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La Sicilia di Andrea Camilleri

Tra Vigàta e Montelusa



Autore a cura di Salvatore Ferlita
Fotografie Giuseppe Leone
Prezzo € 20,00
Pagine 118
Data di pubblicazione 2003
Editore Kalós
Collana Arte&Immagini


Tampasiannu e discurrennu con Andrea Camilleri - Intervista di Salvatore Ferlita

Andrea Camilleri: l'altra faccia delle letteratura siciliana - Saggio di Salvatore Ferlita

Il commissario Montalbano nella ficiton televisiva - Saggio di Paolo Nifosì

È un'isola dalla bellezza ammaliante e dalle mille contraddizioni, dalla luce accecante e dagli inquietanti chiaroscuri la Sicilia che Andrea Camilleri racconta nei romanzi storici e nelle avventure del commissario Salvo Montalbano. Pagine fortemente evocative, che sprigionano con prepotenza il fascino di una terra alla quale l'autore si sente inscindibilmente legato, e di cui immortala, nella sua inconfondibile e straordinaria lingua, quella sorta di teatralità intrinseca che tanto la caratterizza. Di tutto ciò questo libro rende atto, inanellando un racconto per immagini suggestivo ed efficace e accompagnando il lettore in un viaggio appassionante nello splendore delle coste isolane, nella luce delle chiese barocche, nei cupi verdi e marroni delle zone aride dell'interno.


Camilleri, viaggio nell'isola dei suoi gialli
«Il posto solito era la spiaggetta di Puntasecca, una corta lingua di sabbia sotto una collina di marna bianca, quasi inaccessibile via terra, o meglio accessibile solo per Montalbano e Gegè che fin dalle elementari avevano scoperto un sentiero già difficoltoso a farselo a piedi». Eccola la spiaggia di Capo Rossello a Porto Empedocle, raccontata ne "Il cane di terracotta", la cui descrizione letteraria adesso cammina parallelamente alle immagini di Giuseppe Leone nel libro "La Sicilia di Andrea Camilleri - Tra Vigàta e Montelusa", curato da Salvatore Ferlita, con un testo di Paolo Nifosì e pubblicato dalle edizioni Kalós (118 pagine, 20 euro). Tra luoghi veri e angoli di Sicilia inventata due volte - prima dalla penna di Camilleri e poi dalla trasposizione televisiva - il libro delinea così una nuova geografia dell´Isola, dove la realtà cade nelle maglie di una visione da fata Morgana. E il gioco del vero e del falso continua per tutte le pagine: e così, «tampasiannu e discurrennu» con Camilleri, si sfogliano le pagine dell´isola che non c´è, ma che esiste realmente. Ed è lo stesso Camilleri a far da cicerone ai luoghi dei suoi libri, conversando amabilmente con amici e fan al bar del paese, firmando autografi dalle prime ore del mattino tra un sorso di birra e l´immancabile sigaretta tra le labbra. E che in barba alle dissuasive scritte da necrologio apparse sui pacchetti dice: «Ne fumo tre pacchetti e me ne fotto». Da una foto a un frammento di romanzo, il viaggio nella Sicilia di Camilleri è un modo per ripercorrere luoghi conosciuti senza averli mai visti, e a questa defaillance tra ciò che si conosce solamente dalle narrazioni televisive e letterarie corrono in aiuto le immagini di Giuseppe Leone, che dà l´opportunità di conoscere le volute barocche di Ragusa e Modica, spiagge bianche, paesaggi assolati e rigogliosi e antiche dimore nobiliari. E a proposito della lingua di Camilleri, il suo elemento di peculiare riconoscibilità e fortuna, Ferlita la pone in parallelo con quella della traduzione di Euripide in siciliano fatta da Luigi Pirandello nel 1918. Somiglianze notevoli, per cui Ulisse e Catarella scoprono di avere molti punti in comune.
Paolo Nicita- La Repubblica, 12.9.2003



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