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Médiathèque de Saint-Médard (Bordeaux)

Café littéraireAutour de Camilleri 

 

 

Il 9 aprile scorso, presso la Médiathèque de Saint-Médard (Bordeaux) si è tenuto il penultimo di un ciclo di incontri letterari (Café littéraire) dedicati ad autori italiani. L’argomento ed il tema di questo incontro è stato il libro La forma dell’acqua di Andrea Camilleri. Gli appuntamenti precedenti erano stati incentrati su autori quali Silvia Avallone, Antonio Pennacchi, Leonardo Sciascia e Nicolo' Ammaniti

I promotori ed organizzatori del Café littéraire, i miei amici Françoise e Alain Picamal, hanno pensato, in occasione di questo appuntamento dedicato a Camilleri, di inviarmi una lista di domande su Camilleri e su quelli che sono i miei punti di vista sul Sommo e sulla sua Opera.

 

Innanzitutto ringrazio Françoise e Alain per aver dato al CFC l’opportunità di diffondere “in terra di Bordeaux” la conoscenza del Sommo e delle sue opere e di averci coinvolto in questa loro lodevole attività che come abbiamo visto non si è fermata a Camilleri ma si è estesa anche ad altri autori italiani.  

 

A seguire il testo dell’intervista, mentre sul sito dell’associazione di Françoise e Alain (italiejumelage.saintmedardasso.fr) è possibile leggere un resoconto dell’incontro.

 

 

Palermo, 28 maggio 2015

Beppe Di Gregorio

 

 

Intervista a “u diretturi

 

1- Quali sono i tuoi libri preferiti di Camilleri? I gialli o i romanzi storici?

           

E’ un po’ complicato rispondere a questa domanda in quanto tra i miei libri preferiti ci sono sia i gialli, che i romanzi storici. Direi che non ho un genere preferito poiché ogni libro è un mondo a parte, ma se debbo proprio scegliere, scelgo i romanzi storici.

I romanzi storici sono sempre ambientati a Vigàta in un periodo che va dagli anni successivi all’unificazione dell’Italia, seconda metà dell’800, fino agli anni 30 del XX secolo. Hanno un «respiro» più ampio, sono più ricchi di dialoghi, di personaggi e di storie, a volte pazze e stravaganti, molte volte poetiche.

Camilleri, facendo il verso ai Cantastorie Siciliani, si autodefinisce un “cuntastorie” cioè un “racconta storie”, pratica che molto probabilmente ha ereditato dai “cunti” (racconti) della gente umile di Vigàta (Porto Empedocle), pescatori e contadini che lui frequentava ed ascoltava quando era bambino. All’epoca, la televisione non era stata ancora inventata ed era ancora viva una tradizione orale di cunti.

I gialli sono invece ingabbiati in una trama che in qualche modo limita il perimetro di rappresentazione delle storie e per certi versi anche dei personaggi.

La trama dei gialli prende sempre spunto dall’attualità: fatti di cronaca e di politica.  I gialli sono per Camilleri anche un modo per far riflettere il lettore sulle vicende, spesso vergognose, che siamo costretti a sorbirci quotidianamente.

E’ quasi sempre Montalbano che presta la voce allo scrittore. 

Per esempio, quando, in occasione del G8 del 2001, a Genova ci fu l’infame episodio delle torture in stile “sudamericano” effettuate dalla polizia ad un gruppo di giovani no-global e “giustificate” da false prove costruite ad hoc dalla Polizia, Montalbano nel romanzo Il giro di Boa (2003)  è indignato e furioso. Si vuole addirittura dimettere dalla polizia in segno di protesta:

 

 «Sì, me ne voglio andare. Hai letto i giornali?» Augello capisce, lo lascia parlare: «Ad assaltare la scuola, in quella caserma, a fabbricare prove false, false! non c’è stato qualche agente isolato, ignorante, violento... no! C’erano questori, vicequestori, capi della Mobile e compagnia bella.... Mi sono amminchiato» (qui nel senso di disgustato). Augello gli chiede: «Ti senti tradito dall’istituzione in cui avevi più fiducia». Montalbano perde le staffe: «Non mi sento tradito. Sono stato tradito! Fabbricare prove false... oohh! Ma sai quale è la cosa peggiore? Che prima di Genova c’era stata Napoli. E lì il governo era di un altro colore». 

 

Comunque, per rispondere puntualmente alla tua domanda ti dico quali sono le mie preferenze:

 

a)      La stagione della caccia (primo romanzo che ho letto), Il birraio di Preston, La concessione del telefono, La scomparsa di Patò, il Re di Girgenti, Un filo di fumo, Il nipote del Negus, ed il più controverso e per certi versi più torbido e violento libro di Camilleri: La presa di Macallè ambientato sempre a Vigàta nel periodo della guerra coloniale italiana. Uno dei pochissimi libri di Camilleri dove non si ride affatto.

 

b)      Per i gialli, sicuramente Il Cane di Terracotta che per me è uno dei libri più belli di Camilleri e poi Il ladro di Merendine, l’Odore della notte, Il giro di boa, etc.

 

2- Perchè, secondo te, già ultra-sessantenne Camilleri ha deciso di scrivere un giallo?

 

La risposta ce la dà lo stesso Camilleri. Riporto da una sua intervista:

<<Ho cominciato a scrivere in tarda età. Il mio modo di scrivere è anarchico: comincio un romanzo storico, un romanzo civile, partendo solitamente da uno spunto vero, da uno spunto storico, e inizio proprio a partire dall’aspetto di quello spunto che più mi ha eccitato; comincio dall’input ricevuto, e attorno a quell’input costruisco via via il romanzo. Non so se poi quell’input, a romanzo finito, finirà in testa, in mezzo o in coda.

Un giorno mi sono chiesto: ma sei capace di scrivere un romanzo dalla A alla Z? Sei capace di cominciare la mattina e finire la sera, con una consequenzialità logica, temporale, spaziale? E allora mi venne in mente lo scritto di Sciascia sul romanzo poliziesco. Il romanzo poliziesco obbliga l’autore dentro una gabbia logica perfetta, perché ci sono delle regole e non puoi barare sul rapporto logico, temporale e spaziale del racconto. Certo, l’investigatore può avere delle illuminazioni, ma in genere il poliziotto non è un medium, è invece uno che usa la logica, che comincia a ragionare sopra una cosa.

Sicché mi sono provato a scrivere un romanzo giallo - "La forma dell'acqua" - come una sorta di pensum, di compito che mi ero dato»

 

3- Pensi che aveva già l'idea di scrivere un ciclo di romanzi o è il successo che l'ha spinto a farlo?

 

Continua lo stesso Camilleri:

<<Quando pubblicai "La forma dell'acqua" ebbe un discreto successo, ma all'inizio decisi di non continuare con Montalbano. Sennonché questo personaggio non era risolto dentro di me: abituato come sono stato per trent'anni e passa al teatro, io ho bisogno di un personaggio a tutto tondo, qualcuno che possa poi incarnarsi in un attore, come ce lo si immagina quando si legge un copione teatrale e a poco a poco il personaggio si "alza" dalla pagina, comincia ad avere un aspetto fisico preciso, i suoi tic, la sua psicologia. Questo personaggio era ancora troppo una “funzione”, la funzione di colui che risolve un caso. Così ho scritto il secondo libro: "Il cane di terracotta". Fu a quel punto che ci fu un grande successo. Montalbano cominciò a essere una sorta di apripista per gli altri romanzi storici, se li portò dietro ed è cominciata questa situazione a volte imbarazzante, perché Montalbano è un serial killer di eventuali altri personaggi. È invadente: mentre stai pensando a un'altra cosa, arriva e dice "tu devi scrivere solo di me".>>

 

4- Come spieghi il successo dei gialli con Montalbano?

 

Montalbano è di fatto l’unico personaggio seriale (insieme con il gruppo di agenti del Commissariato) della sua notevole anche se tardiva produzione letteraria. La serialità è una delle componenti del successo ma non solo. Le trame, le ambientazioni, il carattere del Commissario, i personaggi che evolvono nel tempo, … e poi c’è il centro del mondo: Vigàta.

Vigàta che sta a Macondo, come Camilleri sta a Gabriel García Márquez, se mi posso permettere …

 

 

5- Ci sono molti commissari nella letteratura gialla italiana: quali sono le caratteristiche di Montalbano?

 

Non saprei analizzare e confrontare le diverse figure di detective e commissari della letteratura gialla italiana. Bisogna essere preparati ed io non lo sono. Posso solo osservare che Montalbano prima di essere un Commissario è un uomo, con le sue virtù e debolezze. Non è un superman, è un personaggio vero, con una sua storia, con le sue abitudini e vizi.  Ma è anche una persona che persegue un ideale di giustizia, che certe volte non coincide necessariamente con ciò che prescrive la Legge. Montalbano allora supera qualche limite …

Queste sono alcune sue peculiarità, ma non mi pare che siano uniche nel panorama del giallo italiano.

 

6- Cosa ci puoi dire della lingua di questi romanzi?

 

Rimando alle risposte della domanda 8.

 

7- Cosa pensi delle serie TV tratte dei romanzi?

 

La qualità della serie TV è al di sopra degli standard della TV italiana. Sironi (il regista) e Degli Esposti (il produttore) hanno fatto un ottimo lavoro, sia nella regia, sia nella scelta degli attori. Se proprio comunque debbo essere sincero e “pillicusu” (pignolo), la qualità degli sceneggiati è (leggermente) diminuita dopo le prime 4 o 8 puntate.

Una parziale sorpresa invece è stata la programmazione delle “avventure di Montalbano giovane”: alta qualità, più dell’altra serie (in my opinion).

 

8- Tra il primo giallo «La forma dell'acqua» e gli ultimi c'è un differenza di «qualità»? di lingua?

 

Qualità: non saprei.

Lo stile del racconto degli ultimi gialli è comunque mutato rispetto all’inizio. C’è una maggiore attenzione alla successiva trasposizione televisiva del romanzo ed in generale la trama mi sembra più piegata alla figura di Montalbano, lasciando meno spazio agli altri personaggi tranne che ad uno, Catarella, la cui figura invece ha assunto un ruolo sempre più importante.

 

Lingua: molto differente, una trasformazione marcata.

All’inizio le parole dialettali inserite nei suoi romanzi erano in misura minore rispetto all’attuale mole e comunque facilmente traducibili, o perché ovvie nel contesto della frase o perché venivano tradotte successivamente con qualche facile espediente.

Adesso è tutto cambiato. Innanzitutto una precisazione: l’idioma che Camilleri utilizza in modo “intensivo” nei suoi romanzi (siano gialli o storici è la stessa cosa) non è il dialetto siciliano di Vigàta

E’ una lingua inventata. Camilleri sperimenta.

E’ una lingua che ovviamente prende molto dal siciliano, ma non è siciliano. Camilleri ci dice che quando scrive, il test più importante per capire se ciò che ha scritto “funziona” è quando legge ad alta voce. La scrittura deve “cantare”, deve avere un suono armonioso e cristallino … se non canta, Camilleri riscrive e per far ciò ha necessità di inventarsi parole e idiomi.  

 

9- Montalbano è cambiato col tempo?

 

Montalbano è un personaggio in continua evoluzione: non è come l’ispettore Maigret, ad esempio, il cui personaggio si muove sempre nello stesso tempo e spazio come se vivesse in una specie di mondo cristallizzato.

Montalbano invecchia.

 

10- Prima dei gialli Camilleri era uno scrittore famoso in Italia?

 

No, non era molto famoso. Era comunque stato oggetto di interesse e critica positiva per il suo tipo di narrazione e per l’uso del dialetto che inseriva nei suoi primi romanzi.

 

11- Si puo' pensare che Camilleri abbia due tipi di lettori: quelli dei primi romanzi «storici» e quelli dei gialli. Vero o no?

 

Se vogliamo usare dei termini di logica matematica diciamo che l’insieme dei lettori di Camilleri che legge i romanzi storici è un sotto insieme dei lettori che leggono i gialli. In altre parole non tutti coloro che leggono Montalbano leggono anche i romanzi storici.

 

12- Tu che conosci Camilleri pirsonalmente di pirsona, puoi parlarne un ?

Come sta di salute?

 

Innanzitutto lo definirei un “Vecchio Signore Siciliano”, tutto in maiuscolo, dove Vecchio sta per Saggio, Signore sta per persona pervasa da un profondo senso di Dignità, qualità sempre meno diffusa ed infine Siciliano perché pur vivendo da moltissimi anni fuori dalla Sicilia è siciliano dalla punta dei piedi fino ai capelli, come si dice dalle nostre parti.

Ha il dono del racconto. Quando inizia a raccontare aneddoti e storie vissute lo staresti ad ascoltare per ore. Ti affabula.

Un’altra cosa che mi ha colpito, nonostante l’età, è la sua lucidità: è una persona particolarmente “acuta”, che va dritto al cuore delle questioni, te le ribalta e te le fa vedere da punti di vista differenti.  

 

La salute.

Una leggenda metropolitana racconta che il medico di Camilleri non riesce a “capacitarsi” (capire) di come una persona che ha fumato e continua a fumare 60-70 sigarette al giorno possa ancora campare!

 

Camilleri tra qualche mese (il 6 settembre) compirà 90 anni.

 

Filippo Lupo (u presidenti) l’ha incontrato recentemente e mi raccontava: <<Cammina con un po’ di difficoltà, soprattutto per seri problemi di vista, ma la testa è lucida ed acuta come e più di prima >>. Insomma, un novantenne con gli acciacchi di un novantenne e con la testa di un ventenne.

 

13- Montalbano assomiglia a Camilleri?

 

Uno scrittore, volente o nolente, inserisce tratti del proprio carattere e della propria personalità nei personaggi che crea. Penso che anche Camilleri non sia esente da ciò. Ma vediamo cosa dice lui stesso: 

<<Mi chiedono spesso: a chi assomiglia Montalbano? E io, fino a qualche anno fa, non ho mai saputo spiegare a chi assomigliasse. Poi mia moglie mi disse: «Ma ti rendi conto che stai facendo un lungo ritratto di tuo padre?». Era vero. Agli occhi di mia moglie – che non è siciliana, ma di educazione milanese, e quindi si trova a una certa distanza da ciò che scrivo – appariva chiaro che stavo facendo, e ho continuato a fare, a tratti, a spezzoni, un ritratto di mio padre. Credo che i caratteri migliori che voi potrete trovare in Montalbano sono il riflesso dell’insegnamento quotidiano di mio padre. Il quale non seppe insegnarmi nulla, se non essere quello che sono. Mi sembra un altissimo insegnamento.>>

 

14- Ritieni che la Sicilia di Montalbano sia la tua?

 

Che domanda difficile!

 

Prima bisognerebbe capire qual’é la mia Sicilia e poi fare un confronto.

Facciamo un paragone culinario con il piatto più universalmente conosciuto della cucina italiana: la pizza … e confrontiamo le due pizze! quella mia e quella di Montalbano.

La pasta con cui sono fatte entrambe le pizze è abbastanza simile se non uguale.  Sono i condimenti che cambiano, che fanno una parmigiana diversa da una rustica o da una margherita. 

Tanto per essere meno vaghi, gli ambienti ed i personaggi che frequenta Montalbano sono, per ovvie ragioni, molto diversi da quelli che frequento; non sono un poliziotto e non indago su crimini e delitti, … ma l’aria che respiriamo è la stessa!

 


Last modified Wednesday, June, 24, 2015