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Rassegna stampa - Luglio 2005



Montalbano ultimo atto

“Ho deciso di lasciare” dice Luca Zingaretti “perché un attore deve saper uscire di scena”

Luca Zingaretti dice addio a Montalbano. E lo fa proprio in questi giorni. Siamo sulle colline che circondano San Vito Lo Capo, in Sicilia, in provincia di Trapani. Lo stesso scenario usato per ambientare «Cefalonia». Sul set ancora una volta, l'ultima, Luca Zingaretti: «Eh sì, questa volta è davvero l'ultima, almeno per me». Ma il commissario Montalbano non può vivere senza Zingaretti. Il popolo delle estimatrici e dei tanti fan insorgerebbe. «Questo non è dato sapere. Per me è stata una bellissima esperienza. Mi ha regalato la popolarità, mi ha fatto conoscere e apprezzare la Sicilia, ma come dice lo stesso Andrea Camilleri, lo scrittore che ha inventato Montalbano, per un att re è molto importante entrare in scena, ma è ancora più importante uscirne. E io voglio farlo lasciando il mio personaggio all'apice del successo». Intanto in Sicilia si stanno girando gli ultimi 4 episodi del ciclo di Raiuno: «Giro di boa» e «Par condicio» si stanno ultimando in questi giorni; dopo la pausa estiva sarà la volta di «La strategia [Sic!, NdCFC] del ragno» e «Il gioco delle tre carte». Montalbano e i suoi collaboratori sono armati fino ai denti: ci dobbiamo aspettare una svolta? «Non proprio una svolta, ma in via del tutto eccezionale il mio commissario partecipa a uno scontro a fuoco. In ballo c'è la vita di una ragazza. In un altro episodio, dove al centro c'è un traffico di organi, Montalbano, sfinito e provato da questa indagine, prova a rigenerarsi, torna nella casa del padre, un sito meraviglioso in cima al mondo, che abbraccia i mari della Sicilia. Qui, mostra tutta la sua fragilità. È un uomo solo, con una vita sentimentale irrisolta. Nei libri e nei racconti di Andrea Camilleri, Montalbano ha una decina di anni più di me. Ha deciso di non avere punti fermi. Al centro della sua vita mette solo se stesso. È un personaggio ruvido. La gente lo ama o lo odia. Non ci sono mezzi termini». Certo che ci vuole del coraggio a lasciare una figura come questa... « Lo stesso che ha avuto Michele Placido quando lasciò Cattani al tempo de "La Piovra". Sento il bisogno di fare altro. Dedicarmi al cinema, per esempio, o tornare al teatro. Quando lasciai il teatro e Luca Ronconi, anche in quel caso ero all'apice del successo, ma lo feci. Quello che mi terrorizza è l'assicurazione che si sottoscrive per la vita. Mi piace provare. Cercare di andare controcorrente. Del resto anche quando accettai il progetto "Montalbano", tutti mi sconsigliarono». E perché lei invece accettò? «Camilleri era stato un mio docente all'Accademia d'arte drammatica. Lo conoscevo bene e all'epoca avevo i suoi libri sul comodino. Sapevo già che cosa pensava e come ragionava Montalbano. Mi sentivo i suoi panni addosso. E poi sono convinto che il commissario sia l'uomo che le donne vorrebbero accanto e l'uomo a cui gli uomini vorrebbero tanto somigliare». Con chi ha preso la decisione di chiudere con la serie? «Di solito, quando devo accettare o rifiutare un progetto, mi consulto con la mia agente. Questa volta ho deciso da solo. Se avrò sbagliato, saprò con chi prendermela». Che cosa le ha lasciato il personaggio Montalbano? «Sono quello che sono, in virtù delle cose che ho fatto, delle esperienze che ho vissuto. Grazie a quel personaggio ho conquistato l'affetto del pubblico, delle persone che dopo Montalbano mi hanno seguito nelle altre imprese nel mondo dello spettacolo». Intanto il film di Roberto Faenza «I giorni dell'abbandono» potrebbe essere in gara a Venezia? « Sì, con Roberto è stato un bell'incontro. Dopo il film su don Puglisi, "Alla luce del sole", c'è questo, girato con una strepitosa Margherita Buy e tratto da un libro di Elena Ferrante. Vesto i panni di un uomo che abbandona la moglie e che a tratti è veramente odioso. Ma il messaggio che passa è che si tratta di un uomo come tanti, che purtroppo ha smesso di amare». È la terza volta che lavora con Margherita Buy. «Insieme abbiamo fatto anche teatro. Sul palcoscenico o sul set lei è sempre la regina della situazione. Le voglio davvero bene e forse non gliel'ho mai detto». Ci anticipa come si chiude la serie? «A quanto ne so, non c'è un finale a sorpresa, anche se mi hanno detto che il regista Alberto Sironi ci sta lavorando. A me non hanno ancora dato lo script dell'ultimo episodio. Di certo, so che Camilleri ha scritto un racconto in cui prevede una sorta di chiusura. Il libro dovrebbe uscire in autunno. Staremo a vedere».

Nicoletta Brambilla - Sorrisi e canzoni TV, 7.2005



Luca Zingaretti ai Giardini Margherita per 'Ascom Estate'

Domani, alle 21, l'attore Luca Zingaretti sara' protagonista sul palco dei Giardini Margherita di Bologna per 'Ascom estate', la rassegna di incontri organizzata dall'associazione dei commercianti della citta'. L'interprete del commissario Montalbano verra' intervistato dal direttore del 'Quotidiano nazionale' Giancarlo Mazzucca e di Raitre Emilia Romagna, Fabrizio Binacchi, che ne ripercorreranno la carriera e soprattutto indagheranno sulle sorti del personaggio creato dalla penna di Andrea Camilleri.

Adnkronos, 6.7.2005



Addio Commissario

Luca Zingaretti abbandona per qualche mese la finzione di cinema e tv per coltivare la sua nuova passione: i documentari

Prima di abbandonare per sempre il Commissario Montalbano, il personaggio che lo ha reso popolare, Luca Zingaretti si gode il sole, il mare e la gente della Sicilia. E’ ancora una volta la Trinacria (nome antico dell’isola), con i suoi meravigliosi paesaggi, ad ospitare le riprese della serie tv prodotta da Raifiction, liberamente ispirata ai libri di Andrea Camilleri (Sellerio editore). Il regista Alberto Sironi ha scelto di girare negli studi di Roma soltanto gli interni del commissariato, per il resto le location si chiamano Scicli, Ragusa, San Vito lo Capo (cittadina in provincia di Trapani, famosa per il couscous). In questo momento si stanno ultimando le riprese dei primi due episodi, intitolati ‘Giro di boa’ e ‘Par condicio’; dopo una breve pausa si riprenderà a girare per realizzare gli altri due, ‘La strategia [Sic!, NdCFC] del ragno’ e ‘ Il gioco delle tre carte’. Dopo ciò, Luca Zingaretti ha detto basta. Nonostante sia una delle figure più amate dai telespettatori, capace di rilanciare persino il mercato dei libri, perennemente in crisi: spesso la prima tiratura di ogni nuovo ‘Montalbano’ è già esaurita prima ancora di uscire. A settembre lo vedremo al cinema, con Margherita Buy, ne "I giorni dell'abbandono", regia di Roberto Faenza, e tra il 2006 e il 2007 si dedicherà al film su Carlo Urbani (il medico italiano ucciso dalla Sars). Eppure, come lui stesso ha dichiarato, il suo sogno non è quello di interpretare piccoli grandi eroi (il prete anti-mafia don Puglisi, Cefalonia, Urbani, lo stesso Montalbano). L’attore romano ha scoperto di recente di avere una grande particolare passione: i documentari, genere poco considerato in Italia ma degno di grande credito in tutto il resto del mondo. La sua prima esperienza è stata quella di girarne uno per l’Amref (African Medical and Research Foundation). Si intitola Gulu, come il nome del paesino dell’Uganda protagonista del filmato, dove vita e tragedia sono diventati sinonimi. Con i proventi è stato aperto un centro d'accoglienza. Ne arriveranno altri, anche se di genere storico-sociologico. Per il resto, che fine farà la serie tv che ha tenuto incollati al video milioni di telespettatori? E il commissario, nè bello nè eccezionalmente forte o intelligente, eppure straordinariamente affascinante? Per il momento, queste domande sono destinate a non avere risposta. Per concludere, una curiosità: il primo episodio della serie ‘Il commissario Montalbano’, protagonista Luca Zingaretti, intitolato "Il ladro di merendine", è stato trasmesso il 6 maggio del 1999 su Raidue. Lo seguirono in media sei milioni e 531mila spettatori.

Rossana Cacace - Film.it, 6.7.2005





Last modified Wednesday, July, 13, 2011