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Rassegna stampa - Aprile 2002

Anche il cinema ritrova il passato

Zingaretti: «Texas ’46, ritratto di valori perduti»

Parla l’attore che, nel film di Serafini in sala dal 10 maggio, è un soldato rinchiuso in un campo di prigionia americano ROMA - Quando la Storia con la "s" maiuscola si interseca con quella più intima, personale tra due uomini in guerra, nemici ma alla ricerca di un dialogo, di una soluzione tra mille divergenze in una Terra di nessuno che è il deserto della amara inafferabilità degli eventi. Una pagina quasi sconosciuta ed estremamente affascinate del secondo conflitto mondiale prende vita in Texas ’46, il film di Giorgio Serafini con Luca Zingaretti, Roy Scheider e Vincent Riotta, nelle sale dal 10 maggio. Nel giorno dell’armistizio, l’8 settembre del ’43, gli americani chiedono agli oltre cinquantamila prigionieri italiani di accettare la decisione del re. In molti rifiutano e vengono internati nel campo di punizione di Hereford, nel Texas. Luca Zingaretti è uno di questi: tenterà la fuga, verrà riacciuffato e dovrà vedersela con il colonnello Gartner (Roy Scheider) in un ultimo, decisivo, tragico scontro quando ormai il campo è già stato evacuato. Reduce dal grande successo televisivo di Perlasca e impegnato sul set siciliano del nuovo Montalbano, Zingaretti racconta l’avventura lunga due mesi vissuta nel ruolo del soldato Luigi Manin. Qual’è il fascino e l’attualità di questo film? «Da sempre subisco il fascino di una generazione, quella che ha fatto e subìto la guerra. Uomini per i quali la dignità e l’onore erano ancora considerati un valore, anzi i valori per eccellenza. Luigi Manin e i suoi compagni di prigionia si trovano nel Texas perchè non vogliono arrendersi all’evidenza e in un certo senso la Storia passa sopra le loro teste». Il regista Serafini parla di "parabola sulla comunicazione e sull’importanza di accettare l’altro"... «Aggiungerei che Texas ’46 vuol essere anche la dimostrazione di quanto sia orribile la guerra, qualsiasi guerra. Un omaggio a quelle persone morte per un ideale che oggi ci appartiene sempre meno. Per loro il valore della parola pesava molto più di mille contratti. Sembrano concetti lontani secoli, altro che cinquant’anni. Di fronte a tutto questo provo una vera commozione». C’è ancora spazio per la tolleranza in un mondo dove regna l’arroganza del potere? «E’ un problema di appagamento. Oggi servono talmente tante cose per sentirsi un po’ felici che si è pronti a tutto. A calpestare, ad umiliare...». Chi è il suo Luigi Manin? «Un uomo al quale ho cercato, ho voluto mettere dentro la felicità del vivere. Perchè gli uomini delle trincee, a dispetto della noia che attanaglia un po’ tutti oggi, erano ricchi di gioia di vivere. Paradossale non è vero? Dovremmo recuperare la loro vitalità». Cinema e tv mai come ora, in tempi di guerra, vanno a rivisitare il passato. Una casualità? «Al contrario. Oggi viviamo una globalizzazione sempre più emarginante per i più poveri, c’è lo spettro dell’11 settembre e un meccanismo economico-finanziario pronto a stritolare qualsiasi cosa. Tutto questo a me non piace e probabilmente non va giù neanche a molti intellettuali, scrittori, registi, che s’interrogano sul futuro dando un’occhiata al passato. Per riflettere sul disagio attuale, su tutto ciò che stiamo perdendo senza accorgercene». E adesso Zingaretti torna al suo Montalbano... «Sono a Ragusa, davanti ad un mare stupendo, per le ultime settimane di riprese sul set del celebre commissario. Nuove puntate destinate a Raiuno in ottobre tratte da altri racconti di Camilleri come Il gatto e il cardellino, L’odore della notte e Gli arancini di Montalbano». Ormai la paura del clichè l’ha superata da un pezzo... «Ho una grande gavetta dietro le spalle che mi dà forza e poi il successo di Perlasca, tanto per fare un esempio, sta a dimostrare che se esiste la cosidetta identificazione, beh, è un pericolo che si può anche scongiurare».

Leonardo Jattarelli - Il Messagero, 30.4.2002


Luca Zingaretti a Ragusa gira un nuovo episodio tv dei romanzi di Camilleri

La maturità di Montalbano. "Il commissario ne ha viste troppe, ha bisogno di una pausa"

Il regista Alberto Sironi annuncia che i nuovi episodi, che andranno in onda il prossimo ottobre sulla Rai, saranno gli ultimi. Poi ci sarà una lunga pausa. "La televisione rischia di bruciare il personaggio creato dallo scrittore" RAGUSA - E' un attore abituato a vestire i panni di personaggi complessi, a volte drammatici, capace di rendere gli eroi difficili, più popolari. Luca Zingaretti ha svelato le sue doti migliori, in questi anni di consensi, ottenuti nel ruolo del commissario più amato dagli italiani. L'attore ha consolidato il suo successo, divenendo sempre più apprezzato dal pubblico fedele al serial tv «Il Commissario Montalbano», altra fiction centrata su un personaggio difficile e profondo, di poche parole, riflessivo, eppure divenuto così popolare. Zingaretti ha ricevuto il premio per l'interpretazione del protagonista della fiction ispirata alla storia di Perlasca, nell'ambito della trasmissione di Rai 1 «Premio Oscar tv 2002», andata in onda mercoledì sera. Il regista de «Il commissario Montalbano» Alberto Sironi ha concesso mezzora di pausa al suo attore protagonista e a tutta la troupe, mentre sul set della splendida villa rurale «Sortino-Trono», si giravano le scene dei nuovi episodi della fiction dedicata ai racconti e romanzi di Andrea Camilleri. In pochi minuti Zingaretti ha svestito i panni del commissario Montalbano e si è preparato per il collegamento in diretta con Rai 1, accanto all'impareggiabile presentatore di «lnsieme» Salvo La Rosa, che dall'ultima edizione di Sanremo sta acquistando sempre maggiore popolarità via etere. «Perlasca era un personaggio profondo e intenso e per me è stato un onore interpretare questo ruolo», ha detto Zingaretti durante il collegamento. La vedova di Perlasca, Nerina, intervenuta anche lei in diretta durante la trasmissione, ha elogiato l'attore definendo la sua interpretazione nella fiction «perfettamente realistica». Fra i fans di Zingaretti vi è il regista Sironi che non può fare a meno di confrontare i due personaggi che hanno portato così tanta fortuna al suo attore principale. «La bravura di Luca e del regista Negrin che si è rivelata nella fìction su Perlasca - spiega Sironi - è stata quella di rendere popolare questo eroe. Ma Perlasca, che è realmente esistito, è stato un uomo semplice, che fa parte di quella schiera di uomini che pur divenendo protagonisti eroici della storia, restano comunque semplici. Il commissario Montalbano, invece, è un personaggio più complesso, dalle mille sfaccettature, io converso sempre con lui e quando sospenderemo le riprese, mi mancherà». Il regista annuncia infatti che i nuovi episodi, che andranno in onda il prossimo ottobre sulla Rai, saranno gli ultimi, prima di una lunga pausa. «Il commissario Montalbano è un personaggio che si avvia verso la maturità - dice - essendo perennemente in lotta con le forze del male, la corruzione, gli intrallazzi, l'odio e quindi potrei dire che inizia un dialogo con Dio. Questo eroe, disegnato mirabilmente da Camilleri, ritengo il miglior personaggio della letteratura poliziesca degli ultimi 50 anni, non può essere bruciato dalla tv. E' giunto il momento di una pausa, ma di certo mi mancherà». Durante la cerimonia del «Premio Oscar tv» la troupe di Montalbano stava girando le scene delle puntate del seriale che sono ispirate al romanzo di Camilleri «L'odore della notte» e al racconto «Il gatto e il cardellino». All'interno della villa Sortino Trono, mirabile esempio di architettura rurale iblea, calata in uno scenario incantato, con la luna piena riflessa sui muri a secco che circondano il maniero, e con intorno un giardino di pini secolari, fichi d'india e ulivo è stato creato l'ambiente caratteristico di una comunità di recupero per soggetti disagiati e tossicodipendenti. Le riprese del film, in questi giorni, proseguono in altri scorci della terra iblea, a Santa Croce Camerina e lungo la costa.

Rossella Schembri - La Sicilia, 27.4.2002


In Sicilia con Montalbano

Dai libri alla serie tv, i luoghi del commissario più famoso d'Italia.

Vigata spunta improvvisa dietro l'ultima curva che si arrampica sull'altopiano. Le pietre arroventate dal sole rimandano una luce dorata, le case sono una sopra l'altra, sulla collina. Le chiese barocche si stagliano sul labirinto di muri e di davanzali, disegnati apposta per rilanciare la grandezza di cupole e campanili. E' in mezzo a queste geometrie che vive il commissario Montalbano, il poliziotto più famoso d'Italia. Peccato che la sua Vigata sulla carta geografica non esista. Sì, perchè, nella realtà, il palcoscenico in cui lo scrittore Andrea Camilleri fa muovere il protagonista dei suoi romanzi è la provincia di Agrigento: la sua Porto Empedocle, Raffadali, Ribera, Menfi. Luoghi reinventati seguendo la linea dei ricordi, sfidando con l'immaginazione le coste spesso deturpate dal cemento, le montagne assaltate dall'abusivismo. Un colpo di spugna per restituire intatti ai lettori i profumi e le atmosfere della sua infanzia. Una Sicilia ugualmente antica, ma meno aspra, è stata scelta per la fiction televisiva diretta da Alberto Sironi (a maggio andrà in onda la quarta serie): siamo nella provincia di Ragusa, e le sue ville, masserie, chiese barocche e piazze sono i luoghi in cui Salvo Montalbano (l'attore Luca Zingaretti) si divide fra un delitto e un piatto di pasta con le sarde. Così Vigata è Ibla, che fa da sfondo a innumerevoli sequenze del film tivù. Ibla, cioè la parte più antica della città di Ragusa, ricostruita con due volti dopo il terremoto che ha distrutto la Val di Noto nel 1693. In basso, il barocco innestato dalla nobiltà feudale sulla pianta medievale originaria del paese; in alto la parte nuova: palazzi moderni, ampi viali. La piazza principale di Vigata-Ibla è una fuga di pietra verso la scalinata di San Giorgio, una delle due chiese del paese di Montalbano. Un'architettura gigantesca del 1744, che si stringe attorno alla cupola. Giù, parte il corso XXV aprile. A sinistra appena imboccata la strada, il Circolo di conversazione è anche nella realtà il circolo della città. Fondato alla fine dell'800 dai nobili ragusani, nelle sue sale il tempo si è fermato: l'acqua e anice, le interminabili partite a briscola, le sedie impagliate. Sulla sommità del paese, a Santa Maria delle Scale, sono state girate le più belle panoramiche del serial tivù.

DALLA "CAMMERA" SUBITO SULLA SPIAGGIA
La casa di Montalbano (nel film Marinella) è a Punta Secca, verso Santa Croce di Camarina, venti chilometri da Ragusa tagliando per la campagna. Muretti a secco tirati su, chissà quando, dipingono il paesaggio e delimitano pascoli e proprietà. Un intrico di pietra steso fra grandi carrubi, mandrie e masserie. Il faro bianco, circondato dalle case colorate dei pescatori, è proprio alle porte del borgo marinaro. Pochi passi ed ecco la casa del commissario. La lunga veranda a forma di elle, le persiane verdi di legno che si aprono sulla "cammara" direttamente sul mare, la spiaggia marrone: un paradiso che Montalbano divide solo con la sua Livia (interpretata da Katharina Bohm). La costa è una lunga virgola dorata interrotta dai colori forti delle barche capovolte. Pare di vederlo, il commissario, uscire dall'acqua dopo una nuotata, attendere la telefonata di Livia con l'apparecchio trascinato fino in riva al mare. A fianco alla casa, una prua di cemento coi sedili di marmo si allunga nell'acqua: qui il commissario si "assitta" per godersi i tramonti o si "squieta" quando "si arrisbiglia malamente". MASSERIE E FORTEZZE Torniamo indietro verso Ragusa. A Villa Crescione è stata girata gran parte dell'episodio La forma dell'acqua. Nella fiction è la casa dell'ingegnere Luparello, nella realtà è una splendida masseria fortificata dei primi del '900, recentemente restaurata: torrioni merlati, una piscina all'ombra di un patio circondato da mandorle e carrubi, saloni affrescati. D'estate ospita teatro e concerti. Più avanti, fermatevi all'eremo della Giubiliana, una fortezza del 1500 costruita dai cavalieri di Malta, oggi un raffinato albergo a cinque stelle, con aereoporto privato per sorvolare le città siciliane del barocco. Nell'episodio La voce del violino, ci vive la bella Michela Licalzi (Alessia Mertz). E in una delle suite, l'antiquario Guido Serravalle (Giovanni Vettorazzo) confessa al commissario di essere l'assasino dell'affascinante protagonista. A Modica, sulla statale per siracusa, c'è invece l'altra chiesa di Vigata. Il duomo di San Giorgio svetta su una scalinata che con i suoi 250 gradini attraversa il paese fino al corso principale, e il prospetto di calcare bianco è un trionfo di barocchetto siciliano. Ma lasciate per un attimo il commissario. Siete arrivati davanti alla dolceria Bonajuto, dove assaggiare il cioccolato più che un piacere è un dovere: trecento anni di esperienza senza mai tradire la ricetta azteca, solo cacao e niente altro.

QUELLA SVEDESE A DONNALUCATA
Riprendiamo a seguire Montalbano: Scicli è a due passi. Il palazzo comunale di questo gioiello barocco è il commissariato di Vigata, dove vigila "di pirsona pirsonalmente" l'agente Catarella (Angelo Russo). La via Mormino Penna è una delle più belle strade della Sicilia, una sequenza di chiese e di palazzi barocchi che si aprono come quinte teatrali. Si gira l'angolo e il palazzo Iacono è la questura di Montelusa. Alle spalle, su una rocca, la chiesa di San Matteo, antica Madrice di Scicli; di fronte, Sant'Ignazio custodisce un'insolita statua della Madonna rappresentata a cavallo e con la spada sguainata. Pozzallo è a nemmeno mezz'ora di strada. Ma prima c'è ancora da vedere in contrada Sampieri l'ex fabbrica di mattoni Pisciotto, che nel'episodio La forma dell'acqua è la Mannara, ritrovo di prostitute, teatro dell'omicidio dell'ingegnere Luparello. E' un curioso esempio di archeologia industriale di fine '800, realizzato con i muri a secco. Da lontano, perso tra la campagna e il mare sembra un tempio greco: le colonne, gli archi, le volte. A pochi metri c'è una spiaggia finissima su cui il vento disegna dune e onde. Donnalucata è sulla stessa litoranea. Ricordate la bella svedese che sempre in La forma dell'acqua a bordo di una Ferrari fiammante sfida la fedeltà del commissario per la sua Livia? Montalbano e Ingrid si guardano per la prima volta negli occhi sullo sfondo di questo lungomare, la marina di Vigata. Loro non hanno avuto tempo di prendere un gelato, ma voi sì: il bar "Bluemoon" prepara una specialità di carrube da non perdere. Al porto di Pozzallo, ancora in La forma dell'acqua, il commissario Montalbano per la prima volta cade a terra ferito. Sullo sfondo, la Torre Cabrera e la banchina delle navi per Malta. CATACOMBE E LABIRINTI DI PIETRA Per visitare la grotta delle Trabacche armatevi di scarpe da ginnastica: ci sono da saltare almeno dieci muretti prima di raggiungerla, ma ne vale la pena. Qui dentro, nell'episodio Il cane di terracotta, Montalbano scopre le mummie di due fidanzati abbracciati, ai piedi di un enorme cane. La caverna è una catacomba bizantina, al suo interno tre file di sepolcri a baldacchino la rendono unica fra quelle ritrovate in Sicilia. Più avanti, il castello di Donnafugata è un'imponente villa costruita nel 1865 da barone Corrado Arezzo sui ruderi di un castello trecentesco. La casa ha 122 stanze e un parco di otto ettari pieno di sorprese: grotte finte rivestite di stalattiti, un labirinto di pietra, giardini all'italiana, all'inglese e alla francese. Nell'episodio La gita a Tindari questa è la casa del vecchio boss Balduccio Sinagra. In cima alla scalinata sorvegliata da due sfingi di marmo, affacciato alla balconata, il vecchio capomafia svela a Montalbano la soluzione del giallo. Infine tornate a Ibla, e aspettate che faccia buio. Lasciatevi incantare dalle ombre della chiesa di San Giorgio, o in cima a Santa Maria delle Scale. Ma fate presto ad "arrisbigliarvi": Ibla vi aspetta per un altro giro. Silenziosa e magica, proprio come piace a Montalbano.

Giacomo Pilati - Anna, 19.4.2002


Il commissario Montalbano sciopera

Anche il commissario Montalbano ha partecipato allo sciopero generale, che ha fermato il set al lavoro in Sicilia per i due nuovi episodi della serie televisiva Rai dedicata al poliziotto creato da Camilleri. Dal protagonista Luca Zingaretti alle maestranze, tutti le sessanta persone impegnate nella produzione a Marina di Ragusa hanno aderito alla giornata di protesta.

Liberazione, 17.4.2002


Punta Secca sale alla ribalta nazionale

S. Croce / I turisti alla ricerca dei luoghi del commissario Montalbano

La troupe cinematografica de «Il Commissario Montalbano» sta girando in questi giorni a Punta Secca alcune scene della quinta serie televisiva. E non poteva essere altrimenti, visto il successo che la ridente borgata santacrocese ha impresso nel serial televisivo dell'ormai famoso ispettore, tratto dai romanzi di Andrea Camilleri. Fin quando il commissario Montalbano verrà girato in provincia, la troupe non potrà non fare una puntata almeno nell'ormai famosa “casa di Montalbano”, nella realtà da quarant'anni l'abitazione estiva di un noto avvocato ragusano, “puntasecchese” verace e a tutto diritto cittadino onorario di un virtuale “Comune di Punta Secca”. Come puntasecchese verace è Lucio Mandarà, l'insigne sceneggiatore di tanti capolavori televisivi e cinematografici, che anche se non direttamente coinvolto ha “indicato” a tante troupe di ambientare a Punta Secca i loro allestimenti cinematografici. Così abbiamo visto una romantica e intrigante Punta Secca nel film «La donna della luna» con Greta Scacchi, un'altra ventosa e selvaggia nel film «Il ladro di bambini» di Gianni Amelio, un'altra esotica e avventurosa nel «Trittico di Antonello» di Francesco Crescimone, per finire in una Punta Secca affascinante, luminosa e mediterranea nelle tante puntate della serie del commissario Montalbano. Certamente le riprese di Punta Secca nello sceneggiato televisivo tratto dai romanzi di Cammilleri hanno dato il “la” definitivo e meritato all'elevazione della borgata a luogo famoso a livello nazionale. Dopo i primi due episodi, «Il ladro di merendine» e «Il violino rubato» [sic!, NdCFC], chi vive d'estate a Punta Secca non ha potuto non notare l'incremento di turisti nella bella stagione alla ricerca dei luoghi del commissario, della sua casa, della sua spiaggia, del suo mare. La signora che gestisce l'edicola vicino alla “casa di Montalbano” è stata tempestata di richieste da parte di molti turisti di dove si trovasse la casa del famoso commissario e finanche molte coppie di sposini nel giorno del loro matrimonio hanno voluto fissare anche pochi fotogrammi con lo sfondo della “casa di Montalbano”. E in estate già qualche volto famoso ha cominciato a fare tappa a Punta Secca a visitare la borgata, dando, chissà, forse il battesimo a una lunga teoria di visitatori celebri e meno celebri che forse sanciranno definitivamente l'ingresso di Punta Secca fra i luoghi più belli della Sicilia e, perché no, dell'intera Italia. Federico Dipasquale

Federico Dipasquale - Gazzetta del Sud, 17.4.2002


In 30 mila invaderanno Palermo, pure i dipendenti dell'Ars in piazza

L'ora della mobilitazione scatterà domani mattina. Nel giorno dello sciopero generale Cgil, Cisl e Uil contano di portare a Palermo circa 30 mila persone per il corteo di protesta che attraverserà il capoluogo. E' previsto l'arrivo di circa 350 pullman in città, e molte altre persone arriveranno a Palermo da tutta la Sicilia con mezzi privati. Ma non ci saranno solo i lavoratori: la protesta di domani in Sicilia vedrà anche un'ampia partecipazione di studenti, pensionati e anche di alcuni "partecipazioni straordinarie", come quella dell'intero cast della serie tv "Il commissario Montalbano" e dei dipendenti dell'Ars, che da circa 20 anni non scioperavano. Secondo la Cgil aderiranno alla protesta un centinaio di dipendenti dell'Assemblea regionale, la metà si asterrà dal lavoro, gli altri devolveranno la retribuzione della giornata di sciopero ad Emergency, garantendo con la loro presenza negli uffici i servizi essenziali. Quanto al cast della serie tv tratta dai romanzi gialli di Andrea Camilleri, in Sicilia per girare due nuovi episodi della serie, non potrà essere fisicamente a Palermo, perché‚ impegnato questa notte in riprese a Marina di Ragusa, ma, per bocca del regista Alberto Sironi, fa sapere che si asterrà dal lavoro domani. [...]

Sa.To. - Giornale di Sicilia, 15.4.2002


L'Italia si ferma: saranno garantiti soltanto i servizi essenziali.

Il problema delle piazze

Sciopero, meno due. La macchina organizzativa di Cgil, Cisl e Uil sta lavorando a pieno ritmo per far sì che martedì sia tutto pronto per la più grande mobilitazione organizzata dal sindacato negli ultimi vent'anni. [...] A Palermo parteciperà alle manifestazioni anche il commissario Montalbano e tutti i protagonisti della nuova fiction tratta dai libri di Camilleri.

Olivia Posani - Gazzetta del Sud, 14.4.2002


Dal Marocco al set con Montalbano

Hamza, bambino da "ottimo più"

E' un bambino berbero e vive a Ragusa la nuova scoperta cinematografica di Alberto Sironi, regista della fortunata serie televisiva "Il Commissario Montalbano". Gli occhi vispi e scuri, un colorito mediterraneo e un sorriso dolcissimo: sono bastate queste caratteristiche a far notare Hamza Choukri, 11 anni, originario di Tingitat, piccolo villaggio del Marocco. Hamza, che nell'episodio "L'odore della notte" tratto dal penultimo romanzo di Andrea Camilleri, interpreterà Francois, vive a Ragusa da soli sei mesi. Il padre, Moamed, che lavora da due anni in un'azienda agricola nei pressi di Marina di Ragusa, al suo arrivo aveva lasciato la famiglia in Marocco e solo l'estate scorsa gli è stato possibile ricongiungersi in Italia con la moglie e il più piccolo dei suoi quattro figli, Hamza. Il regista Sironi, che da qualche mese ha ripreso a girare nel Ragusano, l'ha conosciuto per caso durante le riprese di uno degli episodi di "Montalbano" e se ne è subito "innamorato". Hamza è un bambino molto sveglio, ed ha dimostrato fin dal suo arrivo in Sicilia, una buona volontà di apprendere ed inserirsi. Frequenta l'istituto comprensivo "Gian Battista Hodierna" di Marina di Ragusa e le sue maestre lo considerano un piccolo genio. E' bravissimo in matematica e in pochi mesi ha imparato a leggere, scrivere e parlare perfettamente la lingua italiana. A scuola ha già molti amici e segue con interesse tutte le lezioni ottenendo giornalmente ottimi giudizi da parte delle maestre, Ivana, Lucia e Maria. I suoi quaderni, infatti, sono pieni di "ottimo più", e i suoi genitori sono molto fieri di lui. Sironi lo ha sottoposto ad un provino e alla fine non ha avuto dubbi: sarà lui il piccolo Francois della nuova serie televisiva. Il personaggio "era stato lasciato" qualche anno fa in casa di alcuni parenti di Salvo Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti; ora, nel nuovo episodio, il commissario va trovarlo. La scena è stata girata in un casolare in contrada "Costa". E' stato Hamza a raccontarcela con le stesse parole da lui pronunciate. "Salvo sei tornato...rimani a dormire?", "Ti devo fare vedere una cosa..". Dall'angolo della casa arriverà lo stalliere con un bel cavallo e il piccolo Francois, vi monterà in groppa e farà alcuni giri di trotto attorno alla campagna. I due si scambieranno ancora alcune battute intense di emozione, poi il piccolo Hamza dirà la battuta finale con perfetta pronuncia:"Salvo, ti devo dire un segreto: quando diventerò grande voglio fare il poliziotto, come a 'tia". Hamza interpreta questa piccola parte con grande naturalezza, quasi fosse sempre stato sul set. Prima del ciak, raccontano i genitori, Moamed e Laziza, il piccolo ha frequentato un corso intensivo di equitazione e adesso è un cavallerizzo provetto. "Luca Zingaretti - dice con orgoglio Hamza - è diventato subito mio amico, durante la scena mi ha aiutato molto". Hamza da grande, dopo aver completato gli studi, vorrebbe fare l'attore, "ma - aggiunge con entusiasmo - voglio anche andare a cavallo". Adesso il piccolo berbero non vede l'ora che sia già autunno, quando andranno in onda gli ultimi episodi sul Commissario Montalbano. Attende con ansia quel giorno perchè anche i suoi fratelli in Marocco potranno vederlo in televisione. Intanto sta già raccogliendo foto e ritagli di giornale per spedirle allo zio che abita a Milano. La famiglia Choukri è molto fiera delle proprie "radici" e dell'educazione impartita a figli. La fede musulmana è pura, senza alcuni estremismi. E' grazie a questo sano equilibrio che hanno saputo andare avanti con dignità e hanno superato le difficoltà incontrate. Hamza ha nostalgia del Marocco, del villaggio di Tingitat e dei suoi amici ma Ragusa è già la sua nuova patria e il suo ingresso l'ha fatto alla grande. Da attore.

Giovannella Galliano - Giornale di Sicilia, 10.4.2002


«Montalbano», primo ciak a Ibla

Nuove riprese per il serial televisivo «Il commissario Montalbano»

In questi giorni la troupe della Palomar, la società che per la Rai produce la serie tv, ha avviato nuove riprese a Ragusa Ibla. Per ben due giorni il quartiere barocco ha vissuto momenti particolari con carrelli, binari, cineprese, e tantissimi tecnici che hanno riportato piazza Duomo indietro di qualche anno e in una dimensione molto più umana del solito. Si stanno girando alcuni esterni, sempre con la presenza dell'attore protagonista Luca Zingaretti, mentre nei prossimi giorni la troupe girerà gli interni degli episodi che andranno in onda il prossimo ottobre. A quelli già registrati precedentemente si aggiunge infatti «Odore della notte», dall'omonimo romanzo, e un episodio tratto dalla raccolta «Gli arancini di Montalbano». «Il triangolo Scicli, Modica, Ragusa – spiega Alberto Sironi, il regista della serie tv – è per noi un ambiente suggestivo molto particolare. Una perfetta location dove girare le avventure del nostro personaggio paladino che riscuote grande successo. E' sempre più un bel personaggio grazie alla fervida fantasia di Camilleri che ci ha donato un commissario di grandi qualità ma anche con difetti e problemi». Montalbano è anche un personaggio fuori dai tempi, quasi fuori dagli schemi? «Direi di sì – continua il regista –. Nei racconti, ma anche nella serie tv, c'è una sorta di sospensione nel tempo che cerchiamo di rendere riportando ad una maggiore calma le piazze o le strade dove si gira. Non ci sono macchine, c'è più gente, ben al contrario di quanto avviene ogni giorno».

Michele Barbagallo - La Sicilia (Ragusa), 6.4.2002






Last modified Wednesday, July, 13, 2011