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Rassegna stampa - Settembre 1998

Camilleri, un debutto a 73 anni 'Ora capisco meglio gli attori'

Regista teatrale e televisivo, produttore, insegnante all'Accademia d'arte drammatica 'Silvio D'Amico', scrittore di best seller, Andrea Camilleri a 73 anni è anche attore. Interpreta un vecchio archeologo nel film 'La strategia della maschera' di Rocco Mortelliti, che sarà proiettato domani al Festival di Annecy, in Francia, e distribuito in Italia in novembre dalla Cecchi Gori. 'Per chi è stato sempre dall'altra parte della barricata - dice Camilleri, che è nato a Porto Empedocle - è un'esperienza positiva perché si capiscono le ragioni degli attori'. Non è la prima volta che il creatore di Salvo Montalbano, il commissario diventato quest'estate eroe nazionale, si misura con la recitazione: 'Dieci anni fa ho fatto la parte del capo dei servizi segreti accanto a Jean Rochefort, nel ruolo di commissario, in una serie tv della Rai tratta dai romanzi di Corrado Augias e diretta da Duccio Tessari. In questo film sono la macchina motrice, il vecchio che porta alla soluzione ma non si tratta di un vero e proprio giallo'. 'La strategia della maschera', scritto diretto e interpretato da Mortelliti, genero e allievo di Camilleri all'Accademia d'arte drammatica, racconta la storia di un archeologo che si ispira alla figura di Luigi Bernabò Brea, scopritore a Lipari di 36 dei 40 modellini in terracotta delle maschere di Menandro (300 a.c.). Prima di morire, l'archeologo coinvolge il nipote Riccardino (Mortelliti) nella ricerca di dieci maschere che gli sono state rubate anni prima. I sospetti ricadono su un suo ex allievo (Mariano Rigillo) che è direttore del museo Barracco a Roma. Nel cast anche Pino Caruso, Pino Micol, Beatrice Macola e Simona Marchini. 'Ho dato - spiega Camilleri - soltanto lo spunto per un'idea che Rocco ha sviluppato. Lui recita da tempo ne "La donna di Samo" di Menandro e da qui è venuto fuori il problema delle maschere scomparse'. 'Camilleri - dice Mortelliti - mi ha aiutato a tirare fuori la mia poesia nel film. Sono cresciuto con lui e posso dire che ha la capacità di non salire in cattedra a insegnare. Cerca di farti chiarire la tua strada. Ci terrei anche a sottolineare che nel film parliamo degli aspetti culturali della Sicilia, non della mafia'. Girato tra Kamarina, sito archeologico vicino a Ragusa, e Roma, 'La strategia della maschera', costato due miliardi ed è il primo film italiano in Dts Digital Surround (particolari effetti acustici). Il produttore è Demetrio Loricchio. 'La cosa curiosa - racconta Camilleri - è che prima di sapere che il film avrebbe partecipato al Festival di Annecy mi avevano chiesto di fare il giurato e ho rifiutato per gli stessi impegni in Sicilia per cui ora non andrò alla prima proiezione'.

Giornale di Sicilia, 29.09.1998


Montalbano, blitz nella grotta Zingaretti: "Cosi' faro' il commissario"

Ieri a Custonaci il primo ciak del film per la serie telelvisiva ispirata all'eroe dei libri di Camilleri.



Oggi si gira l'agguato notturno al "ladro di merendine" Testa rasata e barba incolta per l'interprete dell'investigatore "L'importante e' riuscire a catturare lo spirito di questo personaggio" E' la prima scena del film televisivo di Alberto Sironi che andra' in onda a febbraio su Raiuno, nell'ambito della serie dedicata al commissario. Eccolo in carne e ossa, dunque, il mitico Montalbano, investigatore siciliano alle prese con un intrigo di marca tunisina. A dargli un volto' e' Luca Zingaretti, il "cattivo" della "Piovra 8": testa rasata, un filo di barba brizzolata che fa tanto "uomo vissuto", camicia nera sotto il vestito grigio e un piglio aggressivo tanticchia nirbuso, come direbbe Camilleri. "Le avventure di Montalbano sono state lette da tantisima gente che immaginera' il commissario in un certo modo - dice - Zingaretti per spiegare la sua interpretazione del poliziotto - Chiaramente non si possono accontentare tutte le possibili immaginazioni: l'importante e' conquistare lo spirito del commissario Montalbano. Se ci riusciremo avremo messo d'accordo tutti". Ma cosa e' piaciuto di Montalbano al lettore Zingaretti? "Mi piace il suo essere tipicamente italiano - dice - Se pensiamo alla crisi del cinema o della letteratura, vediamo che noi italiani abbiamo difficolta' a raccontarci. Ora, invece, si e' aperto uno squarcio, Camilleri ci racconta storie e personaggi tipicamente italiani, una cosa che non succedeva dai tempi d'oro della commedia italiana. Forse lui ci riesce bene perche' la Sicilia e' la culla di certe caratteristiche italiche. Di Montalbano dico sempre che odora di capperi, di rosmarino. E' uno che, quando chiudi il libro, lo pensi come un amico che sta da qualche parte, come qualcuno che c'e' veramente. Devo dire che a fare questo personaggio ci tenevo moltissimo." E come la mettiamo co la lingua, con quel camillerese fatto di spiare e taliare? "Piu' che cercare il dialetto io cerco la cadenza siciliana. Il commissario si esprime im maniera diversa a secondo dei personaggi che incontra. Col questore parla un italiano pulito, in altre situazioni, invece, si lascia andare a una certa cadenza dialettale". Il regista, invece, dice che il lavoro sul dialetto parte dalla scelta di un cast quasi interamente siciliano. "La lingua del film e' il piu' vicino possibile a Camilleri - ribadisce Sironi - con qualche concessione alla comprensibilita', dato che ci rivolgiamo a un pubblico televisivo: e quindi se diciamo taliare spieghiamo che significa guardare. La vigila del primo ciak per Sironi e' stata segnata dagli auguri di Giuseppe Tornatore, che per lui scrisse la sceneggiatura de "Il grande Fausto", e del "convitato di pietra" di questo film, Andrea Camilleri. "Nei libri di Camilleri ci sono tante atmosfere cinematografiche - dice il regista - Se riusciremo a raccontare bene queste atmosfere, oltre che i personaggi, significa che avremo fatto un buon film. Certo, e' un lavoro dificile. D'altronde se si porta un bel romanzo in tv non si puo' solo "copiare": noi offriamo un prodotto popolare ma vogliamo che gli spettatori tengano gli occhi aperti". Le riprese andranno avanti per dieci settimane e si sposteranno a Mazara, a Scicli e a Ragusa Ibla: dopo il "Il ladro di merendine" tocchera' a "La voce del violino", mentre nel '99 saranno girati gli altri due "gialli" di Camilleri, "La forma dell'acqua" e "Il cane di terracotta". E intanto domani a Custonaci arriva Caterina Bohm, l'attrice austro-polacca interprete di Livia, la fidanzata di Montalbano. Il commissario ha bisogno della sua dolcezza femminile per catturare con un agguato notturno il ladro di merendine, il piccolo tunisino Francois, futura spina del suo rapporto sentimentale. Un bambino, giusto per citare Camilleri, che non e' cosa.

La Repubblica, 29.09.1998


Montalbano in tv mi tradira'

Andrea Camilleri parla dei film tratti dai suoi libri e commenta la scelta dell'interprete del commissario

Le indagini in tv del commissario Montalbano partono da una casa a soqquadro. Materassi tagliati, pavimento sfondato, suppellettili per terra, frutto di un blitz che mira a far sparire le fotografie di Karima, la bella tunisina custode del segreto del "giallo". E' la prima scena de "Il ladro di merendine" che il regista Alberto Sironi girera' domani nei dintorni di Trapani per la serie televisiva tratta dai romanzi di Andrea Camilleri. Sul set, nei panni del commissario, ci sara' Luca Zingaretti, affiancato da Giuseppe Mazzotta e Cesare Bocci, nei ruoli dei poliziotti Fazio e Augello, e la tunisina Nouredine, interprete della vecchia Aisha, proprietaria della casa "visitata". Non ci sara', invece, Camilleri, che ha rinunciato al ruolo del questore e che preferisce rimanere in disparte. Ma cosa si aspetta l'autore da questa trasposizione televisiva: fedelta' o "tradimento" rispetto all'oiginale? "In una riduzione cinematografica o televisiva la fedelta' non paga, e' sempre sbagliata - dice lo scrittore - E' sempre meglio un razionale tradimento perche' si tratta di generi diversi. Bisogna vedere in che limiti avviene questo tradimento."

Come vede Zingaretti nei panni di Montalbano? Corrisponde al "suo" commissario?" "Per molti lettori Zingaretti non ha il fisico del ruolo, ma questo non significa niente. Quando un attore e' bravo riesce a persuadere per due ore che lui e' l'unico interprete possibile pensato dall'autore. Del resto il personaggio di Montalbano ognuno se lo immaggina come vuole: io stesso non riesco a definirlo con un'immagine precisa. I lettori che in televisione si ritroveranno un Montalbano in carne e ossa avranno qualche riserva; ma la supereranno se Zingaretti li convincera' di essere il migliore interprete possibile.

Perche' ha rinunciato al ruolo del questore? "Perche' i questori vanno in pensione a 65 anni e io ne ho appena compiuti 73. E poi alla mia eta' non ce la faccio a reggere i ritmi del set."

Sironi le ha chiesto qualche suggerimento? "Ho fatto il regista per troppi anni e so quanto sia noiosa l'intromissione dell'autore. Mi sono ben guardato dal dirgli qualcosa. Sironi, invece, mi ha fatto vedere i provini degli attori selezionati e devono dire che ha fatto un ottima scelta. Sono intervenuto, semmai, sul linguaggio della sceneggiatura, la cosa che piu' mi interessava: diciamo che l'ho "camillerizzato" un po'"

Dalla tv al teatro: lo Stabile di Catania ha programmato la riduzione del suo "Birraio di Preston"... "Di quella me ne assumo in pieno la responsabilita'. L'ho affidata a un mio ex allievo dell'Accademia d'arte drammatica, Giuseppe Di Pasquale: abbiamo lavorato assieme fino a qualche giorno fa. A ottobre, invece, uscira' il mio primo libro, che quando lo scrissi fu rifiutato dagli editori. Si intitola "Il corso delle cose": un titolo indicativo, visto com'e' andata a finire".

La Repubblica, 27.09.1998


Top & Gossip

Camilleri fresco attore, dice "Tra un film in sala e uno in TV c'e' la stessa differenza tra un tramonto vero e uno in cartolina."

Film TV, 23.09.1998


Camilleri il burattinaio

Lo scrittore debutta come attore nel film di Rocco Mortelliti:sara' presentato ad Annecy

Dalla regia teatrale, alla letteratura al cinema: Andrea Camilleri, Classe 1925, debutta come attore in La strategia della maschera, che sara' presentato oggi ad Annecy nel corso della 16ma edizione del Festival del cinema. Scritto e diretto da Rocco Mortelliti, il film viene da un idea di Camilleri e lo spunto e' il ritrovamento di 40 modellini in terracotta della Commedia Nuova di Menandro, terzo sec. a.C., avvenuto durante uno scavo archeologico a Lipari negli anni settanta. E' stato girato a Kamarina presso Ragusa e al museo Barraco a Roma Camilleri e' il vecchio archeologo che, nella finzione, indaga sulla sparizione di dieci delle preziose maschere e spinge verso un percorso obbligato suo nipote Riccardo (Mortelliti), suo ex allievo e genero, o meglio, con le parole di Camilleri, "Il primo a rendermi nonno".

Andrea Camilleri come definisce il suo ruolo? "Sono il burattinaio buono che muove i fili del destino del nipote. Nel film il giallo e' un pretesto per raccontare la crescita di un personaggio che, con sfumature vicine alla metafisica, avviene attraverso l'uso delle maschere. Il momento della crescita e' quando Riccardo si mette in gioco del tutto e finalmente diventa se stesso. Per noi siciliani la maschera e' come nota, non si sa quante ce ne siamo imposte nel corso dei secoli. Lo dimentichiamo, ma siamo ancora a Pirandello.

Potrebbe essere una nuova carriera quella dell'attore? "Intanto il debutto e' solo per il cinema, in TV avevo fatto il capo della scientifica in tre gialli di Corrado Augias. Mi piaceva l'idea di passare dall'altra parte e soprattutto di lavorare con un attore meraviglioso come Jean Rochefort. In cinema e' la prima volta, non potevo dire di no. Non e' stato difficile lavorare con Rocco. lo dico da insegnante di regia, il mestiere di regista consiste nel capire chi e' la persona che ti sta davanti, e con Rocco c'e' il vantaggio che la conoscenza ormai e' antica. Bastavano quattro, cinque indicazioni per intenderci".

Ripetera' l'esperienza? "Non credo, e' un lavoro noioso. Andando sul set mi sono portato quattro libri, sperando di leggere nella roulotte durante le pause. Impossibile, il personaggio che devi fare ti sta attaccato addosso, neanche le parole crociate ho pouto fare."

C'e' una punta di vanita' nelle apparizioni di attore? "Se devo essere sincerissimo, la vanita' e l'invidia non rientrano tra i miei vizi. Recitare e' stato un gioco, non una vanita'. Quanto all;invidia non riesco proprio a provarla, se in letteratura qualcuno fa belle cose io sono contento. L'invidia, se mai, e' per un Grisham che scrive dei libri e si compra una fattoria in Massachiussets e campa di rendita. Ma e' invidia per un sistema diverso, che prevede best-seller da milioni di copie.

Con il successo dei suoi libri non e' diventato ricco? "Ricco no. Si comincia a manegiare qualche lira, posso permettermi piccole soddisfazioni che prima mi negavo."

Lei dice che il cinema in tv va visto solo in caso di gravi malattie ..... "Ma si, tra un film in sala e uno un tv la differenza e' quella tra un tramonto vero e uno su cartolina. Io li guardo solo perche' sono molto pigro, ma sono polemico sul cinema in TV almeno quanto lo sono contro il progresso della medicina. Un tempo ci prendevamo le malattie e stavamo a letto quaranta giorni. Non c'era la TV, la radio era un mammozzo troppo pesante per essere spostata dal salotto e non si poteva fare altro che leggere. Come si faceva, altrimenti, a leggere Proust? O una mallatia o una condanna, Bontempelli lesse Proust quando ando' in prigione durante il fascismo. Le medicine di adesso ti stroncano ogni malattia in due giorni, e addio lettura."

La Repubblica, 17.09.1998


"Io, il vero commissario Montalbano."

I gialli che in qualche modo gli hanno cambiato la vita li ha letti tutti d'un fiato e gli sono piaciuti. "Li ho trovati avvincenti, molto vicini alla realta. Camilleri e' proprio bravo." Sara' stato difficile per Saveri Montalbano, 47 anni, il dirigente del commissariato San Lorenzo che ha catturato Mariano Tullio Troia non riconoscersi nell'ormai famosissimo protagonista delle storie di Vigata, i gialli apparentemente inestricabili risolti dallo straordinario fiuto di un commissario che sempre Montalbano si chiama, anche se di nome fa Salvo. Tanto che quando Gian Carlo Caselli lo ha elogiato pubblicamente, il vero Montalbano non ha potuto fare a meno di arrossire: "Voi tutti conoscete quel personaggio in testa alle classifiche di vendita dei libri, ha detto sorridendo il capo della procura palermitana, ma abbiamo la fortuna e l'onore di avere qui con noi il Montalbano autentico in carne ed ossa. E vi assicuro che non ha niente da invidiare al protagonista delle storie di Camilleri...". Lui, Saverio, e' un poliziotto vecchio stampo. Ha lavorato con Ninni Cassara'. ha acciuffato latitanti di mafia e' stato trasferito alla Squadra Mobile di Trapani dove ha avuto il "torto" di scontrarsi con i poteri forti indagando su una loggia massonica. E' anche finito sotto processo: "Ma sono stato assolto - dice con un pizzico di amarezza - ma e' una storia vecchia ormai non ci penso piu'. Ma allora, questo Salvo Montalbano e' la reincarnazione letteraria del dottor Saverio Montalbano?. "Ve la posso dire una cosa? Lo invidio molto, perche' a lui va sempre tutto bene. La mia vita, invece, e' stata un po' piu complicata". E poi Salvo e' amato dalle donne: "Per carita', finiamola - taglia corto il commissario "vero" - io ho una moglie gelosa ...."

La Repubblica, 16.09.1998


"Il birraio di Camilleri va in teatro"

L'onda lunga del successo letterario di Andrea Camilleri arriva anche in teatro. Lo Stabile di Catania, infatti, mettera' in scena ad Aprile la versione teatrale del romanzo "Il birraio di Preston", adattata per le scene dello stesso scrittore siciliano assieme a Giuseppe Dipasquale. E non e' escluso che lo stesso Camilleri alla fine faccia parte del cast, ripetendo l'esperienza di attore gia' vissuta nel film di Rocco Mortelliti "La strategia della maschera". Interpreti dello spettacolo saranno Giulio Brogi, Miko Magistro, Tuccio Musumeci, Mariella Lo Giudice e Marcello Perracchio. La regia sara' di Giuseppe Dipaquale, le scene di Antonio Fiorentino. Ambientato in una Vigata ottocentesca, "Il birraio di Preston" e' un giallo incentrsto sull'incendio del teatro della cittadina siciliana inagurato da un'opera, "Il birraio di Preston", appunto, fortemente voluta dal prefetto di Montelusa contro i desideri dei cittadini che organizzano una sorta di biocottaggio contro lo spettacolo. Camilleri, che e' stato docente all'Accademia di arte drammatica "Silvio D'Amico", si e' gia' cimentato con la scrittura teatrale curando la riduzione della novella di Pirandello "il vitalizio", per conto della settimana pirandelliana di Agrigento

La Repubblica, 11.09.1998


Camilleri: che fai, reciti?

Cosa ci fa lo scrittore culto dell'anno alla sedicesima edizione del Festival di Annecy, in programma dal 15 al 22 Settembre? Che domanda: recita. Appena selezionato con il suo "La concessione del telefono" (Sellerio) per il premio del Pen Club Italiano, presieduto dal poeta Maurizio Luzi, Andrea Camilleri e' infatti - sorpresa, sorpresa - tra gli attori di "La strategia della maschera" di Rocco Mortelliti, uno dei 33 film previsti dalla sezione "Panorama". Due, invece, le sezioni competitivi. La prima, aperta ai lungometraggi, vede in concorso tra gli altri "Figli di Aniibale" di Davide Ferrario, mentre la seconda e' dedicata ai cortometraggi. Per la sezione "Cinemamemoria" sara' quindi possibile rivedere o scoprire 32 opere dimenticate. Tra queste, un vero gioiello: "Don Camillo" di Julien Duvivier, del '52, tratto dai racconti di Guareschi. Il Premio Sergio Leone verra' attribuito a Peter Del Monte, mentre un Premio speciale alla carriera andra' ad Alberto Sordi.

Film Tv, 09.09.1998


Smorfie d'autore: Camilleri, la sua lingua tradotta in immagini

Talia fora del balcone, s'appinnica al tavolo su un libro, si stinnica tanticchia suli, s'ammuccia scherzosamente dietro le persiane: appena sufficiente stuzzicarlo un po' e lo scrittore Andrea Camilleri (73 anni) si presenta subito a gestualizzare il lessico siciliano che lo ha reso famoso. E' sereno davanti all'obiettivo fotografico: decisa con il fotografo l'ambientazione e la parola da rappresentare, il suo volto immediatamente si adegua, si cala nella parte con la confidenza acquisita nei tanti anni di regia e con le numerose interpretazioni in cinema e tv.

Il Messaggero, 08.09.1998


"Camilleri in TV ? Sara' tutto siciliano"

Ragusa Ibla diventa Vigata per i film su Montalbano

VIGATA, la cittadina dei misteri, sara' un mosaico di scorci siciliani che attraversa Ragusa Ibla, Custonaci, Scopello e la costa ragusana. Un intreccio scelto, pezzo per pezzo, dal regista Alberto Sironi per ricostruire lo sfondo delle avventure del commissario Montalbano, il personaggio creato da Andrea Camilleri che adesso diventa protagonista di uno sceneggiato tv raiuno. Il primo ciak e' in programma per il 28 settembre a Custonaci in provincia di Trapani, set de "Il ladro di merendine", il primo dei quattro gialli di Montalbano che Sironi e la Palomar di Carlo degli Esposti trasfermeranno in fiction televisiva. Ma come diventera' Camilleri sul piccolo schermo? Il mio Camilleri sara' tutto siciliano, dagli attori ai luoghi - promette il regista - Ho combattuto come un diavolo per girare tutto in Sicilia: la sicilianita' e' una componente innegabile nei romanzi di Camilleri. E, allora visto che il protagonista Luca Zingaretti, e' romano, ho cercato di creare attorno a lui dei cardini che avessero il giusto sapore siciliano. Gireremo in presa diretta con un cast composto quasi interamente da attori siciliani. Gli altri avranno un "coach" per i dialoghi una sorta di istruttore, cosicche' otterremo un dialetto unico. Quanto a Vigata, la ricostruiamo utilizzando una serie di "pezzi" della Sicilia piu' bella: una cittadina completamente sul mare non andava bene e cosi' abbiamo scelto la parte vecchia di Ragusa Ibla e alcune case sul mare nelle quali ambienteremo alcuni passaggi della storia. Montalbano, ad esempio, ha una casa con vista sul mare. Devo dire che abbiamo trovato dei luoghi molto belli. Con Zingaretti ho fatto un provino quando dovevamo scegliere il protagonista. Abbiamo girato il finale de "La voce del violino" valeva a dire l'interrogatorio dell'antiquario bolognese. Zingaretti e' arrivato preparatissimo e io gli ho indicato solo alcune piccole cose: lui ha "trovato" la rabbia del personaggio. La prerogativa di Montalbano e' il contrasto fra la sua immagine di "duro", di uomo della strada pronto a tutto, e la sua straordinaria presenza morale che ricorda tanto quella di tanti eroi siciliani, magistrati e politici. Camilleri ci presenta un eroe che fa di tutto per non sembrarlo. Per tanti anni i commissari di polizzia sono stati visti come dei "figli di Scelba", un po' fascisci, nemici della gente, insomma. Quando i poliziotti hanno cominciato a perdere la vita contro la mafia e terroristi il pubblico ha cominciato a capire che non si trattava di spauracchi. E Montalbano e' uno che, dopo le indagini, ama mangiare bene, uno a cui piacciono le donne anche se resta fedelelissimo alla sua fidanzata lontana. Bisogna dire grazie all'impegno della Rai e all'intuito del produttore Carlo Degli Espositi. I personaggi di Camilleri sono belli, l'intreccio della trama vola alto e rimanda a tante altre cose: nelle storie di Camilleri, che ha fatto il regista, si respira il grande cinema degli anni Cinquanta e sono convinto che dentro Montalbano ci sono memorie di un grande attore italiano.

La Repubblica, 04.09.1998


Festival di Annecy

Si svolgera' dal 15 al 19 Settembre il 16' festival di Annecy, presieduto da Ettore Scola e diretto da Pierre Todeschini e da Jean A. Gili. Due sezioni competitive pere lungo e cortometraggi: nella prima 10 films valutati da una giuria mista franco-italiana, presieduta da Vincenzo Cerami. Tra le anteprime "La strategia della maschera", nel quale Andrea Camilleri debutta come attore. Nella sezione Panorama giovani autori e registi affermati: da Carlo Mazzacurati a Michele Placido, dai fratelli Taviani a Francesca Archibugi, da Roberto Benigni a Pupi Avati ad Antonio Capuano.






Last modified Wednesday, July, 13, 2011