fatto già un glossario. Che sanno assai di più di quanto non sappia io di me stesso (risate)… ecco basta collegarsi e si ha qualsiasi risposta….” :-))))

Signora2: “Volevo dirle che io invece essendo figlia di siciliani e con una passione per i suoi libri, per mia fortuna non ho nessuna difficoltà a comprenderne alcune parole……”

Camilleri: “Bè, ma non è detto che siano i siciliani solo a non avere difficoltà. Una cosa che racconto sempre, proprio di questo romanzo di cui parlavamo (Un filo di fumo), i primi a scriverne furono, in assoluto: una rivista letteraria di Pola, poi venne un giornale di Bolzano e poi quelli della Valle D’Aosta. Facendomi venire un mezzo infarto. Oddio! sono uno scrittore mitteleuropeo!!!! e non lo so??!! (risate). Ma la realtà era, più semplicemente, che questa gente è abituata al bilinguismo e quindi c’ha una particolare commutazione nel cervello. Questo allenamento le permette in qualche modo di captarne immediatamente il senso. I siciliani vennero assai dopo dei piemontesi e dei liguri nel capire come scrivevo….. perché, i siciliani, credendosi i detentori dell’unico dialetto….. invece non è vero, ci sono centomila parlate, si trovavano in disaccordo per certi modi miei di scrivere … o non capivano o facevano finta.”

Linda: “Ho delle domande da porle da parte di alcuni componenti del suo Fans Club. Mario, detto Catarella ;-)) chiede: Quanto ha influito il suo successo di questi anni, sulla sua produzione, in termini di numero di libri pubblicati?”.

Camilleri: "No..no! Il successo non ha influito sulla voglia di scrivere. La voglia di scrivere rimane intatta al di fuori del successo proprio nel modo più assoluto. Vedete, la Sellerio ha pubblicato, recentissimamente, un libro che raccoglie tutti gli interventi che sono stati fatti in occasione di un convegno, poco più di un anno e mezzo fa, intitolato: Il caso Camilleri. Dove, un critico finissimo come Angelo Guglielmi dice: forse Camilleri scrive poco. Ora, a parte il fatto che io vorrei sapere il troppo rispetto al discorso… no??!!…. C’è una misura di quanto bisogna scrivere??? Questo vale per Balzac, per esempio??? Vale per Maupassant?? E non vale per Kafka, metti conto??? Allora uno dice, qual è la misura??? E poi, seconda domanda subalterna: E perché rispettare la misura?… Quindi, io mi sento un impiegato delle poste e telegrafi, perché essendo andato in pensione ed avendo una gran voglia di raccontare, la mattina mi metto davanti al computer e mi metto a fare le mie quattro ore di lavoro (mormorio in sala: meno male!). Sono un artigiano intagliatore di mobili, che c’ha la sua bottega che la apre la mattina e si mette a travagliare, dopo di che se qualcuno dice: Questo libro è meglio di quest’altro… questo non vale niente, o forse. Fatti loro!! Non miei. Io ho cercato di fare un mobile che secondo me poteva andare sul mercato e poteva essere venduto. Tanti mobili non li ho messi sul mercato, li ho distrutti… o ho riciclato del materiale per farne di altri. Il momento nel quale io smetterò di scrivere coinciderà esattamente o con un alzheimer avanzato o con il momento della mia morte. E, poi, tra l’altro profondamente non mi interessa né il troppo né il poco… io scrivo, basta! Poi sono i lettori a darmi una risposta. Sono i lettori quotidianamente, perché non è vero che ogni volta che io pubblico un libro ha la stessa risposta. Ho risposte diverse lo si vede dal numero di copie che si vendono …. e non è la pubblicità che si può fare su un giornale a determinare il successo di un libro. E’ il passaparola. E’ la telefonata, è il dire questa volta Camilleri non mi è piaciuto per niente. Stavolta Camilleri mi è piaciuto….. succede… perché data la mia idea di letteratura…. nelle mie possibilità di alto artigianato…… questo può succedere…..”

Linda: “Grazie…”

Signora 3: “Mi scusi, non è una ricchezza la varietà?! Lei dice: mi spiace se agli altri non piace. Si è equiparato ad un artigiano. Faccio i mobili. I mobili son belli perché son vari…. a chi piace il moderno, a chi l’antico…. lei piace immensamente…..”

Camilleri: “Signora, qui c’è un problema che è molto vasto e molto serio, cioè a dire: che in Italia, lo ripeto con le stesse parole con le quali spesso l'ho già detto, il valore della letteratura è dato dalla capacità di costruire una cattedrale. Se uno costruisce piccole chiese di campagna, gradevolissime, non porta nulla, rispetto a chi tenta (perché non sempre ci riesce) di costruire una cattedrale. Noi abbiamo, in Italia, un’idea di letteratura assolutamente aristocratica e assolutamente altissima, che sarebbe l’opera ideale. Sarebbe quella dell’unica opera sulla quale un autore si è impegnato per tutta la vita…. punto e basta! E di questa messa sull’altare, dell’opera unica… o quasi, finiamo col darne una versione sacrale. L’esempio che ne abbiamo quotidianamente nelle scuole è dato dai “Promessi sposi” di Alessandro Manzoni. Questo libro messo su un altare, considerato la summa della morale possibile e della letteratura possibile, finisce con l’essere rifiutato in toto dagli studenti nella interpretazione che ne danno i professori….. quando poi arrivate a 32 anni, come è capitato a me, e vi viene voglia di leggere I promessi sposi…. e ve li leggete liberi da qualsiasi costrizione scolastica…. vi rendete conto che: 1) il romanzo è tutto un’altra cosa di quello che vi hanno fatto credere a scuola; 2) che è un grandissimo romanzo…. enorme…. proprio per le ragioni opposte di quelle con le quali ve lo hanno presentato a scuola…..” (applausi)

Signora 4: “Sul Giro di boa, lei manda all’ospedale Montalbano…che fine je fa fà..(re)????”

Camilleri: “….. Fermi!!!!!…. (risate) … Allora, mentre io scrivevo questi tre racconti per Mondadori (almeno scrivevo il terzo, perché gli altri sono stati scritti in altri momenti…) mi capitò che il racconto che stavo scrivendo cominciasse a starmi stretto via via che lo scrivevo. Cioè a dire, a me stesso: io questo racconto dentro le cento pagine non ce la faccio a farlo stare…. E, quindi, piuttosto che rovinare un racconto, castrarlo in alcune parti per farlo rientrare nelle cento pagine….. ma perché non lo scrivo a parte? E così ho fatto, mentre scrivevo questi tre racconti, ho scritto un romanzo, cioè questo racconto che ha preso lo sviluppo di un romanzo… uscirà a ottobre da Sellerio, come tutti i romanzi di Montalbano, e si chiama “La pazienza del ragno”. E si attacca esattamente al momento nel quale il commissario Montalbano entra dentro l’ospedale dove lo stanno portando i suoi compagni…. mi pare che sia Fazio….. Come vedete sopravvive!!!!!” (risate)

Linda: “Posso fare un’altra domanda? Domanda che può sembrare stupida, ma mi voglio togliere una curiosità. In copertina su questo ultimo ci sono due carabinieri che con Salvuzzo nostro non ci azzeccano nulla…. chi le sceglie le copertine???” ;-)

Camilleri: “Allora….ci sono due carabinieri in copertina….. ma, la copertina l’ha scelta la Mondadori!!!!”

Linda: “Bè, si è sbagliata clamorosamente!” ;-)

Camilleri: “No!…. non è che sbaglia…(ridendo). Da sempre, in Italia, la legge sono i carabinieri….”

Linda: “Comunque, è carina l’ombra dei carabinieri che ha la forma della Sicilia…”

Camilleri: “Si carina l’ombra che sembra la Sicilia…. Ci manca solo un pinocchio in mezzo….(risate)… Comunque sempre per questo contestato rapporto dei carabinieri, io voglio dire che, roba di qualche sei/sette mesi fa, mi ha telefonato un colonnello dei carabinieri responsabile dei servizi esterni…… Ora, sapete … rispondere e sentire: “Pronto qui è il comando dei carabinieri”. Uno non è che si sente tranquillo… mai!!!! Anche se ha la coscienza a posto…… (risate) ”Senta dottore le vorrei parlare…” e viene da me e mi fa una proposta che io ho subito accettato con entusiasmo. Voi sapete che da circa cent’anni i carabinieri ogni anno fanno il loro calendario….. Mi dice abbiamo pensato per l’anno 2005 di imperniare il calendario su un suo racconto…. se lei ce lo scrive. Lei ci scrive un racconto con protagonista un carabiniere, noi lo facciamo illustrare e nel 2005, il calendario, sarà solo il suo racconto. Io questo racconto l’ho scritto, a loro è piaciuto molto. E l’anno prossimo il calendario dei carabinieri sarà con un mio racconto (ma gnentegnente è uno scoop???!!!!:-DDDD). Questo non autorizza nessuno a pensare che io tradisca, anche se c’è stata ‘sta malaugurata copertina….. (risate)…. non mi metterei mai in mente di tradire il povero Montalbano con i carabinieri….. (risate)…. Ma, sono quelle piccole infedeltà che come in tutti i matrimoni finiscono per rafforzarne il medesimo ….” (risate)

Om. Feltr.: “Però Camilleri, lei prima o poi se l’aspetta una telefonata del questore….”

Camilleri: "…..Ah, sì, sì!…." (risate)

Om. Feltr: "Perché c’è sempre stata questa rivalità…."

Camilleri: "Si, c’è sempre stata!!! Un giorno, D’Alema, che allora era segretario del partito, mi telefonò per dirmi, (dato che sei giorni prima del festival di Mantova c’era il festival dell’Unità): “Perché non vieni che facciamo una serata con Vázquez Montalbán?” Allora io ci andai, e così avemmo questo bell’incontro con Montalbán, dove il moderatore era appunto D’Alema. Alla fine, chissà perché, io venni scortato da quattro carabinieri…. non so perché (risate)…. i quattro carabinieri mi misero in mezzo e andammo (risate)…. C’era un appuntato, che ad un certo punto, guardando sempre fisso davanti a sé, come fanno i militari rimanendo fermi e guardando sempre diritto, piegò l’angolo della bocca verso di me e mi chiese: ma quando si decide a scrive una cosa sui carabinieri?" (risate e applausi)

Qui la registrazione è rovinata e la domanda che aveva formulato un'altra signora non si sente molto bene. Da quello che mi ricordo chiedeva se fosse un caso il successo del Sommo in tarda età o se era abbastanza frequente. E, se frequente, quindi, molti potevano continuare a sperare in un riconoscimento, anche se tardivo.

Camilleri: “Il povero principe Tomasi di Lampedusa non riesce a vendere i suoi libri se non in tarda età. Si pensi all’episodio, splendido, del cugino di Tomasi, cioè il poeta Lucio Piccolo…. Che manda delle poesie a Montale, bellissime! Montale rimane sturbato, come si dice a Roma, e scrive un articolo, Montale, indicandolo come un giovane poeta….. invece, poi, si trova davanti un signore di 65 anni con maggiordomo e con le valigie con dentro le lenzuola… e sì, perché lui non dormiva con le lenzuola d’albergo ma dormiva con le proprie di lenzuola...... Mah, potremmo fare diecimila esempi…... Gesulado Bufalino è arrivato tardissimo…. Io non è che sono arrivato così tardi… io ho cominciato a scrivere nel ’67, sono del ’25…. ero già maturo, ma non è che ero vecchio, però gli editori mi hanno fatto perdere 10 anni per pubblicare un mio libro. Il libro è uscito nel ’78…. il primo libro. Il secondo è uscito nell’80 … e, quindi, voglio dire certo che è tardivo l’inizio letterario, ma… non tutto per colpa mia… e comunque sempre meglio tardi che mai!… (risate)… piuttosto che arrivare alla drammatica situazione di spararsi …. di ammazzarsi, e poi vedersi riconoscere post-mortem il proprio valore, il che sinceramente non mi da nessuna soddisfazione......" (applausi)

A questo punto hanno servito l'aperitivo (uno spumantino dolciastro, blà! roba da femminucce!!);-) e, quindi, non ho potuto sottoporgli le domande di Piero u Mutanghero e di Angelo. Non me ne vogliate, non è stata colpa mia, me le terrò buone per la prossima volta :-D Dunque mentre servivano 'sta ciofeca, mi sono avvicinata al Sommo per dargli la videocassetta, quella con Guccini al Valle di Roma. "Volevo darle...." da questo momento ci siamo parlati telepaticamente, nel senso che, il Sommo, quando ha visto la videocassetta ha corrucciato la faccia dove gli si leggeva chiaramente: Oddio! magari vuole che visioni un suo cortometraggio. Che Camurria!!!! Ma il mio sorriso a centocinquanta denti che voleva dire: non si preoccupi, niente di tutto ciò! l'ha rassicurato notevolmente. Quando ho ripreso ad usare il verbo......: "Volevo farle dono di questa videocassetta che è la registrazione del suo incontro con Guccini....." non mi ha fatto neanche finire.... e con il viso rischiarato da un sorriso (e da un sospiro di sollievo) mi fa: "Grazie!!!! questo sì che è divertente". Scambio di battute, stretta di mano, saluti al Fans Club e si allontana... ma per uscire dal soppalco (una trappola per la verità) c'è la calca..... mi rimetto nel mio angoletto iniziale (verificatosi sempre più strategico) e telefono a U Presidenti. Mi risponde la First Lady (è stato un onore nonchè un piacere per me parlarci) la quale mi dice che Filippo è impossibilitato a rispondere perchè alla guida del suo bolide. Ma meno male che ha accostato e mi ha parlato, perchè mentre gli raccontavo di come era andata mi sono ritrovata faccia a faccia con Camilleri. Lui mi ha guardata e io con la mia faccia di bronzo (per usare un eufemismo): "Ho Filippo Lupo al telefono....." "Passamelo che lo saluto..." ho deglutito l'emozione e: "Filippo, ti passo il Sommo...."

Linda (Diligata pe' l'Urbe)