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Rassegna stampa - Agosto 1999

Sandrelli e Buzzanca: dopo 40 anni insieme per raccontare la Sicilia

Per portare sul grande schermo un pezzo di Sicilia autentica, ha chiamato stefania Sandrelli e Lando Buzzanca che tornano insieme a quasi 40 anni da Sedotta e abbandonata: una sfida, un'altra, l'ennesima per Turi Vasile che ha da pochi giorni completato la sceneggiatura de La stagione della caccia di Andrea Camilleri. La regia e' stata affidata a Jose' Maria Sanche, le riprese partiranno in autunno.

"Ho sempre proposto film che altri non volevano fare - spiega Vasile, che sta lavorando al suo prossimo romanzo, Gion.

Eppure lei la sua Sicilia se l'e' sempre tenuta dentro. Anche in questo ultimo romanzo scritto per Sellerio, Il ponte sullo stretto ... "Ho sentito il bisogno di distanziarmi dall'ultima pornografia che ha trovato dei protagonisti sia in queste giovani scritrici sia in funzionari che credono, tingendosi i capelli, di tornare indietro nel tempo. Con ostinazione continuo ad aggrapparmi ai buoni sentimenti intrisi di angoscia, al tempo che si trascina inesorabile".

Una serie di racconti che continua a frugare nella memoria ... "Diciamo pure che e' una vendetta contro il tempo, un ritornare indietro al quotidiano, alle piccole cose che restano dentro di noi: per me la Sicilia e' un pretesto disperato per ritrovare il fanciullino pascoliano che mi tengo dentro. Il titolo del romanzo e' ovviamente una metafora: io non voglio che la Sicilia rinunzi al suo status di isola, fedele nei secoli ad una particolare visione del mondo".

Torniamo agli scrittori di oggi: Camilleri ... "Lo ammiravo in tempi non sospetti, facendo imbestialire Consolo: i suoi tre romanzi, La stagione della caccia, Un filo di fumo e La strage dimenticata sono i caposaldi di un mondo fantastico.

Simonetta Trovato - Giornale di Sicilia, 23.08.1999


Ritorno alle origini

Dal 10 ottobre le riprese dei nuovi film per Raidue, dai primi romanzi di Camilleri. Protagonista, ancora Zingaretti. E il regista Sironi racconta

Mafia, eros e thanatos. Due storie complicate come un rompicapo, dure, sporche, aspre, passionali, sapide di passato, dolorose e misteriose. Il commissario Salvo Montalbano ritorna alle origini, protagonista della Forma dell'acqua e del Cane di terracotta, i primi romanzi gialli di Andrea Camilleri che stanno per diventare due film-tv nonchè successivi capitoli della serie che la scorsa stagione ha riscosso calorosi consensi di critica e di pubblico. Le nuove riprese inizieranno il 10 ottobre e Montalbano approderà su Raidue nella primavera del Duemila. Montalbano che ancora una volta ha preso in prestito la carne, le ossa e l'anima di Luca Zingaretti. E al suo fianco e nel letto avrà ancora la sua Livia (interpretata da Katharina Bohm), continuerà ad assaporare sarde e purpetielli affogati, a riempirsi i polmoni di salmastro, a fiutare criminali. E si ritroverà faccia a faccia con trafficanti d'armi e "uomini d'onore", grandi amori morti e sepolti ma ancora capaci di lacerare il cuore. Manca più di un mese al primo ciak, ma il regista, Alberto Sironi è già al lavoro, ancora stordito dal successo che lo ha investito. Nato in teatro con Strehler, maestro di fiction (ha diretto Il grande Fausto, su Coppi) sgrana gli occhi dicendo: «Ci sono voluti più di trent'anni perchè si accorgessero di me, un po' come per Camilleri», sorride, fiero «di non essere mai sceso a compromessi e di poter dire: sono un uomo dalle mani pulite». La spina dorsale dei prossimi racconti? «La forma dell'acqua è l'intrallazzo, l'inciucio, la mafia. E Vigata, quel paese tanto immaginario quanto reale, diventa lo specchio del malaffare italiano. Il cane di terracotta, invece, è il romanzo dell'immedesimazione, l'unico forse in cui Camilleri e Montalbano sono la stessa persona». La mafia secondo Camilleri? «Assomiglia a quella di In nome della legge, di Pietro Germi. E' una mafia vecchia, antica addirittura, e appartiene più ai ricordi che al presente dello scrittore. E' una mafia di uomini di parola, una mafia che onora le regole, una mafia che forse non è mai nemmeno esistita». La Sicilia che si riaffaccerà in tv? «La Sicilia di Vigata è più dell'Italia, è l'ombelico del mondo. E' una lingua di terra che veglia sul male, sul bene e su qualsiasi altra possibilità. La Sicilia di Camilleri, che è diventata la mia Sicilia, non è un panorama da cartolina. Nessun accento calcato, nessuna caricatura, in contrapposizione alle tinte forti, crude, accecanti di quell'angolo greco ma anche arabo, civile ma anche barbaro». La risoluzione dei casi? «Montalbano è lo stesso: in tutti i racconti. Matura mano a mano che il suo autore invecchia, ma il suo animo non cambia. E viene a capo dei delitti sempre con la stessa arma, l'intuizione. Incamera una serie di dati e poi viene sorpreso da un'illuminazione». Che cosa invidia a Montalbano? «La fedeltà. Una fedeltà quasi imbarazzante: potrebbe avere tutte le donne che vuole, ma non tradisce mai Livia. E la sua moralità, quella saldezza di principi che lo spinge a combattere una guerra privata, da solo e contro chiunque». Che cosa non le piace di lui? «Il rapporto irrisolto con il padre: ma in fondo è un lato che lo rende ancora più umano di quanto già non sia». Le donne di Camilleri? «Molto femmine, apparentemente peccatrici ma realmente sante, due risvolti della stessa medaglia. Che sorprendono con la femminilità, con una complessità che però è elementare come la terra, misteriosa come la luna». I sentimenti protagonisti? «Nobiltà di spirito, amore, odio, morte, padri e figli. Sentimenti forti, che hanno il colore della sensualità, dei tramonti, del mare. Il mare, la grande madre che ti dà la vita e pazientemente aspetta che tu gliela restituisca». Meglio il cinema o la tv per questi romanzi? «Non si tratta di categorie ma di qualità. Si può fare buon cinema così come buona tv se si è bravi artigiani». Lei lo è? «Io sono un artigiano, se bravo non sta a me dirlo». Molti abusano di questa parola, ma che cosa significa, chi è l'artigiano? «E' quel signore che mette insieme i tasselli di un puzzle, che segue l'arco di un racconto cercando di restituirlo in maniera semplice ma coinvolgente».

MICAELA URBANO - Il Messaggero, 23.08.1999


Degli Esposti: «A tutta Sicilia in attesa della Gialappa's»

«Tutta colpa di Elvira Sellerio», gongola il produttore della fortunata serie Carlo Degli Esposti, che ha acquistato i diritti dei romanzi nel '95. E spiega: «Se non fosse stato per la fede che ha avuto in Camilleri, per la tenacia con la quale ha pubblicato i suoi racconti uno dietro l'altro, non mi sarei neppure accorto di uno dei maestri della nostra letteratura gialla». E' soprattutto la Sicilia dello scrittore che l'ha colpito «vera, vibrante, mai stereotipata». Sempre in Sicilia, è stato girato in parte un altro progetto di Degli Esposti, Operazione Odessa, diretta da Claudio Fragasso, che arriverà su Canale 5 verso la fine di ottobre: «Si tratta di un poliziesco, una fiction d'azione farcita a puntino di colpi di scena». A Natale, invece, uscirà il film che ha realizzato per il grande schermo, prima prova cinematografica della Gialappa's Band, Tutti gli uomini del deficiente. Meglio il cinema o la televisione: «Meglio i lavori di qualità, che faranno tornare l'Italia grande come negli anni 50-60. Perchè una volta sola non basta».






Last modified Wednesday, July, 13, 2011