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Una mailing-list italiana

un bar, un salotto, o un epistolario?




In che lingua comunicano gli italiani in rete, in una mailing list? Ci si comporta come in un bar, dove ognuno si prende quello che vuole e parla come gli pare, oppure ci sono regole stabilite di quello che puo` essere espresso o comunicato? Oppure la lingua e` identica a quella scritta informale? Cosa dovrebbero sapere gli studenti d'italiano come lingua straniera per poter capire le discussioni in una ML (mailing list) e partecipare attivamente alle conversazioni? Queste domande hanno guidato la mia ricerca per cinque mesi (gennaio 2000-maggio 2000), basata su una ML italiana che fa parte del Camilleri's Fans club.
 

1.  La mailing list

Ho scelto questa mailing list per due motivi. Prima di tutto, la lista non e` moderata e gli argomenti da discutere sono vasti, basta che siano in qualche modo riportabili ai temi o personaggi dei romanzi di Camilleri. Inoltre, la lista non e` filtrata: non c'e` nessuno che controlli o censuri quello che ci viene mandato. In questo modo, i messaggi non sono modificati da nessuno, rispecchiano fedelmente cio` che manda lo scrivente.

In secondo luogo, si sa qualcosa sulla composizione sociolinguistica degli scriventi, perche` molti hanno riempito un questionario che riguarda i membri del Camilleri's Fans Club. Il questionario e` pubblico solo per i membri, allora non ne posso fare un'analisi qui. Ovviamente, i soci leggono Camilleri assiduamente e sono al corrente di tutto quello che riguarda questo scrittore, anche perche' il sito dedicatogli e` una vera miniera di informazioni e di notizie sulle attivita` dello scrittore di Porto Empedocle.

Una ML, o una lista di discussione, e` un modo asincrono di comunicare elettronico con molte persone allo stesso tempo: si manda un messaggio solo e questo viene mandato a tutti coloro che sono iscritti alla lista (Whittle 1997). Questo tipo di comunicazione e` diverso dunque da una chat line, che richiede una risposta sincrona, in tempo reale (per un'analisi, v. Pistolesi 1998). I messaggi mandati dai membri della ML arrivano come posta elettronica: sta al ricevente se aprirla e leggerla o no; se rispondere ai messaggi o no, e quando rispondere.
 

2. Costatazioni generali sulla ML

Prima di entrare nei particolari morfosintattici e lessicali della lingua di questa maling list, bisogna fare quattro costatazioni generali:

prima, la lingua usata nei messaggi rispecchia il contenuto e la forza allocutoria del messaggio (se un socio ce l'ha con un altro, usera` un certo tipo di fraseologia e di lessico). Gli scriventi si danno del tu di regola, a meno che uno non si senta offeso, allora da` del Lei a chi crede che l'abbia offeso. C'e` anche un esempio del "voi" di cortesia.

Secondariamente, il fatto di avere a disposizione la tastiera e un possibile uditorio fa spesso scrivere a lungo e comunicare idee a sproposito, banalita`, messaggi infiammatori o mandare per errore in lista messaggi che sono privati. Questo risulta in una reazione a volte verbalmente violenta da parte di alcuni altri, con la conseguente discussione sulla gestione della ML.

In terzo luogo, la comunicazione scritta permette forse una maggiore consapevolezza dell'espressione linguistica e da` la possibilita`, anche se solo per inciso, di fare costatazioni metalinguistiche. Ecco alcuni esempi dalla ML:
 

  1. io penso comunque, che, se ci dividiamo opportunamente il lavoro e lo parallelizziamo (esempio di un pessimo uso dell'italiano, tanto in voga nelle aziende, soprattutto in quelle che si occupano di software)

  2. con il mezzo e-mail (o email? o em-ail? o i-meil? boh!)

  3. alla gente (volevo scrivere al popolo, ma da un po` di tempo siete un po` troppo polemici)

  4. una socia (che brutto termine).


In quarto luogo, le metafore con cui gli utenti si riferiscono alla lista, uno all'altro, al tipo di comunicazione in cui sono coinvolti, ha un risvolto linguistico: tempo fa, alla lista e` stata posta la domanda se questa e` un bar o un salotto (che e` alla base del mio titolo): la conclusione della discussione punta chiaramente nella direzione del bar perche' la discussione e` aperta, non e` per invito. Ma oltre alle metafore spaziali, con tutte le consequenze lessicali (uscire dalla lista/entrare nella discussione/il nostro caffe' letterario/il punto d'incontro/la ML e` un posto interessante da frequentare/la platea/la gabbia dei matti, ecc.) sono state suggerite anche delle metafore che riportano a lettere, dunque alla scrittura (da qui: cestinare il messaggio/(lo stesso termine tecnico) iscriversi alla lista/pazienti lettori, ecc.). La metafora epistolare si realizza concretamente nella forma dei messaggi: quasi tutti hanno un'indicazione dei destinatari (per es., Care/i socie/i, Caro il mio x, Carissimi Vigatesi, Salve a tutti, indistintamente, ecc.) che e` seguita dal messaggio. Il commiato come parte conclusiva della comunicazione include espressioni quali Buona notte, Umilmente vostro, Baciamo le mani, ecc. Il messaggio si chiude con la firma dello scrivente che nel caso di questa ML ha spesso la forma nome di battesimo (che e` stato cambiato qui per motivi di anonimita`) seguito dal soprannome, per es., Paolo u mutanghero, Sonia l'argentina, ecc. Molti iscritti alla ML mandano assieme al messaggio anche una citazione alla fine come un post scriptum, come e` di consueto fare in certi messaggi e-mail per individualizzare il messaggio (per es., frasi tolte dai libri, dai film, dalle canzoni).

Questa ambivalenza fra le metafore spaziali e quelle epistolari o tra il luogo e la lettera ha risvolti linguistici? La lingua che viene usata nei messaggi e` quella parlata e/o quella scritta?
 

3. Caratteristiche del parlato

Sicuramente del parlato mancano tutti gli elementi situazionali caratteristici del parlato: non vengono usati i deittici; non vengono espresse le esitazioni, o le pause (con i tre puntini si comunica spesso il fatto che non c'e` bisogno di esprimere in parole il resto: chi legge puo` benissimo capire quello che avrebbe dovuto seguire); l'intonazione e altri effetti fonetici (l'accento regionale) si perdono, e dove possibile, vengono trasmessi mediante i segnali grafici (sia inventati ad hoc o quelli usati comunemente in rete, mediante le faccine, per es., :-))))).

Per quanto riguarda la progettazione, i messaggi illustrano un processo di esecuzione diverso da quello caratteristico della lingua parlata: non ci sono anacoluti o false partenze, dunque mancano segmenti staccati sintatticamente uno dall'altro e per questo non esiste la frammentarieta` testuale. Alcuni elementi del parlato sono usati di frequente; questi includono
 

I. le interiezioni (Acci!, mannaggia, ahime', ohibo`, massi, Mah!, embe`, vabbe` ecc.).
 

II. gli incisi espressi sempre tra parentesi o fra trattini, per es.,

  1. mentre risentivo lo storico De Andre' & PFM (scusate ma forse non ricordo bene le parole), perche' proprio Sofia che quel che ha scritto venerdi' o sabato scorso "lo pensava e lo pensa ancora" ci ha -proprio lei e poco tempo fa- trascritto in lista un intero brano...


  2.  
  3. Ovviamente invito i veri partenopei (io sono mezzosangue) a correggermi;


  4.  
  5. Per carita', il libro molto gradevole, probabilmente si legge molto meglio di quello di Sorgi (che a questo punto diventa impossibile per me non comprare) ma forse non lo avrei preso, come non ne prendo tanti altri (essenzialmente per vincoli di budget), se non avessi letto il fatidico nome.


III. i lessemi tipici del parlato (ma che accidenti di lingua parli; non vi incazzate; che dici ce ne freghiamo?; tie`, beccatevi sto romanzo!; ho fatto un casino informatico; comprare al mercato, chesso`, ravanelli; paura fottuta, ecc.).
 

Dunque, la lingua della ML conserva quei tratti del parlato che sono graficamente facili da esprimere (e facili da capire) e che non distraggono il lettore dall'argomento principale del messaggio. Questi elementi del parlato sono piu` frequenti quando il messaggio e` una reazione a caldo al messaggio inviato in precedenza.
 

4. Caratteristiche dello scritto

I tratti della lingua scritta riportano soprattutto al lato processuale della scrittura: non e` tanto la lunghezza delle frasi, perche' nei messaggi ci sono anche molte frasi brevi, per es.,

1. Spariscono individui, soprattutto bambini. Che fine fanno? Organi? Puo` essere.

2. Gia`, pensare. Pensare costa fatica (a qualcuno e` costata la liberta`, ad altri addirittura la vita).

3. Ragione hai. E io proprio con esseri umani voglio avere a che fare.

Ma esiste, date le circostanze, la possibilita` di aggiungere vari elementi nel momento di progettazione. Per es., si hanno accumuli di sintagmi nominali o verbali:
 

  1. Io invece l'ho letto nella sua interezza godendo delle meteoropatie di Salvo Montalbano, della bellezza nordica di Ingrid, delle albe e dei tramonti..., dell'acqua del mare ghiacciata, della sottile ironia e a volte autoironia del Sommo, dell'ormai famoso ulivo Saraceno che vale da solo come un quadro di Brughel il giovane o il vecchio fai un po` tu!!;


  2.  
  3. In preda a terribili rimorsi tagliai, limai, piallai, ma non mi riuscii a rendere il tutto meno che barboso...

Ci sono elenchi di idee normalmente indicati lessicalmente e ripetizioni di strutture, per es.,
  1. Pir favori, non vi citate addosso, in primisi perche` dopo un po' puzza, in secundisi perche` alla fine non ci si capisce un'amata minchia di chi ha detto che cosa in prima battuta e chi sta citando gli altri di seconda o terza mano.


  2.  
  3. Non si puo' babbiare perche' pare che non sia camilleriano, non si possono fare OT perche' c'e' subito qualcuno che te lo ricorda e si fa un dovere di rampognarti, non si puo' aver voglia di divertirsi perche' subito viene fuori il richiamo alla coscienza civica ...... che palle!!

Il procedimento scritto permette una progettazione piu` complessa e dunque non mancano frasi complesse dal punto di vista sintattico con varie subordinate e coordinate, per es.,
  1. Non ho il piacere di conoscere Camilleri, ma sono certo che se gli avessi rivolto la stessa domanda, non l'avrebbe trovata tanto assurda e scandalosa come mi e` sembrato di capire dalle risposte avute.


  2.  
  3. Che mi si dica che non ho capito una beneamata mi sta bene (perche' magari pure vero e'), ma che "non c' franchezza nelle mie parole", no.


5. Tratti morfosintattici

Per rispondere alla domanda sul tipo d'italiano usato nella ML, ho tenuto presenti i lavori di Sabatini sull'italiano dell'uso medio e di Berruto sull'italiano neostandard: sembrava opportuno capire se i messaggi contenessero tratti morfosintattici e lessicali suggeriti da questi studiosi come caratteristiche nuove dell'italiano moderno. Dall'analisi risultano delle conclusioni sorprendenti (viene seguito qui l'ordine dei tratti apparso in Berruto 1986: 65-90): ci sono pochissimi esempi di frasi topicalizzate e segmentate, c'e`solo un esempio del che polivalente in tutto il corpus (e` il seguente: adesso che l'ho letto), tempo, modo e aspetto del verbo seguono l'uso standard (non quello neostandard), lo stesso vale per l'uso dei pronomi, con l'eccezione dei verbi pronominali che vengono usati; per quanto riguarda il lessico, nella ML vengono usati alcuni lessemi citati dal Berruto (1986: 143-145), spicca l'uso dei diminutivi.

Non ci sono molti esempi di frasi topicalizzate:

  1. Io il napoletano lo parlo e lo scrivo pero` ci tengo a puntualizzare che non si tratta d'un dialetto ma d'una lingua.


  2.  
  3. E poi se proprio la devo dire tutta io Montalbano me lo immaginavo completamente diverso (Sighh !)


  4.  
  5. Piuttosto levo alto il mio grido di dolore (speriamo che non va a finire come l'altra volta...) Ma a me Ingrid non mi piace.

Non ho riscontrato neanche un esempio dell'uso dell'imperfetto nella frase ipotetica o per indicare il futuro nel passato. In ogni caso nella ML viene usato il condizionale (semplice o composto secondo le regole dello standard, per es.,
 

1. Avrei potuto dirlo anche prima, ma ora penso sia proprio necessario,

2. Fosse capitato sulla nostra lista, nessuno gli avrebbe tolto...

Non c'e` neanche un esempio dell'uso dell'indicativo dopo i verba putandi, dove appare solo e sempre il congiuntivo, per es.,
 

  1. Non credo che esista una lingua in cui tutto quello che si ascolta sia piacevole ed arricriante come guardare le cosce delle ballerine.

  2. Credo che valga anche per voi.


6. Il lessico

Per motivi ovvi (Camilleri usa nei romanzi una combinazione di italiano e di siciliano interessante e divertente), nei messaggi della ML ci si trovano spesso lessemi siciliani o sicilianizzati usati da Camilleri, che chiamerei "camillerismi" (nella lista questi sono usati da tutti), per es., babbiare, pirsonalmente di pirsona, tragediatore, domando pirdonanza, in primisi, sperti, sdisonorato, siamo tutti strammati, le sciarre, squietatissimo, cabasisi, ecc.

Vengono usanti non solo i lessemi dialettali singoli, ma anche intere frasi in dialetto che poi spesso vengono tradotti in italiano, per es.,

  1. La "tazzulella e cafe`"

  2. Va mo' a cagher!!!!! ;)))

  3. Restiamo in attesa di tempi migliori: chiu' scuru i menzannotti un po' fari.

  4. Scusate ora aiu prescia picchi` mi n'hai a iri ballari prossimamente vi raccontero` tutto. Bon cannalivari.

  5. La mia prima reazione fu: Maria Bedda Santissima, chi cumminavi! (trad.: cosa ho combinato)

Uno dei fenomeni piu`interessanti sorti dall'analisi della lingua della ML sono le parole create dai membri, per es., Camillerianita`, Camillerodipendenza, Milanesia/MMalano [sic], vivi e veget(ant)i, non mi sono siculianizzata a sufficienza, discussione sulle Montalbaniche Umane Relazioni con le Fimmine, lo si accusa di "Decrescenzeria", excursus sciascianologo, presidentovic, atmosfera schirocchigna, una improvvisata paparazza, orfani del 68, i giddirommi, la parte sentimentaleggiante, ecc.

L'uso degli anglicismi non e` frequentissimo: c'e` un anglicismo in un messaggio su due. Tra gli anglicismi adattati e non adattati prevalgono quelli che hanno a che fare con la tecnologia, e le interiezioni: una maling list, supportare, un vero fast food partenopeo, i trailer delle prossime due puntate, il mio self control, tutto shakerato, last but not least, gli scanner, on the spot, lettura ottica, un "feedback", una mini chip, un "nick" [i.e., nickname], "netiquette", il jetlag, in topless, ci ho messo un post-it; of cours...[sic], poteva esserci del feeling, versione soft, la home page, smack, sniff, ecc.

I diminutivi appaiono nei messaggi inviati sia dagli uomini che dalle donne. Ecco alcuni esempi: conticino, propostina, (e` un tipo) ordinatino, molto freddino, zietto, tipetti, famigliola, notizuola, minchiatelle, sitarello, simpaticuliddu, ecc. E` interessante trovare i derivati in -ino con il significato peggiorativo, per es., raccontino (un racconto di poco conto); fidanzatina telefonica (con chiaro riferimento al personaggio dei romanzi polizieschi che non fa simpatia a molte socie della ML); invece di ascoltare e replicare si fanno le battutine (chiaramente ironico e peggiorativo questo uso, sicuramente non diminutivo).

Per quanto riguarda la lingua della ML, questa stupisce per il suo ancoraggio alla varieta` scritta. Sembra che anche quando la risposta viene offerta "su due piedi", il fatto di essere scritta cambi il rapporto tra la progettazione del messaggio e la sua esecuzione. Allora scrivere a una ML significa soprattutto scrivere (i.e. non ci sono false partenze, esitazioni, anacoluti, deittici, tutte caratteristiche del parlato). Questo risulta in una lingua sintatticamente complessa (ci sono frasi lunghe, perche' l'immediatezza che la tastiera offre la possibilita` di aggiungere aggettivi, congiunzioni, ecc.) senza che la frase sia logicamente staccata dal resto dello scritto. Ci sono anche elementi lessicali e altri tratti del parlato, ma sicuramente solo quelli che non intralciano la scorrevolezza della comunicazione.
 

7. Considerazioni pedagogiche

Sarebbe molto presuntuoso se non addirittura sbagliato offrire grosse generalizzazioni riguardanti la considerazioni pedagogiche basate sull'analisi di una ML: prima di tutto, le metodologie didattiche devono sempre rispecchiare lo scopo che ci si e` prefissi; secondariamente, la ML su cui si basa la mia analisi e` di tipo particolare perche' vi si scambiano messaggi relativi a uno scrittore particolare. Comunque, risultano molto chiare due conclusioni: prima, dal punto di vista contenutistico, per capire le discussioni di questa ML e` assolutamente necessario essere al corrente degli avvenimenti e degli argomenti di attualita` e di storia recente italiana (specificatamente, la vecchia e la nuova mafia, la politica nei romanzi, la relazione tra l'uso del dialetto e l'essere leghisti, il 68). La seconda conclusione e` connessa all'espressione linguistica: l'italiano standard non e` morto; in altre parole, gli studenti d'italiano come lingua seconda devono essere tenuti al corrente di tutte le varieta` dell'italiano, e in particolare quella scritta standard perche' sembra quella usata dai membri di una mailing list che ha a che fare con la letteratura, anche se contemporanea.

Questo significa soprattuto la familiarita` con alcuni fenomeni morfosintattici quali la sintassi complessa, la morfologia derivazionale, i significati basilari dei tempi e dei modi dei verbi.

Anche se la posta elettronica orale e` dietro la porta, la comunicazione elettronica scritta richiede una valorizzazione della lettura e della scrittura nei corsi di lingua italiana per stranieri perche' non deve essere impartita agli studenti solo per capire le opere letterarie del passato ma anche apprezzare e sfrutare la comunicazione attiva e dinamica tra gli italiani oggi.

Per rispondere al quesito espresso nel titolo, non e` un aut/aut/aut: in altre parole, del bar, la lingua della ML conserva l'immediatezza e la vivacita`, del salotto c'e` nella ML la voglia di una convivenza civile e di una comunicazione di un certo livello; dell'epistolario ci si trova la la forma e la morfosintassi dello scritto.
 


Bibliografia
 

  • Berruto, G. (1986), La sociolinguistica dell'italiano contemporaneo, Firenze, La Nuova Italia Scientifica.

  • Berruto, G. (1993), Varieta` diamesiche, diastratiche, diafasiche in "Introduzione all'italiano contemporaneo. La variazione e gli usi", a cura di Alberto A. Sobrero, Laterza, Bari, pp. 37-92.

  • Camilleri's Fans Club:https://www.vigata.org

  • Pistolesi, E. (1998), IRC (Internet Relay Chat): una nuova tecnologia della parola. Guida storica linguistica tecnica. Http://www.italica.Rai.it/facolta/lingua/pistolesi/indice.htm

  • Sabatini, F. (1985), L'"italiano dell'uso medio" in Studies in Italian Applied Linguistics, a cura di M. Danesi e N. Villa, Ottawa, Biblioteca di Quaderni d'italianistica, pp. 139-170.

  • Whittle, David B. (1997), Cyberspace: The Human Dimension, W.H. Freeman and Company, New York.

Jana Vizmuller-Zocco York University, Canada

Il presente articolo e' stato pubblicato sulla rivista Italiano & oltre (XV, 3-4/2000, pp 210-214)




Last modified Wednesday, July, 13, 2011