Le storie raccolte in questo volume sono:
Romeo e Giulietta
I duellanti
Le scarpe nuove
La Regina di Pomerania
La lettera anonima
La seduta spiritica
L’uovo sbattuto
Di padre ignoto
Otto storie inedite, otto racconti perfetti che, come sempre, riescono a stupire, commuovere, emozionare, far ridere.
Straordinari perché straordinarie sono «le persone, anche le più normali, che ho osservato, notato, conosciuto». Attingono al serbatoio della memoria,
vastissima, dell’autore, ma anche al suo senso del teatro e della storia, al suo sguardo ironico e divertito. «Storie inventate, ma altrettanto possibili»,
pensate per comporre quel grande romanzo di Vigàta che Camilleri ha progettato.
Questa volta al centro delle narrazioni ci sono balli in maschera e
presepi viventi, contrabbando di volpini e commerci di salgemma, testamenti con azzardati codicilli e matrimoni che non si possono fare, fuitine
maldestre, sfide tra gourmet del gelato. Teatro di questa umanità variegata sono spesso circoli e tavoli da gioco, salotti con tavolini a tre gambe
pronti a richiamare gli spiriti, piazze e spiagge del sud della Sicilia. Accanto al riso, all’ironia pungente, allo scherzo, c’è spazio in queste storie
pure per la riflessione amara, il momento di pietà, lo sguardo solidale. Perché Vigàta è popolata anche di poveracci costretti ad arrangiarsi,
tutti però pieni di dignità e qualche volta baciati da una fortuna che ha qualcosa di magico.
Si vuole che il racconto abbia la geometria di un sonetto, con una trama rigorosamente distesa su una tavola metrica «baciata» alla fine da un’arguzia, che può essere sì un colpo di scena, ma entro la prevedibilità di una catena di cause e di concause. Diversa è la meccanica dell’immaginazione che Camilleri sceglie. Lui è un orologiaio fantastico. Carica le molle, e decide che siano inavvertitamente scombinate: in modo che l’ora segnata suoni inattesa e fragorosa, come un refuso del destino, uno schianto che si prende la rivincita sui normali procedimenti di scioglimento, mentre rende la storia che si racconta asimmetrica ai desideri e alle attese degli stessi protagonisti. Di siffatta specie sono gli otto racconti vigatesi qui raccolti, ognuno dei quali apre lo sguardo sui casi quotidiani di una provincia che vive a rate le balzanerie e le strampalatezze di una società sedotta dalle proprie furbizie e dalle sue stesse ciance: tra battibecchi da circolo, lambiccati bizantinismi, ludi e motteggi, eterne liti familiari, infervoramenti carnali, sbatacchiamenti, oneste mignotterie, dolorosi stupori e premurose cordialità. Non c’è ordine cronologico nella successione dei racconti. Ognuno di essi è però un bordo d’inquadratura che prende d’infilata la scena larga di Vigàta di volta in volta bloccata nei mesi e negli anni di pertinenza, lungo un arco che va dal 1893 al 1950.
Ci sono figure a sbalzo, indimenticabili, in questi racconti: una nuova Giulietta che sancisce l’imbecillità di un nuovo Romeo; un diplomatico e impassibile truffatore, il Console onorario di un Regno provvisorio esportatore di cani dati in saldo; una Cenerentola che è una melarosa dal letto ospitale: di una purezza, però, che mai si sgualcisce; due gelatai, leali contendenti per amore e per dispetto; un marchese dall’eccitazione costante e alla fine crudele. Si aggiungano un asino delle meraviglie, che a suo disdoro si chiama Mussolini, ma viene ribattezzato Curù; un tavolinetto a tre piedi, che sa come castigare l’imprevidenza di un neofita delle sedute spiritiche; un’epidemia di lettere anonime, che ha il suo don Ferrante nella persona del dotto Ernesto Bruccoleri il quale sosteneva che «la causa scatinanti era stata il ritorno della dimocrazia doppo vint’anni e passa di fascismo, in quanto che, essenno la dimocrazia sinonimo di libbirtà, aviva fatto addivintari a tutti libbiri di scriviri ogni minchiata che ci passava per la testa e di scummigliare tanti artarini sia pure in forma ’ncognita».
Salvatore Silvano Nigro
Quanno che nel munno 'ntero s'arrivò a mità dell'anno milli e ottocento e novantanovi non ci fu jornali o rivista che non parlassi del novo secolo, di come sarebbiro stati anni di civirtà e progresso, di paci e di prosperità, con l'appricazioni delle granni scoperti scientifiche che annavano dalla luci lettrica che di notti avrebbi illuminato le strate a jorno, a quella speci di carrozza a motori chiamata atomobili capaci d'arrivari alla vilocità pazza di trenta chilometri all'ura. E c'era macari chi sostiniva che si stava studianno 'na machina che avrebbi fatto volari 'n aria a 'n'omo come se fusse un aceddro.
I jornali contavano macari dei granni festeggiamenti che si stavano priparanno in ogni parti, da Parigi a Nuovajorca, e parlavano del ballo Excelsior che si sarebbi viduto alla Scala di Milano e che sarebbi stato il cchiù granniuso binvenuto al primo secolo moderno, quello indove la vita di tutti si sarebbi cangiata. In meglio, naturalmenti.
"E ccà a Vigàta non facemo nenti?" fu la dimanna che accomenzò a corriri paìsi paìsi.
Epperciò il "Gran veglione mascherato per salutare il nuovo secolo" vinni proposto al consiglio comunali di Vigàta dal sinnaco Pasquali Butera nella siduta del primo di ottobriro e ottinni subito l'approvazioni 'ntusiasta di tutti i consiglieri.
(L'incipit del racconto Romeo e Giulietta qui riportato è stato pubblicato su
La Repubblica (ed. di Palermo) del 25.3.2012)
La Regina di Pomerania è anche la prima App di Andrea Camilleri
(e dell'Editore Sellerio).
L'App, con il primo racconto (Romeo e Giulietta) e il gioco Prive
di titolo, è stata messa in vendita il 25/4/2012
nell'App Store al
costo di € 0,79; gli altri sette racconti sono in vendita ciascuno a € 1,59.
La versione 1.0 (58.3 MB) è compatibile con iPhone, iPod touch
e iPad, e richiede l'iOS 4.3 o versioni successive.
Dal 25/3/2013 è disponibile su
Google play
la versione 1.0 per Android (3.0 e superiori, dimensioni 44M), al costo di € 9,99.
Oltre ai testi dei racconti l’App presenta numerosi contenuti inediti, a partire dal
video introduttivo di Andrea Camilleri La regina, la bomba atomica e la
minigonna (pubblicato in anteprima su La Repubblica
col titolo
Camilleri: come sono caduto nell'iPad).
Le pagine dei racconti che compaiono su schermo riproducono le peculiarità della carta vergata dei libri Sellerio. È possibile
ingrandire o diminuire il corpo dei caratteri tipografici, sfogliare le pagine come se si stesse sfogliando un libro vero, e riprendere
la lettura dove la si era lasciata.
Ogni racconto è accompagnato da un videoclip in cui Camilleri, a tu per tu con i lettori, commenta il testo,
dandone una propria interpretazione, svelandone la genesi e suggerendo personali chiavi di lettura.
Ogni racconto ha un Glossario ipertestuale vigatese-italiano redatto da Beppe Di Gregorio
e Filippo Lupo, u Diretturi e u Presidenti del Camilleri Fans Club.
Non è un dizionario completo delle parole de La Regina di Pomerania,
ma un piccolo strumento con i termini e le frasi che potrebbero creare qualche dubbio ai lettori. Una volta evidenziate le parole, grazie
a un semplice tap compare sullo schermo un riquadro che suggerisce il significato italiano del lemma. Oppure si può accedere
direttamente al Glossario.
L’esperienza più coinvolgente è la lettura dei racconti: i lettori potranno seguire l’inconfondibile voce di
Camilleri «sfogliando» le pagine dell’App oppure chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dal Maestro di Vigàta.
Il gioco Prive di titolo ha per protagoniste le copertine di Camilleri. Trascina il titolo
corretto sui libri, completa correttamente 38 copertine e pubblica su FB il risultato.
L’App consente un accesso diretto ai Social Network per condividere con gli «amici» l’esperienza di lettura.
In un'intervista
al Venerdì di Repubblica
Camilleri racconta come si è misurato con la tecnologia:
Stavolta vi racconto
come sono caduto nell’iPad.