home page





Università degli Studi di Cagliari

Facoltà di Studi Umanistici

 

Giuseppe Marci [gmarci@unica.it]

 

 

II Seminario sull’opera

di Andrea Camilleri

Con il patrocinio del Magnifico Rettore dell’Università

4 febbraio – 1 marzo 2014

Aula Magna Via San Giorgio, 12

 

 

Programma

 

Martedì 4 febbraio

11-13 Giuseppe Marci, Duilio Caocci, Presentazione

 

Venerdì 7 febbraio

11-12 Pamela Ladogana, L’arte del Novecento nel ciclo di Montalbano: Mafai, Pirandello e Guttuso

 

Lunedì 10 febbraio

11-12 Marco Pignotti, Le fonti storiche nell’opera di Andrea Camilleri

12-13 Giovanna Caltagirone, Il Risorgimento nell’opera di Andrea Camilleri

13-14 Claudia Canu Fautré, Il giallo mediterraneo

 

Martedì 11 febbraio

11-13 Saber Mahmoud, “La concessione del telefononella traduzione in arabo di Emad El-Baghdady

 

Venerdì 14 febbraio

11-13 Antioco Floris, Il commissario Montalbano dal cinema mentale alla televisione

 

Martedì 18 febbraio

17-18 Mauro Pala, Attualità  di Un filo di fumo. I romanzi storici di Camilleri e la storiografia contemporanea sul Mezzogiorno d’Italia

 

Giovedì 20 febbraio

17-18 Giovanni Caprara, La traduzione spagnola de Il ladro di merendine.

18-20 Daniela Zizi, Simona Cocco, Valeria Ravera, Tradurre dall’italiano allo spagnolo: problemi e strategie tra lingua standard e varietà regionali

 

Venerdì 21 febbraio

11-12 María Dolores García Sánchez,  Influssi ispanici nell’opera di Camilleri

 

Lunedì 24 febbraio

11-12 Luigi Tassoni, Da Caravaggio a Kokoschka: i personaggi-immagine di Camilleri

12-13 Milly Curcio, Le inquisizioni di Camilleri

13-14 Pau Vidal Gavilán, La traduzione in catalano dei romanzi di Camilleri

  

Martedì 25 febbraio

9-11 Simona Mambrini, Paola Cadeddu, Tradurre la lingua di Camilleri in francese: strategie a confronto

14,30-17 Luisanna Fodde, Daniela Virdis, Margherita Dore, Isabella Martini, Elena Sanna, Claire Wallis, La traduzione inglese de Il ladro di merendine         

17-19 Tavola rotonda con Serge Quadruppani, Stephen Sartarelli, Jon Rognlien, Pau Vidal Gavilán, Rafael Ferreira

 

Giovedì 27 febbraio

11-12 Francesca Boarini, La traduzione tedesca de Il colore del sole

12-13 Massimo Arcangeli, Il ciclo di Montalbano fra lingua e stile

13-14 Rafael Ferreira, La traduzione in portoghese dei romanzi di Camilleri

 

Venerdì 28 febbraio

 11-12 Mario Selvaggio, Giulia Di Giorgi, Il ladro di merendine e la sua versione francese: riflessioni traduttologiche

12-13 Giuseppe Marci, Duilio Caocci, Conclusione

 

Sabato 1 marzo

11  Incontro con Luca Zingaretti

 

(è previsto il riconoscimento crediti)

 

 

Università di Cagliari, 31.1.2014

Dal 4 febbraio il Seminario sull'opera di Andrea Camilleri

Cagliari – Comincia martedì 4 febbraio alle 11 il Seminario sull’opera di Andrea Camilleri, organizzato a Cagliari con il patrocinio del Magnifico Rettore dell’Università. L’iniziativa, tanto attesa non solo dagli studenti e non soltanto in Ateneo, si concluderà il primo marzo, dopo un fittissimo calendario di incontri, lezioni e convegni.
Decine i docenti coinvolti nelle lezioni previste, quando è ancora vivo il ricordo della Laurea honoris causa attribuita di recente dall’Ateneo al Maestro autore di volumi ormai conosciuti, apprezzati e studiati in tutto il mondo, specie la serie del Commissario Montalbano. Non è infatti un caso che il Seminario si concluda con un incontro – come detto, sabato primo marzo – con Luca Zingaretti, il popolare volto televisivo del personaggio di Camilleri. Gli incontri si terranno nell’Aula Magna di via San Giorgio, 12 (Campus Aresu).
E’ previsto, per i partecipanti, il riconoscimento di crediti formativi.

 

Università di Cagliari, 4.2.2014

Seminario su Camilleri, la letteratura motore di impegno civile


L'intervento del prof. Marci

Cagliari – “La letteratura serve a farvi padroni della città e imparare a gestirla insieme agli altri”. Con questo invito si è chiusa questa mattina l’appassionata introduzione di Giuseppe Marci al secondo seminario (“filologico, letterario, linguistico, storico e artistico”, lo ha definito il professore) sull’opera di Andrea Camilleri, in corso da oggi e fino al primo marzo nell’Aula Magna dell’ex Clinica Aresu di via San Giorgio. Conclusioni – il primo marzo – con Luca Zingaretti, il volto televisivo del commissario Montalbano.
Prima di cedere la parola al collega Duilio Caocci, il prof. Marci - docente di Filologia italiana, già preside della facoltà di Lingue - ha guidato i numerosi presenti tra le righe dell’imponente bibliografia dell’inventore del commissario Montalbano, sottolineando che “la lingua di Camilleri è uno strumento formidabile per capire un po’ di più il nostro Paese”, recentemente definito “crazy and beautiful” dal regista Paolo Sorrentino, citato davanti ad una platea composta non soltanto da studenti della facoltà, ma anche da numerosi appassionati del Maestro siciliano.
Vivo il ricordo della laurea honoris causa concessa l’anno scorso anche nelle parole del Rettore Giovanni Melis, intervenuto all’apertura del seminario: “Rimasi impressionato – ha rivelato il Magnifico – dalla sua lezione e, ancora di più, dall’interesse che la sua opera suscita anche tra i più giovani. L’Ateneo sostiene con convinzione questa iniziativa, perché Camilleri è una bella figura del nostro mondo culturale, e questo  seminario mostra come l’Università si apra all’esterno anche in chiave divulgativa, con iniziative diverse dalla classica attività di ricerca”.
Il prof. Marci ha quindi sottolineato il grande apporto culturale e morale dei relatori che hanno contribuito a realizzare “una macchina così complessa e ampia”: 32 i docenti coinvolti (di cui 20 della sola Facoltà cagliaritana di Studi umanistici), 4 da atenei stranieri (Spagna, Ungheria e Brasile, per citare alcuni Paesi di provenienza). Tutti chiamati a Cagliari a confrontarsi sull’opera di uno dei più grandi scrittori contemporanei. Tra gli studenti iscritti al seminario, che dà titolo a crediti formativi, anche un giovane studente di Città del Messico, a Cagliari nell’ambito di un programma di mobilità internazionale.
L’iniziativa cominciata questa mattina giunge dopo quasi 20 anni di studi sull’opera di Camilleri: il primo seminario cominciò – l’anno scorso – proprio nel giorno in cui uscì “La rivoluzione della luna”, l’ultima fatica dello scrittore siciliano. “Un segno di buon augurio”, ha concluso Marci.


L'intervento del prof. Caocci

 

Università di Cagliari, 24.2.2014

Come ho disegnato le sfaccettature del commissario Montalbano



Cagliari – L’incontro con Luca Zingaretti, il popolare volto televisivo del Commissario Montalbano chiuderà sabato 1 marzo alle 11 il secondo seminario sull’opera di Andrea Camilleri, coordinato dal prof. Giuseppe Marci, che dal 4 febbraio ha visto alternarsi a Cagliari decine di illustri relatori.
L’incontro con Zingaretti, dal titolo “Come ho disegnato le sfaccettature del commissario Montalbano”, si terrà nell’Aula Magna del Campus Aresu (via San Giorgio 12) a Cagliari e verrà trasmesso in streaming.

Hanno partecipato al II Seminario sull’opera di Andrea Camilleri gli studenti:
Valentina Ardu, Azzura Ariu, Claudia Ariu, Martina Atzori, Elody Batzella, Claudia Bissiri, Matteo Bruzzi, Valentina Cadeddu, Francesca Casti, Sofia Casula, Paola Collu, Valentina Cossu, Delia Cucca, Michela Delussu, Sara Frongia, Ileana Granara, Sarah Hirsch, Agnieszka Juszczyk, Claudia Lancioni, Federica Ledda, Ivana Ledda, Silcia Lovicario, Elena Manca, Claudia Marongiu, Daniela Eleonora Medda, Michela Mereu, Antonella Mocci, Sonia Muccelli, Federica Olia, Giorgia Orecchioni, Stefania Orofino, Emanuela Orrù, Valentina Palermo, Simona Palmas, Livia Paribello, Carla Pili, Carla Pinna, Michela Pinna, Veronica Pintus, Emmanuele Piras, Simona Piras, Antonio Francesco Piredda, Carla Pittiu, Alessandra Salis, Maria Giulia Salis, Chiara Sarais, Stefania Sarais, Valentina Siddi, Claudia Spano, Alessandra Testoni, Ilaria Tore, Jessica Zaru e Andrea Zoccheddu.

I docenti:
Massimo Arcangeli, Francesca Boarini, Paola Cadeddu, Giovanna Caltagirone, Claudia Canu Fautré, Duilio Caocci, Giovanni Caprara (Università di Malaga, Spagna), Simona Cocco, Milly Curcio (Università di Pécs, Ungheria), Giulia Di Giorgi, Margherita Dore, Rafael Ferreira (Università di Cearà, Fortaleza, Brasile) Antioco Floris, Luisanna Fodde, María Dolores García Sánchez, Pamela Ladogana, Roberta Leu, Saber Mahomud, Simona Mambrini, Giuseppe Marci, Isabella Martini, Mauro Pala, Marco Pignotti, Ignazio Putzu, Valeria Ravera, Maria Elena Ruggerini, Elena Sanna, Mario Selvaggio, Veronka Szöke, Luigi Tassoni (Università di Pécs, Ungheria), Daniela Virdis, Claire Wallis, Daniela Zizi.

I traduttori di Camilleri:
Serge Quadruppani, Jon Rognlien, Stephen Sartarelli, Pau Vidal Gavilán.

Con la collaborazione di: Associazione Studentesca Jan Palach

 

Sardegna Oggi, 1.3.2014

Zingaretti a Cagliari: "Così sono diventato il commissario Montalbano"
Grande folla di studenti all'ex clinica medica, all'Università di Cagliari, per l'incontro con Luca Zingaretti, storico interprete del Commissario Montalbano. L'attore romano ha parlato del suo rapporto con il personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri.

Cagliari - Durante l'iniziativa, organizzata dall'ormai storica associazione Jan Palach, Luca Zingaretti ha raccontato la sua esperienza professionale, partendo dai sei mesi di provini che lo portarono ad essere designato come attore protagonista della serie televisiva Rai e del suo rapporto con Andrea Camilleri. Un racconto ricco di retroscena durante il quale viene svelata l'esortazione dello scrittore: “Sei già Montalbano, e se non lo sei già non lo sarai mai”.
Notevole importanza è stata data anche al territorio di Ragusa, luogo in cui è ambientata la storia del Commissario. La provincia viene descritta come “piccola nicchia ecologica”, che negli anni è rimasta libera dalle contaminazioni del turismo di massa e dalla mafia così radicata come nei territori circostanti.
“Montalbano piace perchè ragiona come i nostri nonni, uomini di una generazione che non aveva il cartellino del prezzo attaccato addosso – ha detto Zingaretti – una volta c'era integrità, ed un personaggio che ragiona all'antica a noi affascina perchè tuttavia non siamo contenti di esserci venduti”. L'attore ha poi avuto modo di fare una breve riflessione anche sull'attualità nazionale, confrontata a “quell'Italia che non c'è più” descritta nei romanzi di Camilleri: “Negli ultimi vent'anni il Paese si è devastato dal punto di vista dei conti ma soprattutto dal punto di vista etico, viviamo una situazione che - sostiene Zingaretti – può essere cambiata solo se ognuno nel proprio piccolo fa le cose per bene: questa è la battaglia che va combattuta e nella quale non mi sento di arretrare”. In conclusione poi una breve riflessione che sa di esortazione ai tanti studenti e appassionati giunti all'appuntamento: “E' mai possibile che una regione come la Sardegna non riesca a fare sistema?”
I temi di grande rilevanza affrontati durante l'incontro, come l'importanza di valorizzare il senso dello Stato, della cooperazione civile, e della necessità di mantenersi entro margini di integrità, hanno lasciato spazio anche a momenti di ironia: “Ho fatto molto bene Montalbano perchè sono un attore straordinario”, così ha voluto esorcizzare Zingaretti per giustificare il grande successo della serie Tv.
Alessio Ghiani

 

Università di Cagliari, 3.3.2014

Luca Zingaretti e Montalbano: "Una meravigliosa avventura"



Cagliari – “Una meravigliosa avventura”: così Luca Zingaretti ha definito il lavoro compiuto per portare sullo schermo l’opera di Andrea Camilleri, ed in particolare le gesta del Commissario Montalbano, che interpreta per la fortunata fiction in onda sulla Rai.



Dopo un “assolo” di quasi un’ora, l’attore romano non si è sottratto al fuoco di fila delle domande del numeroso pubblico accorso negli spazi dell’ex Clinica Aresu. Il Commissario Montalbano? “E’ un personaggio all’antica come i nostri nonni – ha spiegato – Ci affascina così tanto perché non ci va che ci siamo venduti. Nel suo mondo c’è ancora l’integrità, quel pudore che in tanti perdono facilmente nella nostra società. Una delle ragioni del successo del personaggio è l’essere costantemente fuori dal coro, forse ci restituisce quell’autenticità che abbiamo perduto”.



A conclusione del secondo seminario sull’opera camilleriana organizzato e coordinato dal prof. Giuseppe Marci (e patrocinato dall’Ateneo), l’incontro con Luca Zingaretti – cui ha partecipato anche il prorettore vicario, prof.ssa Giovanna Maria Ledda - ha consentito di svelare ulteriori aspetti anche della lavorazione del film: “E’ la prima volta che racconto il lavoro di trasposizione del libro dalle pagine all’immagine – ha ammesso l’attore – Sono stato allievo di Camilleri all’Accademia, e devo ammettere che era capace di trovare lo straordinario nel quotidiano, e ce lo insegnava. Era, già allora, un saggio che vedeva la vita con un sano distacco. Tra me e lui nacque all’epoca un buon rapporto, ma nulla di più. Dopo anni trovai con sorpresa nello scaffale di una libreria una sua opera, e ne rimasi fulminato”.



Segue la scoperta – quasi per caso – dell’avvenuta vendita dei diritti di quel volume al produttore Carlo Degli Esposti per la messa in onda di uno sceneggiato: “Dissi al mio agente che avrei voluto quel ruolo a tutti i costi – ha svelato il volto televisivo del Commissario -  Così mi sottoposi a lunghi provini, e alla fine ottenni la parte, e riannodai anche i fili del rapporto con Camilleri. Dopo essere stato scelto, studiai a lungo - annotando appunti per sei mesi - il personaggio, che risulta davvero desiderabile per un attore, per la quantità di informazioni fornite dall’autore nei suoi libri”.
testi Sergio Nuvoli -  foto Francesco Cogotti

 

tradurre, n.6, primavera 2014

Camilleri nel mondo
Un seminario all’Università di Cagliari


Ma come fanno i traduttori stranieri a rendere l’impasto lingua/dialetti di Gadda o il “padano” sui generis di Dario Fo, autori che pure godono all’estero di larga rinomanza? Se lo chiedono spesso quei traduttori italiani che si trovano alle prese con problemi analoghi offerti da autori di altre lingue: si pensi anche solo a Céline o a Ellroy. A una domanda del genere ha cercato di dare una risposta il secondo seminario dedicato all’opera di Andrea Camilleri che Giuseppe Marci ha organizzato, dopo quello più generico dell’anno scorso, tra febbraio e maggio all’Università di Cagliari.
Il problema costituito dalla traduzione di una varietà linguistica così particolare quale è il “camilleriano” è stato infatti il filo conduttore della serie di incontri. Accanto agli approfondimenti critici di singoli aspetti dell’opera di Camilleri, offerti, dopo l’introduzione di Marci e di Duilio Caocci, da Paola Ladogana, Marco Pignotti, Giovanna Caltagirone, Caludia Canu, Fautré, Antioco Floris, Mauro Pala, Luigi Tassoni, Milly Curcio, María Dolores García Sánchez e Massimo Arcangeli, grande spazio è infatti stato riservato alle versioni straniere. Ne hanno parlato Saber Mahmoud per l’arabo, Giovanni Caprara per lo spagnolo (con un’ulteriore attenzione al tema da parte di Daniela Zizi, Simona Cocco e Valeria Ravera), Pau Vidal Gavilán per il catalano, Simona Mambrini, Paola Cadeddu per il francese (con un’appendice da parte di Mario Selvaggio e Giulia Di Giorgi), Luisanna Fodde, Daniela Virdis, Margherita Dore, Isabella Martini, Elena Sanna e Claire Wallis per l’inglese, Francesca Boarini per il tedesco, Rafael Ferreira per il portoghese. E il 25 febbraio la traduzione ha rappresentato il tema centrale della tavola rotonda alla quale hanno partecipato alcuni dei traduttori dello scrittore. Nella circostanza, gli studenti hanno potuto assistere a un dialogo intenso e vario tra l’americano Stephen Sartarelli, autorità nei rapporti traduttologici tra inglese e italiano, il francese Serge Quadruppani, non solo traduttore di noti autori italiani, ma impegnato in presa diretta nel mondo dell’editoria, il catalano Pau Vidal Gavilán, che oltre che ai romanzi di Camilleri si è dedicato anche al Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, e Jon Rognlien traduttore, giornalista e critico letterario, figura di rilievo nel panorama dei rapporti culturali italo- norvegesi.
I protagonisti dell’evento hanno convenuto sull’atteggiamento che il traduttore deve assumere di fronte all’opera camilleriana: una lingua vernacolare non può essere tradotta con un altro vernacolo perché la ricerca di equivalenza dialettale produrrebbe inevitabili quanto indesiderati effetti comici. Tale principio si riconduce al noto assunto di Antoine Berman, che ritiene necessario un superamento di quelle traduzioni etnografiche che prevedono la realizzazione di un prodotto riadattato e deformato in conformità alla realtà della cultura d’arrivo, con un conseguente tradimento dell’essenza dell’originale. “Normalizzazione” quindi, oltre che atto imprescindibile, diventa parola chiave nell’approccio traduttivo all’opera camilleriana: un concetto non molto dissimile da quello che Andrea Camilleri propone, parlando di “banalizzazione” nel recente colloquio con Tullio De Mauro pubblicato da Laterza col titolo La lingua batte dove il dente duole. L’utilizzo di diversi registri e la resa di malapropismi e giochi di parole presenti nel testo di partenza sono altrettanti banchi di prova per chi voglia portare in un’altra lingua l’alternanza di varietà linguistiche propria dell’originale. Sartarelli ha detto di aver utilizzato il brooklynese, lo slang dei poliziotti siculo-italiani di Brooklyn, per rendere la parlata dell’appuntato Catarella, il cui linguaggio ignora le norme dell’italiano. Quadruppani invece ha reinventato la lingua (non a caso nei suoi testi ritroviamo un Montalbano je suis, invece di Je suis Montalbano), seguendo le stesse orme di Camilleri e integrando il suo francese quadruppaniano con termini tipici del sud della Francia. Dai loro differenti punti di vista, i traduttori hanno confermato, nella sostanza, alcune delle considerazioni svolte dai docenti esperti in linguistica e traduzione che, nelle lezioni introduttive dello stesso seminario, avevano analizzato le opere tradotte con l’intento di fornire ai partecipanti gli strumenti teorici necessari per poi seguire con consapevolezza la tavola rotonda conclusiva.
L’apprezzamento delle case editrici angloamericane si è manifestato, dopo il successo del filone montalbaniano, nella pubblicazione dei romanzi che appartengono al filone storico e sociale. A febbraio è uscita infatti la versione inglese de La stagione della caccia, con il titolo di The Hunting Season. In Spagna, nell’ambito del festival BCnegra, Camilleri ha vinto il premio Pepe Carvalho, riconoscimento nazionale dedicato al romanzo poliziesco.
Il settimanale francese «L’Express» ha dedicato a sua volta diversi articoli all’autore siciliano, elogiando sia l’opera originale sia i metodi adottati nelle traduzioni, e apprezzandone la complessità linguistica. La Germania, invece, legge l’autore sotto un’altra ottica. Nell’opera di Camilleri, quotidiani come la «Süddeutsche Zeitung» vi scoprono una forte critica verso il sistema politico e sociale italiano e sottolineano, quindi, la connotazione politica dei suoi romanzi. Riscontri meno positivi sono stati registrati in paesi come Giappone e Finlandia, nei quali la riconoscibilità dei valori tipici italiani è inversamente proporzionale alla distanza geografica/culturale.
Il minor successo, in alcuni casi, è legato all’assenza di un fattore rilevante che ha contribuito al boom del fenomeno Camilleri in Italia: la trasmissione dello sceneggiato televisivo dei romanzi montalbaniani. Il livello di apprezzamento del telefilm è correlato al tipo di traduzione adottata nei diversi paesi in cui è stato programmato. La sottotitolazione diventa in qualche caso una tecnica gradita al pubblico, in quanto consente al telespettatore di sentire, contemporaneamente, il parlato originale.
Per questo, altro punto cardine del seminario è stato l’incontro con Luca Zingaretti, interprete del commissario Montalbano nella serie trasmessa con grande successo dalla tv italiana e acquistata in molti altri Paesi. L’attore ha spiegato il modo in cui ha portato sulla scena televisiva il personaggio letterario e si è ricollegato alla tematica della traduzione multimediale, confermando quanto la sottotitolazione, nel caso di Montalbano, sia molto più redditizia della tecnica del doppiaggio perché il pubblico, pur non conoscendo la lingua di partenza, può assaporare il sonoro originale, percepisce la bravura dell’attore e riceve, in più, un tocco di gusto esotico. Non a caso, in Francia, dove i personaggi sono stati doppiati, lo sceneggiato ha conseguito risultati meno positivi.
Elena Sanna

 

 

Last modified Monday, May, 12, 2014