La forma dell'acqua
Autore | Camilleri Andrea |
Prezzo | L. 15.000 |
Pagine | 173 |
Data di pubblicazione | 10 marzo 1994 |
Editore | Sellerio |
Collana | La memoria n.303 |
e-book | € 5,49 (formato epub, protezione acs4) |
«"Che fai?" gli domandai. E lui, a sua volta, mi fece una domanda. "Qual è la forma dell'acqua?". "Ma l'acqua non ha forma!" dissi ridendo: "Piglia la forma che le viene data"». Il primo omicidio letterario in terra di mafia della seconda repubblica - un omicidio eccellente seguito da un altro, secondo il decorso cui hanno abituato le cronache della criminalità organizzata - ha la forma del'acqua ("Che fai?" gli domandai. E lui, a sua volta, mi fece una domanda. Qual'è la forma dell'acqua?". "Ma l'acqua non ha forma!" dissi ridendo: "Piglia la forma che le viene data"). Prende la forma del recipiente che lo contiene. E la morte dell'ingegnere Luparello si spande tra gli alambicchi ritorti e i vasi inopinatamente comunicanti del comitato affaristico politico-mafioso che domina la cittadina di Vigàta, anche dopo il crollo apparente del vecchio ceto dirigente. Questa è la sua forma. Ma la sua sostanza (il colpevole, il movente, le circostanze dell'assassinio) è piu antica, più resistente, forse di maggior pessimismo: più appassionante per un perfetto racconto poliziesco. L'autore del quale, Andrea Camilleri, è uno scrittore e uno sceneggiatore che pratica il giallo e l'intreccio con una facilità e una felicità d'inventiva, un'ironia e un'inteligenza di scrittura che - oltre il divertimento severo del genere giallo - appartengono all'arte del raccontare. cioè all'ingegno paradossale di far vedere all'occhio del lettore ciò che si racconta, e di contemporaneamente stringere con la sua mente la rete delle sottili intese.
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Nota | Michele Serra |
Prezzo | € 6,90 |
Pagine | 208 |
Data di pubblicazione | 8 maggio 2014 |
Editore | Sellerio |
Collana | Le indagini di Montalbano n.1 |
Con un'intervista di Salvatore Silvano Nigro ad Andrea Camilleri intitolata Vent'anni dopo Il commissario era di Catania e di nome faceva Salvo Montalbano, e quando voleva capire una cosa la capiva.
«Il ricco lessico siculo, parasiculo e meta siculo di Camilleri ha l’intenzione – riuscitissima – di fare sentire a casa Montalbano; e anche il lettore meno disposto agli itinerari “esotici”, quello che in principio diffida e fatica, e non vorrebbe darsi la pena di interpretare e tradurre, piano piano si arrende a quella domesticità. Si ambienta. Capisce che Montalbano non ne potrebbe mai fare a meno, che anche a Beverly Hills, al culmine della gloria, all’apice dello star system, il giorno che lo inviteranno alla più fastosa delle cerimonie, avrebbe nostalgia delle squisitezze preparate da Adelina e scovate, insperate, in frigorifero».
«Lume d’alba non filtrava nel cortiglio della «Splendor», la società che aveva in appalto la nettezza urbana di Vigàta, una nuvolaglia bassa e densa cummigliava completamente il cielo come se fosse stato tirato un telone grigio da cornicione a cornicione, foglia non si cataminava, il vento di scirocco tardava ad arrisbigliarsi dal suo sonno piombigno, già si faticava a scangiare parole. Il caposquadra, prima di assegnare i posti, comunicò che per quel giorno, e altri a venire, Peppe Schèmmari e Caluzzo Brucculeri sarebbero stati assenti giustificati. Più che giustificata infatti l’assenza: i due erano stati arrestati la sera avanti mentre tentavano di rapinare il supermercato, armi alla mano. A Pino Catalano e a Saro Montaperto, giovani geometri debitamente disoccupati come geometri, ma assunti in qualità di «operatori ecologici» avventizi in seguito al generoso intervento dell’onorevole Cusumano, per la cui campagna elettorale i due si erano battuti corpo e anima (esattamente nell’ordine: il corpo facendo assai più di quanto l’anima fosse disposta a fare), il caposquadra assegnò il posto lasciato vacante da Peppe e Caluzzo, e precisamente il settore detto la mànnara, perché in tempi immemorabili pare che un pastore avesse usato tenervi le sue capre. Era un largo tratto di macchia mediterranea alla periferia del paese che si spingeva quasi fin sulla pilaia, con alle spalle i resti di un grande stabilimento chimico, inaugurato dall’onnipresente onorevole Cusumano quando pareva che forte tirasse il vento delle magnifiche sorti e progressive, poi quel venticello rapidamente si era cangiato in un filo di brezza e quindi si era abbacato del tutto: era stato capace però di fare più danno di un tornado, lasciandosi alle spalle una scia di cassintegrati e disoccupati. Per evitare che le torme vaganti in paese di nìvuri e meno nìvuri, senegalesi e algerini, tunisini e libici, in quella fabbrica facessero nido, torno torno vi era stato alzato un alto muro, al di sopra del quale le strutture corrose da malottempo, incuria e sale marino, ancora svettavano, sempre più simili all’architettura di un Gaudí in preda ad allucinogeni».
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Nota | Andrea Camilleri |
Prezzo | € 12,00 |
Pagine | 184 |
Data di pubblicazione | Marzo 2024 |
Editore | Sellerio |
Collana | La memoria n.303 |
e-book | € 7,99 (formato epub, protezione acs4) |
Per i 30 anni di Montalbano il primo romanzo della serie viene riproposto con un testo di Andrea Camilleri che racconta come nasce il commissario più amato d'Italia.
Per l’occasione sono anche stati realizzati tre video in cui i lettori dicono la
loro sull’Autore e sul personaggio: |
Prezzo | € 16,00 |
Pagine | 212 |
Data di pubblicazione | 11 febbraio 2025 |
Editore | Sellerio |
Collana | Cento anni di Andrea Camilleri, n. 1 |
«Allora? Che mi cunti? E che ti dovevo dire, Andrea? Quei fogli A4 pesavano sulle ginocchia come piombo. Mica lo sapevo che stavo sorreggendo Enola Gay, mi sarei fatto scattare una fotografia all’istante. Sarei passato alla storia. Era il primo libro di questo tizio, di questo commissario con il cognome rubato a uno scrittore che mi avevi insegnato ad amare. Ti dissi che secondo me questo libro era una rivoluzione, e che tu l’avevi portata a termine usando il racconto più classico, usando il genere che gli schizzinosi linneiani consideravano la serie B della letteratura. L’alto e il basso che si confondono, che fanno le capriole come il tuo libro, Andrea, che fa ridere, e fa pensare, e che vorresti continuare a leggere fino a perdere il fiato e i denti».
La forma dell’acqua è il primo romanzo con il commissario Montalbano di Vigàta. Camilleri lo scrive nel 1994 e rappresenta una autentica novità, non solo e non tanto per la lingua inventiva, quanto per la costruzione del protagonista. Scriveva Michele Serra nel 2014: «Nella sua scena d’esordio nel mondo della pagina scritta Salvo Montalbano non c’è. O meglio c’è, ma non è tra noi. È con se stesso. Sta dormendo. E sta sognando. Non un sogno ordinario, per giunta: un sogno erotico, un animato amplesso con la sua Livia vicina/lontana. Viene interrotto bruscamente da una telefonata del brigadiere Fazio. Un uomo è morto, un nuovo caso è aperto. Strappato a se stesso, buttato giù dal letto, interrotto nella più intensa e privata delle esta-si psichiche, il commissario impreca mentre tenta di afferrare “non tanto la cornetta quanto i lembi fluttuanti del sogno che inesorabilmente svaniva”. È la metafora implacabile di un parto. Una chiamata al mondo improvvisa e traumatica. Da un ventre protettivo – il sonno, la femmina, l’amplesso – al proprio dover essere. Quei lembi non possono più essere ricuciti, quel sogno è interrotto per sempre. Da quel momento Salvo Montalbano ci appartiene: è stato consegnato dal suo autore ai lettori e agli spettatori». Un romanzo che era come una rivoluzione, e Montalbano con la sua figura avrebbe realizzato l’ambitissima fusione tra popolarità e letteratura. |
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Sunday, February, 09, 2025
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