home page





Raduni del Cfc

maggio-giugno 2005


Cosa dire di quel sabato... io mi sono divertito, credo anche gli altri e forse e' la cosa piu' importante. Ci siamo ritrovati all'ormai noto casello di Vignole Borbera, come da bon ton i "padroni di casa" (la Lupa ed io) erano in ritardo... hem... hem... organizzazione Filini! ;-) Scarico pero' subito la colpa sui "mostri" di Adriana e Nadia che ci avevano gia' raggiunto a casa e che poi fra una carezza al gatto e un mezz'ora in bagno ci hanno fatto tardare... sapevamo che dovevano essere legati ma ci pareva eccessivo. Cosi' scusandoci abbiamo finalmente incontrato soci conosciuti e sconosciuti. Dopo una decina di minuti di chiacchere e baci siamo riusciti, sollevando di peso la Lupa, a spostarci in una zona piu' bella di un casello accanto a un cantiere e una centrale elettrica. :-) Ci siamo cosi' avviati in codazzo imboccando la Val Borbera, il primo errore e' stato caricarmi in macchina due dei "mostri" che ci hanno umiliato con la conoscenza di indovinelli che manco Bartezzaghi... ;-) Intanto iniziavamo a immergerci nel verde circondato dai primi contrafforti dell'appennino ligure, superato Persi e raggiunto un bel punto del fiume con un canyon ci siamo fermati in una zona pic-nic. La vista era bella e a strapiombo, il sole ci assisteva accompagnato da una piacevole brezza. Da "esperti conoscitori" della zona abbiamo scoperto in quel momento di una nuova scaletta che scendeva fino al greto del fiume, cosi' siamo subito andati a vedere se era abbastanza fondo da affogare casualmente qualcuna delle creature. Niente... troppo basso... ;-) Cosi' chiaccherando seduti sulle rocce e lanciando sassi piatti sull'acqua per la gioia dei pescatori abbiamo passato le prime ore conoscendoci meglio.

La sbandierata sorpresa era poi solo una cartolina ricordo dell'incontro che e' stata distribuita a tutti i presenti, l'immagine e' quella del disegno regalato al Sommo e presente nella home di Yahoo Groups (e nel sito del Fiorile www.ilfiorile.com). Vista dal basso la scaletta che ci aveva condotto fino al fiume pareva molto piu' lunga e verticale... o forse erano i primi morsi della fame?! Riformata la colonna militare in cui ci muovevamo siamo tornati indietro fino a Borghetto passando accanto al Castello, l'obiettivo era: sigarette, bancomat, pipi' e patatine per le "belve affamate". Ci siamo poi diretti al Fiorile, li vicino, confidando nelle numerose attivita' all'aperto che distraessero e impegnassero le suddette belve. Un premio va dato a chi ha pensato a costruire la casa sull'albero, l'altalena, la pista delle macchinine, il campetto da calcio e pallavolo. Appena arrivati ci attendeva una sorpresa, un altro socio ci aveva preceduto a sorpresa... sapendo delle capacita' di teletrasporto del Pres. abbiamo pensato ad un'improvvisata... invece era Emanuele, socio pisano in trasferta!!! Aveva deciso di cavalcare un po' in un maneggio vicino e poi scoprire un po' di Val Borbera, cosi' ci ha preceduto alla nostra meta finale. Al fresco del giardino tutte le idee su altre passeggiate nel boschetto hanno abbandonato Nadia e gli altri soci. Cosi' fra un racconto del simpaticissimo Mastru, il rito della firma del libro per il passalibro commemorativo (vedi: www.radio.rai.it) con "Privo di titolo" e qualche gioco anche per i grandi l'appetito cresceva. Di certo l'essere trascinato a giocare a calcio, pallavolo, palla avvelenata e altro mi ha privato di qualche discussione. Forte stimolo era stato l'annuncio delle focaccine nel forno a legna per l'aperitivo, annuncio dato a voce ma che l'arietta sottolineava portandoci il profumo. Alle 19 infatti, appena annunciato che chi prima si accomoda in sala piu' focaccine si accaparra, come un sol uomo tutto il gruppo sparpagliato in giardino si e' fiondato alla ricerca di un posto. Si vede che siamo gente di lettere... come ci attira la cultura non ci attira nulla... ;-) Sentendo l'odore delle focaccette ci hanno raggiunto anche altri due componenti della famiglia di Nadia!

Sulla cena non dettaglierei troppo per non infierire, gli antipasti da soli erano gia' un programma tra fagiolane della Val Borbera con salsiccette speziate, carpaccio di carni locali, vari formaggi da freschi a stagionati con miele e composta di viole e vari affettati della zona senza coservanti. I vini consumati passano dalla Bonarda di Travaglino (Oltrepo') alla Barbera Goj della Cascina Castlet'... poi un dolcetto d'Ovada che non ricordo bene perche' consumato all'altra estremita' del tavolo. Ho sentito ordinare mezzelune al Montebore (formaggio locale che era estinto), bistecca di Fassone nappata al Timorasso (vitigno locale), tournedo' di maiale al timo, souffle' al cioccolato e molto altro che smaltiremo! ;-) Come si puo' immaginare tutti i discorsi da qui in poi mi risultano vaghi grazie anche all'ottima grappa. Che dire ancora... non abbiamo fatto particolari test o domande alla giovane Stefania che temeva un'interrogazione d'ammissione... che bravi! ;-) Verso le 23 ci siamo salutati a lungo sull'ingresso, il libro del Sommo capeggiava appoggiato al muro della vecchia mangiatoia (era una stalla la struttura) appoggiata ad un giogo. Baci e abbracci dandoci appuntamento alla prossima occasione.





Andrea 'u pitturi - Il Fiorile - Val Borbera 21 maggio 2005




Bello pensare che ti farai trecento chilometri di autostrada per il semplice piacere di incontrare degli amici. Il comune interesse letterario che ci ha fatto conoscere è diventato, ormai, un puro pretesto. Di certo rimane la passione per il Sommo, ma sono convinto che, se anche finisse domani, il nostro rapporto ed il bene che ci vogliamo continuerebbero a vivere. Penso sempre a queste cose tutte le volte che mi sposto per partecipare ad incontri del CFC, e sogno un mega metteng di siculi e polentoni insieme a parlare delle opere d' u zù 'ndria mentre ci si abbuffa e si sparano minchiate a tinchitè. Chissà cosa ne uscirebbe fuori, di sicuro roba da pubblicazione degli atti! Purtroppo di minchiate mercoledì sera se nesono dette poche, o almeno poche io ne ho sentito, forse per la presenza, un pò condizionante seppure assai simpatica e qualificante, del gruppo dei quattro, ovvero il giovane critico-saggista-giornalista Salvatore Ferlita, il giovane scrittore Giacomo Cacciatore, la giovin scrittrice Valentina Spina e l'addetta della Flaccovio che il presidente disse come si chiama e che io ast'ura un ci pensu. Il fatto è che i quattro, per gli ovvi motivi di signorilità nei quali il nostro sommopresidente è maestro, erano piazzati al centro della tavolata, sicchè, quando sono arrivato, " poscia che l'onoranze oneste e liete furo iterate" non so quante volte, mi è toccato piazzarmi, con moglie e figlia, all'estrema sinistra, mentre al centro e sul centro destra la conversazione era già piena e fluente. Niente male, ma di là dai quatro, oltre a Filippo, Beppe e Fabio, c'erano due soci fondatori con i quali mi sarebbe piaciuto conversare un pò di più. Meglio così. Con loro avrò tante altre occasioni d'incontro, Ferlita e compagni non so quando li potrò incontrare.

Intanto arriva Giuliano, direttamente da Punta Raisi e proveniente da Roma, che si scusa per il ritardo ed invece spetterebbe proprio a lui la palma di socio che viene da più lontano. Non lo conoscevo, ma è come se lo conoscessi da sempre. Dotto e gentile come tutti quelli che fino ad ora ho avuto la fortuna di conoscere de visu e on line. Ma forse aveva ragione 'u diretturi l'anno scorso, allorquando, non so a quale proposito,azzardò la covinzione che noi del CFC siamo un pò come una setta, e perciò ci intendiamo a pelle o attraverso una semplice taliata. Si presentano anche Mario ed Alberto. Mario non può fermarsi che pochi minuti, Alberto va ad occupare, mite e possente, il capotavola sguarnito, da dove discetta con invidiabile erudizione di ristoranti super e di pietanze di singolare raffinatezza. Si parla anche dei soliti luoghi comuni relativi al campanilismo tra palermitani e catanesi e, soprattuto, di come nelle stesse differenze nell'uso del dialetto si rifletta il carattere della gente.

Ma intanto io ho cerco di captare gli argomenti che vanno toccando Ferlita e compagni. Non riesco a capire quasi nulla, se non che discutono di scrittori, case editrici e cose di questo genere, tutti problemi che mi interessano poco e di cui m'intendo ancora meno. Minchiate zero, forse dall'altra parte, ma io non arrivo a sentire la graziosa ragazza che mi sta a fianco, figuriamoci gli altri. Nel frattempo abbiamo già dato un'occhiata al menù. Si decide per un antipasto ed un primo o una pizza a scelta. Da bere birra per chi ne vuole, per il resto vino, per la cronaca Muller Turgau, che io ancora mi chiedo chi l'abbia scelto, forse il presidente per sottolineare la dimensione sovranazionale cel CFC. Il quale presidente si produce in una serie di performances varia ed articolata, che va dagli atti più formali connessi con il suo ruolo istituzionale, ad incombenze più umili come il segnare le ordinazioni di ogni singolo commensale. Nel vederlo attraversare la tavolata mettendo le crocette in corrispondenza delle scelte che noi gli comunichiamo, mi torna naturale alla mente l'immagine del sommo Alfredo Di Stefano, uno dei più grandi, per me il più grande dopo Pelè, calciatore di tutti i tempi. Alfredo Di Stefano, per chi non fosse esperto di cose calcistiche, giocava da Dio in ogni zona del campo. Lo vedevi, all'occorrenza, fare il terzino spazzatutto o il mediano incontrista, o salvare sulla linea di porta per poi avviare l'azione da solo, e da solo proseguirla in un festival di finte, doppi passi, tunnel, dribling, insomma un campionario completo di quanto di più ricercato e stilisticamente pregevole abbia prodotto la tecnica calcistica. Similmente il buon capo del club prende ordini ed immediatamente dopo invita al silenzio per annunciare l'imminente presentazione dei libri di Ferlita e Cacciatore, rispettivamente una galleria di profili di scrittori siciliani ingiustamente dimenticati tra i quali personalità come Angelo Fiore e Carmelo Samonà, ed un romanzo che personalmente mi riprometto di leggere perchè mi piace l'arguzia, lo spirito d'osservazione e la bella capacità di costruire gustosi quadri di vita quotidiana di Cacciatore.

Il libro di Ferlita lo leggerò, oltre che per la simpatia umana dell'autore, per l'agilità con la quale presumo siano condotte le disamine degli autori considerati. Dico questo perchè, mentre " attintava"( lett. origliare, in genere ascoltare discorsi dei quali non si è partecipi ) quello che, sulla base di una solecitazione d'u diretturi in ordine ad un libro sulla mafia scritto da uno studioso di cultura anglosassone, Ferlita e compagni, e cioè quanto gli storici italiani siano accademici e pallosi mentre quegli altri scrivono di storia e si fanno leggere come si legge un'opera narrativa, realizzai che il giovane critico doveva essere di quelli, merce rara nelle nostre università, che riescono ad assecondare il rigore critico senza lasciarsi opprimere - e soprattutto senza rompere le palle ai lettori - dai rigori dell'accademia. Fra una cosa e l'altra intanto, le splendide fritturine dell'antipasto erano volate via, e con esse non so quante bottiglie di Muller Turgau, che per essere un vino leggerino anzichenò, si faceva bere senza appesantire più di tanto i nostri pensieri e le nostre parole, che ora fluivano disinvoltamente tra quant'era stronzo il professor Tedesco negli atti e negli scritti sulla letteratura italiana comtemporanea e quanto a ragione si possa includere nella categoria dei soliti ignoti uno scrittore come Carmelo Samonà, del quale Walter Pedullà dice addirittura che il suo " Fratelli" chiude la fase della narrativa italiana degli anni settanta. Ferlita mi oppone che l'entità del successo, o dell'insuccesso, editoriale è una discriminante più che certa tra scrittori noti ed ignoti. Non sono del tutto convinto, ma intanto il presidente, lanciato com'è, continua con gli annunci comunicando che nella prima decade di agosto Vigata Mon Amour verrà rappresentata nella tana del lupo, cioè a Castelbuono. Io dovrei illustrare agli illustri ospiti il lavoro, ma non sono in serata di particolare scilinguagnolo, ragion per cui mi limito a descriverlo sommariamente a chi mi sta più vicino, tanto gli altri, Ferlita compreso, lo conoscono.........( continua )





Lorenzo - Kandinsky - Palermo 22 giugno 2005




Last modified Wednesday, July, 13, 2011