"Omicidio e Pasta".
Con A. Camilleri attraverso l'Italia.
Con l'anteprima di "Mord und Pasta" si e' voluto dare inizio il 30.03.2003 (
con qualche
giorno di anticipo) al Krimifestival Munchen 2003. Literaturhaus Munchen
La scena del 'crimine' italiano e' in pieno boom - e questo non solo grazie a
Donna
Leon,italiana per scelta.I gialli italiani e i loro "detective" occupano i
primi posti delle
classifiche internazionali.L'autore italiano A. Camilleri e' riuscito,con i
suoi racconti
sullo 'strambo' commissario Montalbano,a rendere vivo il genere anche fuori
Italia.
Lui e' per cosi' dire il "Padrino" di un'intera guardia di autori che nei loro
lavori
analizzano le varie sfaccettature dell'Italia--anche culinarie.
Andrea Camilleri si presenta cosi' a noi.
L'Italia,conosciuta per pizza,mafia,omicidi e pasta..Non c'e' da meravigliarsi
che il
crimine,nel paese dei poeti e pensatori e' il genere letterario dominante.
Cosi' diverso come il paesaggio delle regioni Sicilia,Toscana,Umbria e
Veneto,altrettanto
vario e regionale si presenta anche il crimine italiano.C'e'
qualcosa,comunque,che gli
autori e i loro detective hanno in comune.L'amore per la buona cucina.
Pasta,Polizia e Poesia-lo scrittore siciliano A. Camilleri ha dato inizio a
questo boom del
crimine.I suoi romanzi gia' da anni sono in vetta alle classifiche dei
bestsellers in
Italia.Camilleri descrive nei suoi libri un'immagine reale di una Sicilia al di
fuori di
ogni cliche'
In nessun saggio sociologico si viene a sapere cosi' tanto sulle particolarita'
sociali e
culturali di provincia come nei polizieschi regionali italiani.Questo vale per
i libri di
Camilleri,tanto quanto per i romanzi polizieschi dei suoi colleghi scrittori di
Bologna,Firenze o Milano.
Come grandissimo conoscitore di questo genere A.Camilleri ci guida come un
Cicerone
letterario attraverso diversi paesaggi "criminali" dell'Italia e ci presenta i
suoi giovani
colleghi.
Il viaggio ci porta dalla fittizia cittadina portuale siciliana di Camilleri
-Vigata-
all'altra parte dell'isola verso Palermo,da Santo Piazzese.
Per Camilleri il successo di Piazzese in Italia e all'estero e' attribuito
anche alla
fedelta' dei dettagli nelle sue descrizioni.
La prima tappa sulla penisola italiana,in Toscana a Firenze,da Nino
Filasto'.Nella citta'
dei Medici,uno dei centri del turismo d'arte internazionale,la cultura deve
naturalmente
giocare un ruolo importante anche nel crimine.Furti d'arte e bande di falsari
sono per lui
un tema.Filasto' mostra gli aspetti negativi della citta' d'arte e gli piace
sorprendere.
Una proprieta' che Camilleri apprezza molto in lui.
Piu' a nord l'Italia mostra un volto completamente diverso:Bologna e' al centro
dei romanzi
criminali dello Shooting-Star Carlo Lucarelli.
Lucarelli,come Camilleri,racconta di crimini,soprattutto nei suoi romanzi
storici,la sua
critica alle piu' profonde radici dell'attuale malcostume.
Camilleri apprezza in lui soprattutto le sue capacita' analitiche che egli
mette in mostra
in maniera efficace nella sua trasmissione televisiva e in particolar modo nei
suoi romanzi.
Milano,il vero centro del potere in Italia.La sede del Mega imprenditore dei
Media e
Presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi,favorisce una serie di autori
di
polizieschi.
Lo scrittore Andrea G. Pinketts nei suoi libri mette a confronto la metropoli
dei media e
della moda con il mondo della piccola gente.Racconta di immigrati,di gente che
ha mollato
tutto,di falliti,di profughi.Camilleri lo giudica uno spericolato (
incosciente) amante
della sua lingua,che ama sempre di piu' il suo mestiere di scrittore.
Documentario di Susanne Dobke ( NDR/ARTE )
Dopo il suo studio di Romanistica,storia dell'arte e giornalismo,volontariato
presso
l'emittente NDR,dal 1997 autrice di molti contributi televisivi e radiofonici
per la NDR.
uno fra tanti,per l'Hamburger Journal e il BucherJournal nella materia
letteratura (
soprattutto su autori italiani ) e film.
L'autrice parla fluentemente italiano.Per via del suo contributo al "Cane di
terracotta",ha
avuto gia' parecchi contatti con A. Camilleri.
Polar e Pasta
E' il maestro del polar italiano all'origine di una nuova ondata che ha
sciamato in tutta l'Italia. Guidata dal siciliano Andrea Camilleri, Susanne
Dobke e' partita all'incontro della giovane generazione di romanzieri , da
Palermo a Milano passando per Firenze e Bologna.
Da diversi anni, i romanzi di Andrea Camilleri sono in testa alle vendite in
Italia. Il suo eroe, il commissario Montalbano, ha sedotto i lettori europei
fino alla Scandinavia. Tutte le sue avventure hanno come sfondo la citta'
portuaria di Vigata, in Sicilia, una citta' immaginaria ispirata da Porto
Empedocle, dove Camilleri e' nato 77 anni fa. Lo scrittore non si interessa
alla mafia ma piuttosto alla gente ordinaria ( A Vigata, ognuno sa servirsi
del coltello...) Questa citta' incarna da sola la Sicilia : ne ha non
solmamete i colori, ma anche la musica, l'odore, il gusto. Leggere
Camilleri, e' mettersi in allerta con tutti i sensi!Fine gastronomo,
Montalbano e' imbattibile nell'arte di preparare il pesce _ cosa che
considera altrettanto importante che concludere un'inchiesta.
Andrea Camilleri ha aperto la strada a tutta una generazione di autori che
hanno scelto di iscrivere i loro polars nella cultura regionale italiana. A
Palermo, la regista si reca da Santo Piazzese. Botanico, ricercatore
all'universita' e scrittore, Piazzese descrive la citta' con una precisione
che rileva l'ossessione. Il suo protagonista, egli stesso botanico, indaga
nel mondo degli insegnanti, tesisti e giardinieri...Nino Filasto, lui, vive
a Firenze. Alla maniera di Scalzi, il suo eroe, e' avvocato. In questa
citta' marcata dalla cultura e dal turismo, Filasto' mette in scena dei
furti di oggetti d'arte, di bande di falsari, svelando la parte in ombra
della citta' dei Medici... La tappa successiva ci porta a Bologna, da Carlo
Lucarelli. Quest'ultimo ha una predilezione per l'autostrada Firenze-Bologna
( e' li' che il suo serial killer commette i suoi crimini). I suoi romanzi
descrivono una citta' molto politicizzata, dove comunisti e fascisti
continuano a esercitare una certa influenza. E' il cofondatore di un
festival di cinema poliziesco e anima un'emissione radio in cui presenta dei
casi strani e irrisolti. Infine, ci rendiamo a Milano. La citta' di
Berlusconi a visto fiorire un numero impressionante di autori di polar.
Andrea G. Pinketts ama i contrasti. I suoi romanzi oppongono il mondo del
jet set, dei media e della moda a quello della piccola gente, degli
immigrati, dei marginali e dei falliti. Fa parte di quegli autori che si
immergono "fisicamente" nell'universo che hanno voluto descrivere. Ha
vissuto cosi' diversi mesi tra i satanisti e i barboni della stazione di
Milano...
Tra il martello della mafia e l'incudine dello Stato - L'universo di AndreaCamilleri
« Per Berlusconi, la giustizia e' uno straccetto rosso. Il semplice fatto di
pensare ad un tribunale o alla giustizia lo mette fuori dai gangheri, gli fa
salire la pressione, gli impedisce di dormire, gli fa perdere qualcuno dei
capelli che ancora gli restano e scava sul suo viso delle nuove rughe che
cerca invano di nascondere col trucco. »
Quando Andrea Camilleri disserta sul capo del governo, potremmo pensare che
faccia il ritratto di uno dei suoi nuovi personaggi da romanzo poliziesco.
Senza dubbio, ancora un orribile jojo di Vigata, il borgo sicilano dove il
Commissario Montalbanno combatte il crimine da oramai 7 romanzi e 4 films.
Ma quando si tratta di Berlusconi, Camilleri non scherza piu'. A 78 anni, lo
scrittore sostiene ardentemente il movimento di protesta che denuncia, in
Italia, la sottomissione rampante dello Stato agli interessi personali e poc
o chiari di questo magnate della stampa che e' anche primo ministro. E
l'attitudine que adotta Camilleri per accusare Berlusconi assomiglia
stranamente a quella del suo fine poliziotto, un uomo sobrio, indipendente,
sarcastico, implacabile nella denuncia delle mostruosita'.
Se tutto separa questi due uomini, la loro ascesa verticale, politica per
l'uno, letteraria per l'altro, e' quasi concomitante alla fine degli anni
90.Silvio Berlusconi, e' vero, si e' sistematicamente servito della potenza
seduttitrice del suo impero mediatico, mentre Camilleri, lui, soffre tutte
le pene di questo mondo per spiegare la gloria tardiva che gli e' "caduta
addosso" all'eta' di 72 anni. « E' una conspirazione dei lettori », gli
piace dire quando si ricorda dell'estate 1997, anno in cui i suoi libri
occupavano 8 dei primi 10 posti delle migliori vendite in Italia.
Retrospettivamente, l'idea che lo scrittore abbia aspettato almeno una
trentina d'anni prima di ottenere questa gloria senza precedenti, da' le
vertigini. Nel 1978, alla publicazione del suo primo romanzo « Il corso
delle cose » (Le cours des choses, non tradotto), esce da 10 anni di
purgatorio : 14 editori avevano rifiutato il suo manoscritto. Ben ispirati,
evidentemente, perche' agli inizi il libro accumula la polvere sugli
scaffali delle librerie. Altri testi pubblicati senza troppa convinzione
conoscono una sorte simile. Eppure, Camilleri si e' gia' fatto un nome come
regista teatrale e televisivo : alla fine degli anni 50, aveva fatto venire
Beckett in Italia ; poi mette in scena Ionesco, Strindberg, Maļakovski e,
diverse volte, il suo compatriota e parente siciliano Luigi Pirandello.
Negli anni 60 et 70, aveva offerto ai telespettatori transalpini delle serie
poliziesche con gli ispettori Sheridan e Maigret, dei films il cui successo
era tale che svuotavano letteralmente le strade. Ma nessuno leggeva i suoi
libri... fino al momento in cui si ricorda del polar e da' nascita al
Commissario Montalbano.
Salvo Montalbano vive e indaga nella borgata siciliana di Vigata, che altri
non e' che il villaggio natale di Camilleri, Porto Empedocle, nella
provincia d'Agrigento. Nell'ambiente della polizia, e' un marginale. Evita i
potenti, detesta i giornalisti ; questo bibliovoro, grande amante della
cucina siciliana, ha una fidanzata che lavora a Genova. Camilleri da' al suo
commissario qualche linea caratteristica, crea alcune gags a ripetizione,
nulla piu'. Il resto non e' che intrigo, ogni inchiesta e' anche un'eterna
ricerca della verita'. Un cocktail che i lettori trovano improvvisamente
irresisitbile. La macchina del successo si mette in moto.
Camilleri tira fuori dal cassetto l'opera di tutta una vita : un universo
letterario di 21 opere, la cui azione si svolge sempre a Vigata e nei
dintorni. Le inchieste di Montalbano come pure i numerosi romanzi storici
ambientati nella Sicilia del XIX secolo, che sta' molto a cuore a Camilleri.
E' il momento dell'unificazione d'Italia, un capitolo della storia del Paese
in cui « gli errori commessi all'epoca sono cosi' numerosi che ad oggi ce
li portiamo ancora dietro. » I suoi libri ne descrivono qualcuno, come le
misure brutali o assurde che squalificano agli occhi della popolazione gli
emissari del nuovo Stato, inviati dal Nord del Paese in Sicila. Camilleri si
basa su documenti d'epoca : una tratta trovata nelle carte del nonno, un
decreto sull'istallazione di una linea telefonica privata, degli elementi
dell'inchiesta realizzata dallo Stato nel 1876 sulle condizioni di vita in
Sicilia. E il pubblico sente bene che l'originalita' dei romanzi polizieschi
di Camilleri, i dialoghi precisi, la vividezza dei personaggi, la rapida
successione dei luoghi, i criteri che obediscono alle leggi del montaggio
cinematografico - tutto cio' attraversa anche i romanzi storici e ne fa una
lettura il cui piacere diventa rapidamente insaziabile.
In pochi anni, Andrea Camilleri e' diventato una vera istituzione in
Italia. La sua opera sbocca in altrettanti messaggi politici : « Ho scritto
un giorno che i Siciliani si trovano tra il martello della mafia e
l'incudine dello Stato. E' esattamente la situazione di Montalbano. Sa che
deve lottare contro la mafia, ma conosce anche i mali dello Stato. E sa,
come me, che la verita' non rima sempre con giustizia. »
Agli occhi di Camilleri, Montalbano e' l'ambasciatore di un'altra Sicilia,
che arriva piano piano a liberarsi delle vecchie costrizioni e dei suoi
cliches. Le due ultime inchieste, che non sono ancora state tradotte (in
francese), vanno ancora piu' lontano, saltano a pie' pari nell'attualita'.
Si parla di cyber-criminalita', di rifugiati del terzo mondo sbarcati sulle
coste siciliane, del G8 a Genova che sprofonda nel terrore e nella violenza
della Polizia. Nessun dubbio, si tratta qui , per letteratura interposta, di
un regolamento di conti col sistema Berlusconi - e Camilleri sembra non
volersi fermare li'.
Agli inizi del suo folgorante apogeo, l'amabile signore, cosi' riconoscibile
per il suo cranio ovale e la voce sonora, si piegava senza riluttanza
all'esercizio dell'intervista e dei set televisivi per rispondere a delle
domande sicuramente legittime, se si pensa che l'opera rimasta nell'ombra
tutta una vita e' all'improvviso letta da tutti e allo stesso momento. Ora
si fa piu' raro, e lo fa realmente nel modo migliore. Sulla sua segreteria
telefonica si puo' sentire : « Desiderando continuare a scrivere e , se
possibile, a vivere, non sono disponibile per interviste, premi letterari,
prefazioni o altre presentazioni di libri; grazie della vostra
comprensione.»
Karsten Deventer, giornalista indipendente a Berlino, lavora per il
quotidiano « Die Welt » e per la ZDF, seconda tv publica.
Il Cibo di Montalbano e' sano e semplice. Si accontenta di poco? Quello che
e' importante per lui, e' di nutrirsi con alimenti autentici e di sentirsi
vivo mangiandoli. E' una specie di compensazione di fronte all'orrore che
deve affrontare al quotidiano"
(Andrea Camilleri nel documentario "Polar et pasta" di Susanne Dobke)
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